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Abbandono positivo

 

È regola dell’uomo avveduto abbandonare le cose che lo abbandonano; cioè, non aspettare di essere un astro al tramonto.
Baltasar Gracián y Morales

Non è facile parlare di abbandono, non è immediato il significato di questo termine.

Abbandono deriva dal latino ab + bandum, dove la prima è una particella che indica allontanamento e bandum che significa bandiera: allontanamento dalla bandiera, riferito ai soldati disertori.

I suoi risvolti possono essere molteplici.

Dire basta.
Pronunciare la parola fine.
Allontanarsi.
Lasciarsi.
Non voltarsi mai più.

Il significato della parola “abbandono” assume per lo più un’accezione negativa nella nostra società.

Eppure, un grande filosofo quale era Heidegger, ci introduce ad un altro risvolto della parola abbandono.

In tedesco Heidegger parlava di Gelassenheit che ‘pare’ volesse significare un raccoglimento dell’uomo che “lasci essere” le cose come stanno.

Questo pensiero heideggeriano corrisponde all’ultima fase della vita del filosofo, in cui riteneva inevitabile l’avvento dell’era della tecnologia da cui ci si poteva salvare solo attendendo un cambiamento, abbandonandosi alle cose come esse divenivano.

L’abbandono heideggeriano agli enti è da intendersi come capacità dell’uomo di riuscire a ripensare la propria relazione con l’ente stesso, uscendo dagli schemi rigidi imposti dalla tecnologia.

A mio parere in questa formulazione l’abbandono raggiunge una concezione mistica secondo cui l’uomo si abbandona ad un disegno più ampio.

In questo senso l’abbandono non è da vedere come rassegnazione, ma come fiducia in ciò che non si vede ma pare esserci; ecco, quindi, che abbandono può avere una definizione positiva.

Abbandonare non è perdere, è conquistare una dimensione trascendentale, una consapevolezza di quello che ci accade attorno senza venirne risucchiati.

Eppure, anche l’abbandono, inteso in senso negativo, non indica perdita: le tracce di quello che c’era prima rimangono indelebili e il ricordo tornerà bussare, come vita passata che irrompe nella vita attuale, aiutandoci a capire chi siamo adesso.

La vita, la sventura, l’isolamento, l’abbandono, la povertà, sono campi di battaglia che hanno i loro eroi, eroi oscuri a volte più grandi degli eroi illustri.                Victor Hugo

Valeria Genova

[Immagini tratte da Google Immagini]

 

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