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La filosofia e il valore della vita quotidiana

La filosofia sembra da tempo aver lasciato lo spazio della vita quotidiana, come se le usanze e gli oggetti delle nostre abitudini giornaliere non potessero rientrare nell’ambito serio e impegnativo dell’analisi e della riflessione filosofica. Di fatto ci sono dei segni distintivi di ciò che è culturalmente, istituzionalmente e intellettualmente rilevante e ciò che, al contrario, sembra sempre giudicabile come un surplus culturale che solitamente rientra sotto la categoria della cultura pop e delle sottoculture. L’impressione generale è che la quotidianità costituisca il margine della vita intellettuale e che i suoi elementi, oggetti, modi e pensieri siano dotati di scarso valore culturale. 

Se si studia la storia del pensiero occidentale, però, è inevitabile prendere coscienza di come uno dei più grandi filosofi di tutti i tempi animasse la riflessione filosofica in modo tanto diretto quanto apparentemente semplice, a partire dalla meraviglia suscitata dalla e nella quotidianità. Le origini della filosofia, infatti, ci ricordano che essa nasce dalla meraviglia di fronte all’ignoto ma anche di fronte al già conosciuto, soprattutto nel momento in cui quest’ultimo si rivela diverso dall’opinione accettata e diffusa dal senso comune. Il Socrate di Platone interrogava la gente per le strade della polis facendo emergere pensieri che illuminavano punti di vista inediti su cose apparentemente banali e scontate. La stessa leggerezza con cui Socrate iniziava i propri dialoghi, oggi, sembra essere all’estremo opposto di tutta la profondità e serietà che la filosofia ha accumulato nei secoli. 

Questo giudizio severo per ciò che è leggero, al punto tale da ritenerlo frivolo e inutile, e la sua controparte, ossia un giudizio generoso verso ciò che è serio, in quanto utile ed essenziale al progresso della cultura umana, secondo il filosofo Peter Sloterdijk è un errore: 

«Bisogna mostrare che ciò che a partire da Freud è stato chiamato principio di realtà non si forma soltanto attraverso quelle esperienze che coloro che crescono ottengono rapportandosi alla durezza, alla resistenza e all’indisponibilità degli oggetti. Dell’accesso del reale alla vita dell’intelligenza sono responsabili anche gli alleggerimenti […]: la possibilità di superare le resistenze, la possibilità di aggirare gli errori, di rinviare le difficoltà, di reinterpretare le carenze, di apporsi alle attribuzioni di colpa, di manipolare le unità di misura, di calarsi nei compiti, di sostituire le perdite, di anestetizzare i dolori e di evitare gli incontri frontali […] Dotati dei loro set locali di tecniche di alleggerimento, gli uomini delle culture più diverse affrontano il compito di sottrarsi, per quanto possibile, al peso del mondo»(P. Sloterdijk, Sfere III. Bolle, Raffale Cortina, 2015, p. 702-703).

La filosofia sembra fuggire dalla quotidianità perché la categoria del serio e l’annesso realismo si sono ingranditi in maniera ipertrofica, saturando lo spazio della riflessione filosofica fino ad escluderne la leggerezza. Sloterdijk compie una manovra filosofica che demolisce l’opposizione tra serio e leggero in virtù del fatto che ciò che rientra nella categoria della leggerezza è in realtà «un arsenale di arti antigravitazionali» (ivi, p.703) funzionale a far accedere il reale a quella che egli chiama vita dell’Intelligenza. La realtà, dunque, si connette all’intelligenza sia grazie a ciò che è serio sia grazie a ciò che è leggero. Da questo punto di vista la vita quotidiana acquisisce un rinnovato interesse speculativo. 

La maggior parte delle teorie critiche della vita quotidiana, soprattutto nelle attuali condizioni della società dei consumi, vedono la vita confinata dentro una gabbia d’acciaio in cui solo gli interessi individuali ed economici hanno importanza. L’immagine weberiana è in buona parte ciò che continua ad animare lo studio accademico, filosofico e teorico della vita quotidiana, dove spesso il tempo libero dal lavoro è interpretato come una continuazione dell’attività lavorativa mascherata da svago. In questo quadro però il cittadino non può che essere un utente che usufruisce dei servizi resi disponibili dal progresso, e che difficilmente potrà uscire dalla sua condizione di passività.
La filosofia di Sloterdijk, invece, riesce a scorgere uno spiraglio di luce per uscire fuori dal grigiore della gabbia d’acciaio. Egli in tal senso ci restituisce uno dei più grandi obiettivi della filosofia, cioè quello di levare la patina di serietà con cui si è spesso interpretato il mondo per ravvivarne il senso di possibilità. La vita quotidiana può manifestare nuovi aspetti di sé poiché può essere interpretata come una fonte inesauribili di alleggerimenti, vizi e lusso che si rivelano essere preziosi appigli per reinserire la filosofia nella vita quotidiana.

 

NOTE
[photo credit Priscilla du Preez via Unsplash.com]

Simone Scoscini

Simone Scoscini

propositivo, ostinato, orgoglioso

Mi chiamo Simone Scoscini, vivo ad Agliana, una piccola città di provincia dove l’asfalto è l’unica cosa che cresce. Mi sono laureato nel 2017 in Filosofia e Storia all’Università degli Studi di Firenze, con una tesi sulla storia e la filosofia del situazionismo, focalizzandomi sul pensiero di Guy Debord. Successivamente, ho conseguito una laurea magistrale […]

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