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Inside out non è un film per bambini

Nella stagione in cui i titoli più attesi dell’anno escono nelle sale, Inside out è stato uno dei film non solo più visti, ma anche più apprezzati del mese di ottobre. Un risultato in parte prevedibile, dal momento che quasi tutti i film prodotti dalla Pixar Animation hanno sempre riscosso ottimi successi di pubblico e critica. E’ importante osservare però che Inside out, pur rientrando nella categoria “cinema d’animazione”, non può essere ridotto alla semplice definizione di: film per bambini.

Molti critici, nel corso degli anni, hanno sottolineato, a ragione, il fatto che la Pixar abbia dato una svolta netta al modo di realizzare film animati. Non solo a livello di tecnica, ma anche a livello di contenuti e di trama, grazie a storie apparentemente semplici e legate al mondo dell’infanzia, capaci però di sviluppare tematiche molto complesse e profonde, adatte a un pubblico adulto più che a un gruppo di giovanissimi. Inside out, e quasi tutti gli ultimi film firmati Pixar (Wall-E, Up e Ratatouille in particolare), sono quindi il paradigma di un’ideologia. I registi e i produttori di questi film hanno iniziato nel tempo a produrre delle pellicole i cui veri destinatari non sono più stati i bambini, bensì i genitori che accompagnano i propri figli al cinema. Cercando di produrre uno spettacolo formato-famiglia con ambientazioni ispirate alla vita quotidiana e personaggi iperreali, gli autori della Pixar hanno capito che l’importante non è avere l’attenzione dei più piccoli, ma quella dei più grandi che rappresentano il vero pubblico pagante. Se un genitore si diverte a guardare il cartone che il figlio gli ha chiesto di vedere, ci sarà una buona probabilità che con l’uscita del titolo successivo, prodotto dagli stessi autori, sarà il genitore stesso a riportare il proprio bambino in sala, perché ritiene che quello sia uno spettacolo piacevole e istruttivo non solo per il figlio ma anche per lui stesso. Ecco perché la Pixar sta puntando tutto sulla produzione di sequel dei suoi film più famosi e non su opere nuove (pensate a Toy Story 4 in uscita l’anno prossimo, Cars 2, Monster University eccetera eccetera).

Parallelamente, le trame dei film cercano di approfondire tematiche sempre più complesse: l’ecologia. il passaggio all’età adulta, le emozioni che governano l’uomo e così via, motivando anche gli spettatori nella fascia d’età tra i venti e i trent’anni a vedere questi film. Una complessa quanto efficace strategia di marketing, che sfrutta il mezzo cinematografico per produrre idee ed emozioni ogni volta più incredibili ed elaborate. “L’arte sfida la tecnologia e la tecnologia ispira l’arte” ha dichiarato il fondatore della Pixar J. Lasseter. Ed è proprio grazie alla complessità di questi meccanismi che film come Inside out continuano ad avere un così grande successo trans-generazionale. E’ la forza del cinema, ma non azzardatevi a chiamarli ancora: film per bambini.

Alvise Wollner

[immagine tratta da Google Immagini]

Alvise Wollner

cinefilo, cinofilo, fotosensibile

Classe 1991, anno della capra, vivo tra Treviso e Venezia. Dopo la maturità classica e le lauree in Lettere e Giornalismo a Padova e Verona, ho pensato che scrivere potesse aiutarmi a vivere. Giornalista pubblicista, collaboro dal 2013 con la Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia e sono redattore del quotidiano online TrevisoToday dal 2015. […]

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