1 agosto 2019 lachiavedisophia

Una parola per voi: sospensione. Agosto 2019

“Eccoci nella pineta, al crocicchio dove sono i limonari, con i gitanti stesi all’ombra dei pini, le radio accese, i cartocci e le bottiglie di Ferragosto”.

Alberto Moravia, Scherzi di Ferragosto

Nel suo racconto Scherzi di Ferragosto, Alberto Moravia narra di una giornata afosa, intrisa di noia e fastidio. Il protagonista del racconto è rimasto a Roma, in questo giorno di festa, senza amici, famiglia, ragazze o cose da fare. È per questo che accetta l’invito dell’antipatico Torello, un giovanotto suo conoscente che «all’insolenza naturale aggiungeva quella dei quattrini». I due vanno a Fregene, ma durante il tragitto in macchina si imbattono in una strana coppia composta da un ricco italo-americano manesco e da una bella donna bionda molto civettuola. Torello non perde occasione per tentare di abbordare la ragazza, infischiandosene della presenza del suo compagno. Il protagonista del racconto descrive i fatti lasciando trapelare il crescendo di nervosismo che prova nei confronti di Torello, fino all’epilogo della storia. Questo racconto ci trasporta nell’atmosfera di sospensione tipica del Ferragosto italiano. Lavoratori e studenti, bambini, ragazzi, adulti e anziani, aspettiamo tutti le ferie di Ferragosto – se siamo così fortunati da averle. C’è chi organizza l’annuale grigliata all’aperto con gli amici, chi opta per una gita fuori porta in montagna, al lago, in collina o al mare, proprio come i protagonisti del racconto di Moravia. Sembra di vederli, i gitanti nella pineta di Fregene, stesi all’ombra degli alberi in silenzio, assorti nella loro meritata siesta. In sottofondo il ronzio di una radio che parla o diffonde musica lieve, intorno a loro i resti degli abbondanti pasti e delle bevute refrigeranti. Tutto è fermo, ha il sapore di un’irrealtà tutta estiva, intrisa di calore e riflessioni frammentarie. La città, il posto di lavoro, il tran tran quotidiano, sono lontani, paiono irraggiungibili, sembrano inesistenti. Torneranno, ma non ora: ora è il momento della sospensione.

Riuscite a pensare a dei libri, a un film, a una canzone e a un’opera d’arte che evochino questa atmosfera? Come sempre, noi de La Chiave di Sophia ci abbiamo provato! La parola per voi del mese di agosto è: sospensione. Buone ferie a tutti!

 

UN LIBRO

volti-nella-folla-chiave-di-sophiaVolti nella folla – Valeria Luiselli

Sospensione su due piani. Una giovane donna, voce narrante dell’opera, decide di fermarsi e con lei anche la sua quotidianità. In fondo, la sua vita privata è fatta di cose comuni, a volte banali, tant’è che decide di metterle a intermittenza in pausa. Inizia così a scrivere un romanzo in cui racconta della sua giovinezza newyorchese, quando viveva di poesia e di incontri con individui bizzarri. Ben presto il lettore diviene spettatore di un sottile e complesso gioco, dove la protagonista sceglie di volta in volta la realtà da mettere in pausa e quella da portare alla luce, con i relativi momenti e personaggi.

 

UN FILM

gli-invisibili chiave di sophiaGli invisibili – Oren Moverman

Giorni sospesi, ore uguali una all’altra, tempo da riempire, niente da fare, solitudine, noia. Quello che per Moravia è lo stato di pochi giorni estivi, per il George de Gli invisibili è una condizione perenne, un’esistenza ai margini, separata da tutto e tutti, invisibile, appunto, agli occhi di chi conduce una vita normale. Richard Gere ci trasporta in un mondo sempre sotto i nostri sguardi ma fuori dalla nostra percezione, una realtà in cui il vuoto e la noia di Ferragosto sono una costante quotidiana, una dimensione senza tempo che resta perennemente in sospeso su una vita interrotta.

 

UNA CANZONE

estate-negramaro-chiave-di-sophiaEstate – Negramaro

Con Estate dei Negramaro, singolo uscito il 30 giugno 2005, tutto si ferma e resta in bilico. A sorreggerci sembra esserci solo un’insensata voglia di equilibrio, quello stato di perfezione che vieta errori ma che impedisce anche di vivere. Finché lo scenario non cambia: in bilico, tra tutti i miei vorrei, non sento più quell’insensata voglia di equilibrio, che mi lascia qui a disegnar capriole che a mezz’aria mai farò. Finalmente arriva quella voglia di riscatto, quella voglia di vorrei, di desideri, quella voglia di vita che auguriamo a tutti di sentire ed esperire. La canzone ci insegna a lasciarci andare, anche solo per qualche attimo, senza essere prigionieri della paura: viviamo la nostra vita, buttiamoci nell’ignoto, piangiamo per i nostri errori e poi… rialziamoci! Viviamo, non sopravviviamo!

 

UN’OPERA D’ARTE

magritte_la_condizione_umanaLa condition humaine – Magritte

Visitabili rispettivamente alla National Gallery of Art di Washington e alla Collezione ginevrina Simon Spierer, le due tele, di taglio fotografico, realizzate dal surrealista belga pongono il dilemma dell’ambiguità tra reale e fantastico mettendo in discussione la percezione dello spettatore di fronte a un meta-quadro. Attraverso quanto fuori dalla finestra, al di là del cavalletto, Magritte vorrebbe infatti proporre una scena, straniante e sospesa, di cui non conosciamo il grado di realtà/idealizzazione

 

 

Francesca Plesnizer, Sonia Cominassi, Giacomo Mininni, Martina Notari, Rossella Farnese

 

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