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La mia vita apparentemente perfetta

Sono Ginevra. E la mia vita è apparentemente perfetta. Ve la racconto.

Ho ventisei anni. Sono già laureata e vivo da sola in un delizioso bilocale a Milano.  Mi sono laureata con il massimo dei voti alla London School of Economics e ora lavoro nel campo finanziario. Non male per una della mia età. Sono intelligente e ambiziosa. Mi definiscono “una di successo”. Appaio molto sicura di me stessa, ma socievole e aperta, mai supponente. Sono attraente, non una bellezza classica forse, ma agli uomini piaccio. Sono figlia unica, il fiore all’occhiello dei miei genitori. Mi hanno sempre spinto a credere in me stessa e a spingermi oltre quelli che pensavo fossero i miei limiti. Sembrerebbe che abbiano avuto ragione a guardare la mia vita ora. Sembrerebbe che tutto nella mia vita funzioni. Neanche l’ombra di un minimo sospetto.

Sono Ginevra. E la mia vita è apparentemente perfetta. Apparentemente, appunto. Ecco cosa non vi ho detto.

Sono bulimica. Penso al cibo tutto il maledettissimo giorno. Mi concentro sugli studi, sul lavoro per non pensare a quella che è la mia più grande ossessione: il cibo. La mia vita in realtà ruota attorno al cibo. In realtà Ginevra non è la giovane donna attraente e di successo che tutti vedono, ma è una donna insaziabile e senza controllo, in costante guerra con se stessa. Ho una smisurata paura di prendere anche una minima quantità di peso, parlo nell’ordine degli etti, ma allo stesso tempo non riesco a smettere di mangiare. Sono tormentata da attacchi di fame vorace che mi spingono ad andare al supermercato e comprare grandi quantità di cibo. Cerco di cambiare supermercato più spesso che posso e di non andare mai in quello vicino a casa dove abitualmente faccio la spesa. Compro patatine, biscotti, gelato, cioccolata. Per mangiarli tutti insieme, tutti in una volta. Silenzio il telefono per non essere disturbata, scarto i pacchetti e mi riempio la bocca. Senza gustare, senza sapere neanche quello che ho appena ingurgitato. In quel momento non capisco più niente, sono come in trans. Sono come impazzita. Non riesco a fermarmi. Mi detesto, mi disgusto. Provo vergogna per me stessa. Solo dopo, quando mi imbottisco di lassativi, o vomito, o digiuno per giorni, riprendo il controllo e mi sento meglio. E giuro a me stessa che non lo farò mai più, ma poi quell’impulso ritorna e io non riesco a vincerlo. Non so dire come sia iniziato tutto questo. La forte pressione all’università, lontana da casa, dalla mia famiglia. Il voler essere all’altezza, il non voler deludere nessuno.  Il voler essere sempre perfetta, impeccabile. La quantità di cibo che divoro è direttamente proporzionale alla paura di fallire. E allora mi concedo alla leggerezza, all’eccitazione, allo sfogo, alla rabbia, al bisogno di controllo, al disgusto.

Sono Ginevra. E queste sono le mie due vite. A volte credo nella donna sicura di sé e di successo che ho dentro, ma poi conosco anche la mia natura oscura, quella che nascondo agli altri, ad ogni costo, perché mi piace apparire perfetta.

La bulimia nervosa è uno dei più comuni disturbi alimentari, caratterizzato da alternanza di abbuffate fuori controllo e restrizione alimentare. È un circolo vizioso che si auto perpetua di preoccupazione per il peso e le forme corporee, dieta ferrea, abbuffate e meccanismi di compenso (esercizio fisico, vomito autoindotto, digiuno, uso di lassativi e/o diuretici).

Come funziona? Le crisi bulimiche avvengono in solitudine e in segreto. Si ingerisce una grande quantità di cibo, spesso in poco tempo, fino a che non ci si sente così pieni da star male. Si ha la sensazione di perdere il controllo e non riuscire a fermarsi. A seguito dell’abbuffata si ricorre a inappropriati comportamenti compensatori per prevenire l’incremento ponderale e volendo quindi neutralizzare gli effetti della crisi. Il rapporto col cibo perde la comune accezione di forma di nutrimento e diviene carico di rabbia, di sensi di colpa, di aggressività e di frustrazione.

Perché parlarne? La diagnosi di bulimia è in genere più difficoltosa rispetto a quella di anoressia nervosa, perché i sintomi sono più facilmente mimetizzabili e il soggetto spesso rimane in normopeso o con qualche chilo in più o in meno.

La bulimia nervosa è un male che ben si nasconde dentro le persone. Donne, e molto più spesso anche ragazzi, che conducono una doppia vita: quella perfetta dove l’apparenza di normalità nasconde la parte più oscura.

Giordana De Anna

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[Immagini tratte da Google Immagini]

 

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