Siamo tutti universalisti, con noi stessi

Uno dei fenomeni sociali più importanti, se non il più importante, con cui ci confrontiamo oggi e che le prossime generazioni studieranno sui libri di storia, è quello delle migrazioni di massa. È un tema estremamente complesso da affrontare e sul quale esiste una nutrita bibliografia internazionale; a tal proposito si potrebbe iniziare ad approcciarlo […]
Il Festival della Filosofia da spettatore

Eventi come il Festival della Filosofia, tenutosi in Settembre nelle città di Modena, Carpi e Sassuolo, sono preziosi: non solo perché si ha l’opportunità di ascoltare le riflessioni di autori di spessore; ma anche – o meglio: soprattutto- per liberarsi di alcuni pregiudizi riguardo ai nostri tempi. Il festival di quest’anno, che ha avuto come […]
Il mondo ed io con lui

È solo un estivo giovedì sera nel West End e io sono semplicemente seduta sulla poltrona vellutata del Queen’s Theatre in attesa che cominci la magia. Alle sette e mezza in punto le luci calano, l’orchestra comincia con quel potente “mi-laaaa, mi-laa” e sullo schermo, un attimo prima di scomparire per aprire la vista sul […]
Tra il mare e la montagna c’è di mezzo la cultura

C’è chi ama il caldo e l’afa del mare, chi invece preferisce, almeno ad Agosto, rinfrescare le proprie membra sui monti, trascorrendo le proprie giornate tra distese di prati, ferrate e, perché no, cultura. Se c’è qualcuno che pensa che ad Agosto anche la cultura vada in vacanza, sbaglia, perché, anzi, essa si impone come elemento […]
Come raccontare la sindrome di Down

Traffico, un giorno d’estate, l’aria calda mi congela i pensieri. Una fermata degli autobus come tante, la solita fermata a cui mi dirigo abitualmente per tornare a casa. Ho appena sostenuto un esame, a dir la verità è uno degli ultimi; le mie sensazioni quando penso che sto per finire un percorso mi risvegliano gli […]
Il tempo secondo un bohémien

Un bel giorno mi riscoprì decadente. Lo capì d’improvviso. Capì che degli ideali non potevo fidarmi e che di ogni morale, fisiologicamente, dovevo diffidare: tutto scorre nel divenire del tempo, il passato fa l’amore con il presente, dando alla luce il futuro ed il mio gusto sembra essere così inattuale in tutto questo divenire. Questo […]
“Un bambino, un insegnante, un libro e una penna possono cambiare il mondo” – Malala Yousafzai –

« Non mi importa di dovermi sedere sul pavimento a scuola. Tutto ciò che voglio è istruzione. E non ho paura di nessuno. » Una ragazza e il suo desiderio di conoscenza; pensare a Malala significa esattamente questo. Una Lei cresciuta fin troppo in fretta, che ha dovuto scoprirsi capace di vivere pur dovendo prima pensare a sopravvivere. […]
Il dualismo europeo tra forme della realtà e idee

«Nell’improvviso buio, allora è indescrivibile lo scompiglio delle singole lanternine: chi va di qua, chi di là, chi torna indietro, chi si raggira; nessuna più trova la via: si urtano, s’aggregano per un momento in dieci, in venti; ma non possono mettersi d’accordo, e tornano a sparpagliarsi in gran confusione, in furia angosciosa: come le formiche che […]
L’ innovazione nuoce gravemente alla salute

“L’innovazione è distruzione creatrice”
Joseph Schumpeter
La sentenza di Schumpeter sembra chiara, ma come si innerva nella cultura contemporanea? Prendiamo il celebre film ripreso dal libro di Cormac McCarhy messo in scena dai Fratelli Coen “Non è un Paese per vecchi”.
“Non è un Paese per vecchi” ci racconta una storia che sembra traslabile a tutto il mondo contemporaneo, una condizione di profonda alienazione in cui versano milioni di persone in tutto il mondo, individui che non ce la fanno a reggere l’urto del nuovo che avanza e il vecchio che persiste per forza d’inerzia. Milioni di persone se ne stanno lì, tra l’incudine del vecchio e del passato che non passa e il martello del nuovo pronto ad abbattersi su di loro, una condizione claustrofobica che si traduce esistenzialmente in una bolla paranoica di mediocrità dove le persone esperiscono inadeguatezza e altre sensazioni negative di fronte al mondo che cambia.
Che cosa è successo? Come siamo arrivati qui?
L’indagine dovrebbe partire dalle trasformazioni economiche e sociali come ci suggerirebbe il buon Karl Marx. Con l’avanzare degli anni e il prolungamento della vita, nella terza e nella quarta età (probabilmente se l’andamento demografico continuerà nel trend degli ultimi decenni ce ne sarà anche una quinta) incominciano a emergere le crepe di un processo considerato di fondamentale importanza nel corso dello sviluppo dell’uomo, quello di equilibrazione. Si tratta di un’attività di mediazione che consente all’individuo di affrontare le perturbazioni provenienti dall’esterno coordinando in modo nuovo le proprie azioni. I cambiamenti, le scosse, le novità provenienti dall’ambiente mettono in crisi gli schemi abituali delle persone (modi di pensare, agire, relazionarsi agli altri), le quali, se non vogliono soccombere, sono costrette a mutare questi schemi per trovare un nuovo equilibrio. E’ questo un processo particolarmente attivo nelle prime età della vita che con l’avanzare degli anni e la crescente strutturazione dell’identità soggettiva però diventa meno flessibile fino ad atrofizzarsi.
Che cosa accade, allora, se le perturbazioni provenienti dall’esterno sono troppo forti, rapide e spesso violente e non si ha la forza di padroneggiarle? Si assiste alla dissonanza cognitiva allo stato puro, cioè al divario tra ciò che la persona è abituata a fare e ciò che le si chiede d’imparare a fare, divario che spesso la spinge ad arroccarsi su posizioni arcaiche, che le appaiono l’unica via d’uscita dall’ansia o dalla paura. La nostra società dei consumi, del nuovo, richiede uno sforzo cognitivo e un sapere “troppo” nuovo – email a raffica, messanger, whatsapp, instagram, messaggi, interazioni virtuali, il cellulare che squilla, neologismi che fioccano misti a parole straniere sia nel linguaggio scritto che orale – le persone restano disorientate, l’anziano e non solo è sempre più affaticato e magari spaventato.
Napoli da oggi è di un colore in meno.

noi che abbiamo un mondo da cambiare noi che ci emozioniamo ancora davanti al mare Sono napoletana. Ma la mia città l’ho lasciata molto tempo fa. Non sono una di quelle con il Vesuvio sul desktop. Non di quelle con l’eterna sindrome dell’emigrante. Non di quelle che giustificano tutto con il “però, guarda che mare”. […]