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25 aprile

Per un 25 aprile consapevole

Nell’agosto del 1944 Irma Bandiera venne torturata e accecata poiché non voleva rivelare dove si trovavano i suoi compagni. Venne poi uccisa e gettata in strada, perché si sapesse qual era la fine destinata ai partigiani.

Il 25 Aprile è senz’altro il simbolo dell’antifascismo, della resistenza contro la dittatura. Resistenza, ovvero il rifiuto della dittatura e di tutto ciò che essa impone: negazione della libertà, della dignità, umiliazione, eliminazione fisica di coloro che escono dai rigidi confini dell’ideologia su cui si fonda.
A ben pensarci, la lotta per la libertà non può non configurarsi come una resistenza: la libertà per sua natura non può essere imposta, ed è questo il tratto che la distingue da un regime. La libertà si ottiene e si mantiene impedendo che venga soppressa con la forza. La libertà, cioè, si guadagna resistendo. In questo senso, l’orrendo episodio di cui sopra è uno dei più alti esempi di difesa della libertà.
Ma il 25 Aprile va al di là di questo: è una ricorrenza che ci ricorda più in generale che ci sono cose che valgono più della vita. Per Irma Bandiera ve n’era almeno un’altra: l’amicizia, che è la responsabilità che abbiamo nei confronti delle persone a cui vogliamo bene.

Credo che oggi sia un’occasione per fermarci un momento e riflettere proprio su questo: la responsabilità. Vi è una tendenza sempre più diffusa a pensare, più o meno consapevolmente, che libertà significhi fare quello che si vuole, e qualunque cosa risulti in qualche modo d’intralcio a questa indeterminata ed ideale espressione di sé viene vista come una limitazione della stessa, e di conseguenza percepita da noi con insofferenza.
Stare al mondo significa inevitabilmente relazionarsi a situazioni, avvenimenti, persone, poiché dal momento in cui facciamo il nostro ingresso in questa scena siamo immersi in un intrico di relazioni, e non possiamo sfuggirne, neanche isolandoci in una fredda grotta di montagna. L’idea della libertà come assenza assoluta di vincoli è una vuota astrazione che non tiene conto che ognuno di noi vive in un mondo, e che le nostre azioni hanno delle conseguenze sul contesto nel quale ci troviamo.
In questo senso, la democrazia può, se vogliamo, essere vista come un’immagine della nostra condizione nel mondo. Democrazia significa che ognuno è responsabile dei propri pensieri e delle proprie azioni, perché è tenuto ad esprimersi e a prendere una posizione all’interno della società, a prendersi cura del contesto in cui vive e delle persone con cui vive. È fondamentale cercare di sentire questa responsabilità, che non è un’invenzione, bensì la condizione reale del nostro stare al mondo.

Irma Bandiera la sentiva: sapeva che anche in quell’orribile situazione nella quale si trovava, in mezzo a quei soprusi disumani e agghiaccianti – soprattutto in mezzo a quei soprusi – era importante mantenere ciò che rende una vita degna di essere vissuta: la responsabilità nei confronti di ciò che è giusto. E la vera libertà non può essere dissociata dal sentimento e dalla consapevolezza del nostro ruolo nel mondo, un ruolo che ognuno di noi ha dal momento in cui è al mondo, perché basta che una cosa esista, anche se piccola, perché il mondo sia costretto a tenerne conto.

Noi siamo più fortunati: non ci troviamo davanti alla scelta di morire per quello in cui crediamo o piegarci alla violenza e all’ingiustizia. Sicuramente però è importante per noi prenderci un momento per riflettere su questi temi, e soprattutto sul fatto che, se abbiamo questa fortuna, è perché molti giovani ragazzi non l’hanno avuta, e hanno deciso di dare la propria vita per qualcosa di più prezioso di essa: la libertà, e questo in virtù della responsabilità che sentivano nei confronti dei loro cari, dei posteri e del mondo.
Questo giorno, la democrazia, l’antifascismo, la libertà, la responsabilità, tutto ciò è legato assieme da un elemento, ossia la consapevolezza del nostro ruolo in quanto uomini: ecco cosa possiamo trarre da questa ricorrenza. Prendiamoci un momento per pensare a tutto ciò. Come scrive Michele Serra, basta un minuto per sentire che oggi è il 25 Aprile1.

 

 

NOTE:
1- Michele Serra, L’amaca del 25 aprile 2017

[Photo credit unsplash.com]

Pietro Bogo

Pietro Bogo

Determinato, Titubante, Contraddittorio

Nato a Belluno nel 1994, ho conseguito una laurea triennale in Filosofia presso l’Università degli studi di Trieste. Ho poi continuato i miei studi presso l’Université d’Aix-Marseille, dove ho ottenuto nel 2019 una laurea magistrale discutendo una tesi sulla relazione tra la sostanza e l’attributo nel pensiero di Spinoza. Al momento insegno lettere presso una […]

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