9 ottobre 2014 lachiavedisophia

Chi sei tu per decidere di me?

In passato c’era la paura di morire anzitempo. Oggi c’è quella di sopravvivere oltre il limite naturale della vita, in una condizione artificiale, priva di coscienza e di vita di relazione.”  Umberto Veronesi
Ricordo perfettamente la sera in cui Eluana Englaro morì. Stavo tornando a casa e passai davanti al Senato. Dentro c’era chi ancora litigava, ma fuori anche le lucine rosse delle telecamere si erano spente per rispetto. Il rispetto che forse non c’era stato prima. Sentii precisamente ogni rumore di quel silenzio. Un silenzio assordante. Il silenzio della morte ti fa scoppiare i timpani.
E capii, pur non avendolo ancora appreso, che Eluana era morta.
Tornata a casa  accesi la tv e ne ebbi la conferma. E mi venne da piangere. Non la conoscevo. Non la conosceva nessuno di quei giudici, di quei politici, di quei giornalisti, di quei preti.

Si era parlato di protocolli. Si era parlato di sentenze. Si era parlato di burocrazia. Si era parlato di religione. Ci si era persi in cavilli giuridici, lessicali, interpretativi.
E lei nel suo letto.
Il nome di Eluana Englaro era stato sulla bocca di conduttrici che si sforzavano di piangere davanti a video di “una ragazza bella, bellissima, guardate quanto era bella”. Sulla bocca di politici che, tanto per iniziare, dicevano “celebrale” invece di “cerebrale”.
Sulla bocca di tutti.
Ma sul cuore di chi?
Della famiglia. L’unica che avrebbe potuto mettere la parola fine. Alle sofferenze di Eluana. Alla vita di Eluana. All’attesa della morte di Eluana. Alle chiacchiere da bar, alle urla in Parlamento, alle manifestazioni per le strade, alle votazioni, ai disegni di legge, all’invocare Dio, i valori, la Costituzione, allo schierarsi, agli approfondimenti in prima serata, ai talk show pomeridiani, all’opinione di tutti su tutto.
Erano diventati tutti cattolici, tutti preti, tutti medici, tutti giudici. Tutti Dio.

Brittany Maynard, 29 anni, dopo aver scoperto di avere pochi mesi di vita a causa di un cancro al cervello, ha annunciato di aver scelto di morire il 1 novembre. Tra qualche giorno. Vuole farlo nella sua casa, nel suo letto, e lasciare la sua vita con la sua vita accanto.
Chi sei tu per impedirglielo? http://www.thebrittanyfund.org/

C’è chi ora penserà che le due circostanze sono diverse. E’ questo il punto. C’è stata troppa gente che ha pensato. Quando avrebbe dovuto solo sentire. Ed acconsentire. E, al massimo, pregare. In silenzio.

Donatella Di Lieto

[Le opinioni espresse sono a carattere strettamente personale/ Views are my own]

[Immagini tratte da Google Immagini]

 

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Comment (1)

  1. Umberto

    Brava Donatella con questo articolo ti sei superata malamente.

    Vorrei solo ricordare, se me lo consentite, le considerazione che la Chiesa Valdese a suo tempo formulò sul caso Englaro.

    “Come cristiani riteniamo sia necessario guardare alle persone viventi e alla loro sofferenza, che non può essere dimenticata in nome di principi universali e astratti, né può essere subordinata a una norma oggettiva e precostituita che venga ritenuta valida in quanto presunta ‘legge naturale’. Crediamo infatti che il cuore dell’etica cristiana debba essere la sollecitudine verso le persone nella loro irrinunciabile singolarità, spesso sofferente, talvolta – come nel caso di Eluana – addirittura tragica: di qui discende, secondo noi, un’idea della medicina come terapia rivolta a soggetti in grado di autodeterminarsi e in grado di decidere il proprio destino”

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