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Malinconia?! Portami via!

Spesso parliamo di giovani pensando alla spensieratezza, alla gioia di vivere, alle aspettative che hanno del loro futuro.

Poche volte si associano sentimenti negativi ai ragazzi quali malinconia, nostalgia, paura.

Credo che l’errore sia grave perché sono convinta che questi ultimi aggettivi descrivano accuratamente la fragilità di un giovane di oggi frustrato dalle responsabilità, dalla società opprimente, dalla superficialità delle relazioni e dalla perdita di genuinità.

Il giovane di oggi è ben diverso dal giovane dei decenni passati, perché non lotta più per un ideale da condividere con la società ma combatte per se stesso contro quella stessa società, colpevole, a suo avviso, di renderlo inerme di fronte alle difficoltà.

Ecco la prima parola chiave: difficoltà, la seconda è malinconia.

Le difficoltà o rafforzano o distruggono. O aggregano o allontanano.

Il giovane d’oggi spesso soccombe alle prime difficoltà, innescando in sé un processo di allontanamento da tutto e da tutti che porta alla malinconia della solitudine.

Occhi speranzosi che si tingono di un vuoto malinconico che rischia di portare all’oblio.

Non bisogna, però, essere negativi, perché è dal fondo che si costruisce, è con la paura che si diventa forti, è con la malinconia che si tocca l’apice della passività per poi riprendersi.

È proprio il senso originario della parola malinconia a dimostrarci quanto essa sia un sentimento inconsapevole ma di aiuto per  cogliere aspetti della vita invisibili ai più audaci, infatti essa nell’antichità significava un dolce oblio che, penetrando nell’animo, lo  rendeva profondo ed orientato all’introspezione, alla ricerca in sé.

Il malinconico è consapevole di esserlo ma impotente  di reagire a causa di una spiccata sensibilità che lo riporta ad analizzare il passato per poter proseguire la strada nel presente rivolto al futuro.

La malinconia nei giovani permette loro di conoscersi, vivendo nella frustrazione e nella difficile consapevolezza dell’impossibilità di certi eventi di cui nessuno può essere responsabile; proprio per questo il giovane malinconico piuttosto che audace è sempre da non sottovalutare, perché nasconde in sé un logico mondo dove il passato che spaventa viene tenuto in considerazione per le scelte future.

Malinconia

che fugge

…tra le dita.

 

Malinconia incostante,

derisa da pensieri futili.

 

Malinconia rabbiosa,

trepidante d’attesa

di ciò che non esiste.

 

Malinconia eterea,

flebile come un alito di vento.

 

Malinconia subdola,

divoratrice di anime sospese.

 

Malinconia dolce

che culla la speranza del sogni.

Valeria Genova
[Immagine tratta da Google Immagini]

 

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