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intervista Gaia Contu

Unire scienza, filosofia, arte e tecnologia: intervista a Gaia Contu

Ci penso! Festival della divulgazione e del pensiero critico esordirà il 10 ottobre 2025 a L’Aquila. In attesa del debutto, incontriamo Gaia Contu, una delle menti dietro al progetto. 29 anni, abruzzese, tra le divulgatrici scientifico-filosofiche più seguite sui social ma anche “offline”. Un percorso accademico che spazia dalla fisica alla filosofia della scienza, legando mondi che non sono così distanti come siamo portati ad immaginare. Gaia Contu è laureata in queste due discipline, ha un master in comunicazione della scienza ed è dottoranda in etica della robotica alla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa.

 

VDGZ: Attraverso la tua attività di divulgatrice scientifica-filosofica, e anche grazie ai social network, fai conoscere il mondo molto affascinante e ancora poco noto della filosofia della scienza. Com’è nata questa tua passione e l’idea di trasmetterla sul web?

GC: Ho sempre avuto difficoltà nello scegliere cosa fare nella vita perché mi sono sempre piaciute molte cose, anche diverse tra loro. Per esempio alle scuole medie ero molto brava in matematica ma ho scelto di frequentare poi il Liceo Classico e qui le materie umanistiche mi affascinavano profondamente; nonostante questo, però, mi sono iscritta alla facoltà di Fisica e, proprio all’Università, mi sono resa conto che mi mancava qualcosa. Nel frattempo ho fatto uno spettacolo teatrale in collaborazione con il Teatro Stabile del Veneto e questa ulteriore strada che mi si apriva davanti mi ha fatto capire che stavo facendo qualcosa che non mi appassionava completamente, anche solo paragonando una giornata tipo da universitaria ed un provino. In quel momento credevo di voler fare solo l’attrice e iscrivermi ad una scuola di teatro ma mi sono ricordata che un nostro professore di fisica, all’Università, aveva nominato la filosofia della scienza, disciplina che avevo già incontrato nella mia vita perché a scuola ci avevano fatto fare un incontro con una studiosa proprio di filosofia della scienza. Nonostante quell’incontro non mi avesse lasciato un ricordo entusiasmante ho voluto comunque fare una ricerca su questa disciplina e ho trovato la magistrale alla quale poi mi sono iscritta, quella di Firenze. Anche solo vedendo tutte le materie del mio piano di studio ho capito che era proprio la facoltà che stavo cercando, l’intersezione perfetta tra scientifico e umanistico ed è così che la filosofia della scienza mi ha conquistata totalmente. Tutto il percorso della magistrale mi è piaciuto tantissimo ma il passo da qui alla divulgazione online, in particolare sui social, non è stato brevissimo. Infatti, già durante la triennale, i miei compagni mi avevano fatto scoprire il mondo della divulgazione su YouTube, mentre utilizzavo Instagram soprattutto per parlare di attualità. È stato solamente dopo, proprio durante la magistrale in filosofia della scienza, che ho riscoperto la passione per lo studio, la ricerca e la divulgazione – ma anche l’ambizione di poter fare qualcosa di buono per il mondo – e così ho iniziato a pensare alla possibilità di realizzare qualcosa sul web impiegando poi anni per lanciarmi completamente in questa avventura. Essere presente con costanza sui social, infatti, rappresenta un’esposizione notevole ed essendo cresciuta in una piccola città ho sempre sentito e temuto forse un po’ il giudizio altrui. Le mie paure, però, si sono rivelate infondate e il progetto è stato accolto molto positivamente, continuando a crescere.

 

VDGZ: Sei l’ideatrice di Ci penso! Festival della divulgazione e del pensiero critico in programma a L’Aquila dal 10 al 12 ottobre 2025, che trasformerà la città in un vero e proprio laboratorio di idee e confronto. Com’è nata questa idea, il titolo e qual è l’obiettivo principale della manifestazione?

GC: Il progetto è nato un po’ per caso. Un paio di anni fa un mio amico mi ha chiesto se volessi portare a L’Aquila uno spettacolo, nell’ambito di un evento estivo, invitandomi a coinvolgere anche qualche altro divulgatore di mia conoscenza, e così facendo ho praticamente messo su un mini festival in pochissimo tempo! Il programma era su quattro giorni con dei talk pomeridiani sui temi più disparati e il risultato mi era piaciuto moltissimo. Ho trovato non solo un’accoglienza di pubblico entusiasta ma anche molto apprezzamento da parte delle istituzioni, tanto che il vicesindaco de L’Aquila mi spronò proprio a riproporre qualcosa di quel genere per la città. Così abbiamo cominciato a pensare ad un Festival più grande. Inizialmente è stato molto difficile perché il gruppo di lavoro, tutto composto da volontari, non aveva delle conoscenze pregresse su come organizzare, in tutte le sue fasi, un evento del genere. Pian piano, però, tutto ha preso forma, anche grazie a una project manager che si è unita a noi, sempre come volontaria. Ho scelto questo titolo “Ci penso!” perché volevo una sorta di gioco di parole che fosse qualcosa non di aulico ma del linguaggio quotidiano, che rimanesse impresso facilmente e che magari, nella vita di tutti i giorni, dicendolo, le persone potessero pensare: “Ah, come il festival!” Inoltre, ovviamente, che rimandasse alla sfera semantica del pensiero e del dialogo. Sul sottotitolo ho voluto inserire la divulgazione anche perché è quello che faccio ogni giorno, però mi rendo conto che può trarre in inganno, può sembrare che ci sia qualcuno che divulga “dall’alto” verso il basso, volevo quindi dare spazio, anche attraverso le parole, alla parte più attiva appunto di pensiero critico che fa capire che tratteremo temi particolari in una chiave non banale e retorica.

 

VDGZ: Nel tuo lavoro ti confronti quotidianamente con un pubblico molto vasto e con la tua community online. Quali sono le domande che ti vengono rivolte più spesso e che stimolano maggiormente il dibattito anche insinuando dubbi e volontà di saperne di più?

GC: Vorrei partire dicendo che mi piace moltissimo incontrare dal vivo la mia community, ho conosciuto persone straordinarie, hanno background davvero particolari. Le domande che ricevo più spesso sono consigli di vita, forse perché ho cambiato più volte strada nella mia vita, mi vengono poi posti dilemmi più etici o riflessioni sull’attualità.

 

VDGZ: Qualche mese fa hai affrontato il tema della tecnologia e della fiducia nella scienza durante il TEDxLAquila Women. Oggi c’è una diffidenza diffusa rispetto ad alcuni progressi tecnologici e scientifici, penso per esempio all’Intelligenza Artificiale: una filosofa della scienza come te condivide almeno uno di quei timori? Come ti poni al riguardo?

GC: Parto sempre dal presupposto che generalizzare è molto difficile su questo tema, quindi provo sempre a pormi in maniera diversa e specifica rispetto al timore che mi viene espresso anche perché molto spesso le preoccupazioni delle persone non sono totalmente ingiustificate, anche solo se pensiamo al fatto che la possibilità di creare tecnologie è appannaggio delle Big Tech e che c’è quindi una sproporzione davvero elevata. Oppure pensiamo anche agli stessi social network, che hanno certamente moltissimi lati positivi, ma il cui scopo principale, in quanto piattaforme private, è massimizzare il nostro tempo sullo schermo anche a discapito del nostro benessere. Posso, però, anche dire che oggi ci sono branche di ricerca che si occupano proprio di studiare i modi in cui, per le grandi aziende tecnologiche, possa essere conveniente fare il bene delle persone e non necessariamente guardare esclusivamente al profitto; ci sono quindi oggi anche molti movimenti di tutela e non solo di sfruttamento.

 

VDGZ: A questo proposito, vorremmo toccare anche il tema dei robot, al centro del tuo attuale dottorato. Dal tuo percorso in fisica, filosofia della scienza e ora etica robotica, emerge una forte interdisciplinarietà. In che modo l’etica, secondo te, sta concretamente influenzando le scelte di progettazione e sviluppo dei robot in ambito reale?

GC: L’etica è presente in parte, nel senso che molto spesso la riflessione etica arriva dopo un po’ di tempo e i grandi player, quelli che producono, non si pongono al momento tanti vincoli etici. Da un punto di vista di ricerca si sta provando ad integrare l’etica già dalla fase di progettazione, ed è la strada che seguo anche io e sulla quale faccio e farò progetti di ricerca. La legislazione europea ha dato un input in questa direzione anche se, alle volte, è ancora poco vincolante.

 

VDGZ: Ne La Chiave di Sophia mettiamo al centro la filosofia come strumento per rileggere la complessità del mondo contemporaneo. Qual è o quale potrebbe essere, secondo te, il ruolo della filosofia nella nostra vita quotidiana?

GC: Il ruolo della filosofia – e nel mio caso ovviamente anche della filosofia della scienza – nella nostra vita di tutti i giorni è davvero uno dei miei argomenti preferiti in assoluto, anche al centro di uno dei miei spettacoli. Per me una cosa che fa capire bene il ruolo della filosofia nella nostra vita è avere la consapevolezza che una scienza e una tecnologia neutrali non esistono: avere tecnologie che non abbiano incorporati al loro interno dei valori, degli assunti epistemologici, filosofici e visioni del mondo non è possibile. Quindi una volta che si riesce a comprendere quanto profondamente tutte le cose che noi facciamo, non solo da un punto di vista scientifico e tecnologico ma in tutte le branchie del sapere e della società, sono influenzate dal pensiero filosofico, allora capire l’importanza della filosofia nella vita quotidiana diventa immediato, proprio perché è una parte costitutiva. Nel momento in cui si cambia filosofia, pensiero e visione del mondo, allora cambia anche tutta la realtà. Ci sarebbero davvero tanti esempi pratici in cui potremmo dire che “in questo caso la filosofia ha fatto la differenza”: dalla teoria della relatività all’Intelligenza Artificiale. La filosofia quindi rappresenta, per me, uno strumento che ci aiuta a problematizzare, ci dà una chiave di lettura in più. Grazie a questo strumento possiamo trovare anche delle risposte; questo può succedere, per esempio, nei dilemmi bioetici in cui può sembrare impossibile arrivare ad una soluzione e invece, poi, la bioetica stessa ti dà degli strumenti pratici per riuscirci.

 

NOTE
[Photo credit Gaia Contu]

Veronica Di Gregorio Zitella

Veronica Di Gregorio Zitella

curiosa, determinata, sognatrice

Sono laureata in Lettere e Filosofia e tutto il mio percorso accademico si è svolto alla Sapienza di Roma dalla triennale al Master in Editoria, giornalismo e management culturale e le mie più grandi passioni sono la filosofia, la lettura e la comunicazione; dalla fine del 2018 mi occupo di social media e comunicazione digitale […]

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