25 agosto 2014 lachiavedisophia

Vita extraterrestre

Cosa pensa la Filosofia della vita extraterrestre?

La domanda sull’esistenza di altre forme di vita, in particolare di vita intelligente, nell’universo oltre a quella sulla terra e all’uomo ha accompagnato il genere umano fin dai primordi della civiltà. In particolare da quando i primi astronomi hanno cominciato a osservare il cielo l’uomo si è posto l’interrogativo di quale fosse la vera natura della volta celeste. L’interrogativo è diventato poi più pressante quando con il progresso scientifico si è scoperto che l’universo è incredibilmente grande e complesso e che la Terra non è il “centro” della creazione e di conseguenza il nostro sistema solare non rappresenta una singolarità, ma ne esistono una moltitudine.

La Filosofia come si è rapportata con l’ipotesi che possano esistere forme di vita aliene?

Il primo sostenitore della pluralità dei mondi abitati fu il filosofo greco Anassimandro di Mileto (vissuto nel VI sec. a.C.). Secondo questo pensatore la fonte di tutte le cose conosciute era un Elemento Indeterminato e perciò ne derivava che potevano esistere (simultaneamente) più mondi, diversi uno dall’altro.

Anche Epicuro, anch’egli filosofo greco, nel 300 a.C. scrisse in una lettera ad Erodoto

I mondi poi sono infiniti, sia quelli uguali al nostro sia quelli diversi; poiché gli atomi sono infiniti […], nulla impedisce che siano infiniti i mondi.

Dunque riteneva che esistessero infiniti mondi abitati in quanto tutto è costituito da una infinita varietà di atomi che si staccano dall’Infinito per assumere momentaneamente un ordine precario.

Tali atomi sono quindi in grado di passare anche da un mondo all’altro, generando viventi molto differenti di volta in volta.

Nel mondo romano le tesi di Epicuro furono riprese da Lucrezio (De rerum natura 70 a.C.).

Tuttavia la filosofia prevalente nel mondo classico, ispirata da Platone e Aristotele che sostenevano l’unicità della Terra e che quindi non ci potessero essere altri sistemi di mondi ha sempre nettamente escluso a priori il concetto della possibilità di una pluralità di mondi in nome di una unità metafisica del mondo stesso.

In genere quindi il pensiero filosofico occidentale, soprattutto poi con l’avvento del cristianesimo e dell’affermarsi di una lettura dogmatica dei testi sacri, respinse la tesi della pluralità dei mondi e la questione della vita extraterrestre.

Solo pochi pensatori sostennero l’esistenza di altri mondi e di conseguenza la vita aliena. Tra questi vi sono Giordano Bruno (1548-1600) e Benedetto Spinoza (1632-1677).

Il filosofo e frate domenicano Giordano Bruno, che fu condannato come eretico e messo al rogo nel 1600, immaginava un universo infinito, popolato da un’infinità di stelle come il Sole, ciascuna circondata da pianeti su taluni dei quali crescono e prosperano esseri intelligenti. Bruno, oltretutto, sosteneva che alcuni di questi mondi fossero certamente più stupendi del nostro e con abitanti di gran lunga migliori dei terrestri. Tuttavia non vi sono elementi per affermare che Bruno fu condannato a causa di tali idee, se pur alcune opere letterarie e cinematografiche vi abbiano dato particolare risalto, in quanto tale circostanza non è annoverata tra i capi d’accusa della sentenza di condanna.

Per Spinoza la scienza risulta assieme certa e oggettiva e ci fa capire come questo mondo è realmente costituito, ma metafisicamente relativa, altri mondi sarebbero stati possibili.

Le tesi filosofiche negazioniste di impronta fortemente religiosa cominciarono ad essere però messe in discussione sulla base dell’opera e delle scoperte scientifiche in campo astronomico nel corso del XVII secolo di Nicolò Copernico e Galileo Galilei.

Tali scoperte infatti posero le prime basi scientifiche dell’idea di una possibile esistenza di vita aliena che poi via via si sono consolidate con il progredire delle conoscenze in campo scientifico e astronomico in particolare.

I corpi celesti ai primi osservatori muniti di telescopi non risultarono perfetti ed eterei come la cosmologia tolemaica pre-copernicana li aveva preconizzati, ma ad esempio Mercurio, Giove, Venere, Marte e Saturno apparvero chiaramente come pianeti che ruotavano intorno al Sole e che intorno a Giove e Saturno a loro volta ruotavano satelliti e anelli, mentre sulla Luna si cominciarono ad avvistare montagne e crateri.

Il pianeta Marte in particolare fu da subito additato come un possibile pianeta abitato in quanto si ipotizzò che vi fossero presenti mari e continenti la cui superficie fosse rigata da canali, segno di vita intelligente.

In particolare l’ astronomo italiano Giovanni Schiaparelli, direttore dell’Osservatorio di Brera, nel secolo scorso individuò un intricato reticolo di linee colleganti i “mari”; tali linee, dette perciò “canali”, inoltre, si sarebbero modificate durante il corso di alcune stagioni marziane.

A partire da queste osservazioni nacque perciò l’idea che il pianeta potesse essere abitato da creature intelligenti, per giunta abili nell’ingegneria idraulica. In realtà le successive osservazioni compiute con telescopi più potenti e precisi chiarirono che i “canali” non esistono o sono strutture naturali e altamente irregolari, e che i “mari” non contengono acqua, ma sono crateri.

Con l’avvento dei grandi mezzi di comunicazione di massa, radio, cinema, televisione, che hanno diffuso a fini spettacolari il “pericolo extraterrestre” (Cfr. la “Guerra dei mondi” radiodramma di Orson Welles del 1938 negli Stati Uniti), tale circostanza è poi entrata nell’inconscio collettivo dell’umanità tanto che l’alieno è identificato con il “marziano” naturalmente verde e irriducibilmente malvagio.

Attualmente sulla base delle nuove scoperte in campo astronomico grandi scienziati hanno sempre sostenuto la possibilità di una infinità di altri pianeti simili alla Terra.

In particolare l’astrofisica italiana Margherita Hack, che non ha mai fatto mistero di essere non credente, in una intervista prima della sua scomparsa ha affermato:

Il sole è una stella comunissima. Pensare che le condizioni per la formazione della vita si siano verificate solo sulla terra è assurdo. Sappiamo che ci sono miliardi di pianeti: dal ’95 a oggi ne abbiamo scoperti oltre 300, sappiamo anche che quasi tutte le stelle (come il sole) hanno dei sistemi planetari quindi è ipotizzabile che ci siano miliardi di terre solo nella nostra galassia. Se contiamo che ci sono miliardi di galassie…Ci sono stelle molto più vecchie del sole che ha 5 miliardi di anni. Quindi è facile che le civiltà extraterrestri siano molto più evolute di noi.

Matteo Montagner


[Immagini tratte da Google Immagini]

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