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Spunti brasiliani dal Parco des Aves per una coscienza ecologica

Immerso nella piccola località di Foz do Iguaçu (Paraná, Brasile), sorge il Parque das Aves, fondato nel 1994 dalla famiglia Croukamp. Foz do Iguaçu è la località brasiliana più vicina alle famose cascate di Iguaçu, divise tra il territorio brasiliano e quello argentino. Le cascate, elette tra le sette meraviglie naturali del mondo, stanno attraversando una fase di enorme crescita del flusso turistico1, iniziata proprio con la fine dell’emergenza sanitaria legata al COVID-19. Ciò è sicuramente determinato dall’ampia campagna pubblicitaria e dall’operazione di miglioramento delle infrastrutture messe in atto dai due paesi protagonisti.

Il Parque das Aves non è il tradizionale parco naturale e zoologico, seppur la sua bellezza già rappresenti un importante motivo di distinzione. Con l’ingresso nel parco, il visitatore entra in quello che potremmo definire un vero e proprio ecosistema su piccola scala. Il parco propone un percorso di conoscenza di diverse specie di uccelli, dai piccoli colibrì fino ad arrivare ai tucani. Tutto questo avviene all’interno di una fusione con le piante e gli alberi tipici della Mata Atlântica (Foresta Atlantica), di cui permane soltanto l’8% dell’originaria estensione sulla terra (come ci informano i cartelli che accompagnano la visita nel parco).
Il parco protegge numerose specie il cui stile di vita risulta particolarmente minacciato dall’influenza umana sul loro habitat. Tra queste, ad esempio, troviamo il Colhereiro (Platalea ajaja), che in passato aveva subìto un’imponente caccia per l’utilizzo delle sue piume rosa con finalità decorative. Il suo naturale senso di orientamento e la sua capacità di capire quale sia il momento giusto per la propria migrazione risultano sempre più compromessi dalle repentine oscillazioni di temperature causate del cambiamento climatico.

Il parco è casa di numerosi esemplari di pappagalli tropicali, famosi per i loro sgargianti e vividi colori. Proprio questa loro naturale fisionomia li rende vittima di un traffico illegale che intende trarre profitto dalla richiesta di animali esotici da compagnia, il cui valore sul mercato nero può arrivare a toccare altissime cifre. Il senso della loro permanenza al parco è ben distante dunque dalla logica della mera esposizione delle specie ai turisti: è un atto di salvaguardia dell’intera biodiversità caratteristica della zona. Qui, il visitatore è chiamato a sviluppare una riflessione consapevole su un possibile tipo di turismo sostenibile e attento alle esigenze del nostro pianeta.
Tale opera di preservazione di flora e fauna tipici del Paraná e del Brasile in generale risulta tanto più importante se collocata sullo sfondo di cosa accade nella foresta amazzonica. I disboscamenti così tanto vasti, che lo stato non riesce a controllare fino in fondo, rappresentano una minaccia sempre più pericolosa per l’intero pianeta. 

Le città di più recente sviluppo come Curitiba, capitale dello stato del Paraná, ricercano un’integrazione tra architettura contemporanea, dominata da altissimi grattacieli, e natura. Questo avviene attraverso la creazione di numerosi spazi verdi all’interno dell’area urbana: sono ben 47 i parchi e le foreste pubbliche che animano la città e che costituiscono la principale attrazione per turisti e abitanti stessi. La lista “Best in Travel 2025” redatta da Lonely Planet riporta Curitiba tra le città più green del mondo, anche in virtù del suo sistema di trasporto innovativo e del meccanismo di gestione dei rifiuti.

L’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile inserisce tra i propri obiettivi proprio quello di «rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili». Ciò però non può avvenire senza una contestuale politica che promuova lo sviluppo di una coscienza etica circa l’emergenza che il nostro pianeta sta attraversando. Costruire parchi nelle città non è sufficiente, se nell’ombra permangono azioni illegittime di distruzione della biodiversità e delle aree naturali extra-urbane. Il percorso che si addentra nel Parque das Aves intende promuovere proprio questa consapevolezza, garantendo la salvaguardia di flora e fauna locali e un tipo di turismo che non mira al mero profitto. L’integrazione pacifica tra uomo e ambiente deve poter essere garantita in ogni tipo di contesto. «Tutti gli esseri viventi sono connessi con la foresta»: così recita uno dei cartelli del parco, che tanto risuona di quella Carta dei diritti delle piante che Stefano Mancuso inserisce nel proprio libro La nazione delle piante (Laterza 2019). Ciò che le unisce è una visione ecologica integrale, che Mancuso fonda proprio su un modello comunitario alla maniera del mondo vegetale, in grado di riconoscere «i diritti inviolabili delle comunità naturali come società basate sulle relazioni fra gli organismi che le compongono» (art. 2).

 

NOTE
1.Informazioni tratte dal Sito ufficiale del turismo del Parco Nazionale dell’Iguaçu.
[Photo credit Derek Open via Unsplash.com]

 

Irene Quiliconi
Dopo gli studi in Filosofia condotti a Pisa, ha continuato la sua formazione nell’ambito della bioetica. Attualmente è dottoranda in filosofia, e porta avanti una ricerca che intreccia l’etica all’attività del pensiero e al nostro modo di abitare il mondo. Ama le fughe nella natura, le giornate lunghe, i colori vivi. Una vita vista tramonto. 

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