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Terrorismo parigi

Terrorismo del XXI secolo: un punto di vista fuori dal coro

Al diluvio generalista, qualunquista, razzista e guerrafondaio della gran parte degli internauti sugli attentati perpetrati dal terrorismo contemporaneo, pacatamente, rispondo: Davvero siamo convinti che bombardando a tappeto il mondo risolveremo qualcosa? Se non sbaglio la Germania nazista fu sconfitta a suon di bombe ma non per questo il nazismo, il razzismo e la xenofobia le abbiamo completamente depennate.

Ma siamo davvero convinti che sia l’Islam il problema? Che sia solo ed esclusivamente una religione a fomentare il terrorismo? Se fosse così, crediamo di essere da meno? Lasciamo perdere per una volta tutte le marachelle cristiane passate in giro per il mondo e concentriamoci sul presente: pensate davvero che cento, duecento, mille morti siano eventi più gravi di tutti gli scandali in cui Santa Chiesa Romana – se proprio vogliamo focalizzarci esclusivamente sulla religione quale veicolo di violenza e morte – è invischiata? Che nei primi il male sia gratuito, palese, violento e da condannare senza se e senza ma, non c’è dubbio, ma nei secondi, in noi bravi cristiani, il male mi sembra sottile, egoista e materialista e fa altrettanti morti e forse forse anche più danni sul lungo termine.

Come? Perché? Semplice, l’attico del Bertone, i festini e le chincaglierie e la droga dell’abate, tutte le imprese commerciali e le strategie finanziarie del Vaticano con quali soldi vengono portati avanti se non con quelli dell’8×1000? E questi soldi non dovrebbero andare ai bisognosi? Ai poveri? Agli affamati? Questi vedono arrivarsi uno anziché dieci per il loro sostentamento e non sappiamo nemmeno se quell’uno arrivi per davvero: pensiamo davvero che stiamo solo noi dalla parte illuminata della terra? Pensiamo davvero che semplicemente rubando, morti non ne facciamo in giro per il mondo? Forse non ci è dato saperlo, ma se tu, caro lettore, fossi povero e – che so – dello Zimbabwe e non hai un soldo seppure ti abbiamo promesso aiuto, e vieni a conoscenza di quanto sia stato utile il tuo denaro – donato dalla collettività tra l’altro – a rendere agevole la vita di un prelato o di chissà quale altro benpensante e benestante di turno, ebbene come reagiresti? Non dico che gli attentanti di Parigi siano l’effetto degli scandali vaticani, piuttosto sono l’effetto di politiche meschine, materialiste, guerrafondaie e accattone dal dopoguerra sino ad oggi. D’altronde, pensandoci, buona parte del terrorismo del XXI secolo fa leva proprio sull’immoralità della nostra società.

Pensiamo davvero che le bombe di una nazione democratica siano più morali di quelle di una nazione o di un gruppo o di un movimento antidemocratico? La verità è che non possiamo pensare di esportare i valori occidentali a suon di bombe, con gente armata fino ai denti, con la bandiera del nostro paese in un territorio straniero e con tutte le balorde contraddizioni che stanno via via venendo fuori dalla nostra opulenta società (vedi gli scandali vaticani, le bugie sulla guerra degli ex premier Tony Blair e G.W.Bush, l’incredibile inefficienza del sistema politico europeo e l’uso di grandi multinazionali per depredare, ancora oggi, paesi inermi e allo sbaraglio).

Il vero nocciolo della questione, a mio avviso, sta, nel contesto occidentale, nella perdita del valore dello spirito nell’uomo a causa dello smembramento e deterioramento della struttura che ne detiene il monopolio, ossia santa romana chiesa, mentre per quanto riguarda il contesto islamico, troviamo un innervamento di questo stesso spirito e di una sua fatale congiunzione con i mezzi tecnologici, economici e con le finalità politiche contemporanee. Alla stregua di quando il capitalismo prese piede in occidente, grazie al matrimonio tra economia e tecnologia con la vocazione spirituale (vedi Spirito del Capitalismo di Max Weber), oggi l’islam si ripropone fatalmente usato ed abusato per questioni squisitamente economiche, politiche e geopolitiche: come agli albori del sistema capitalistico, oggi un nuovo spirito si sta risvegliando e attraverso un’altra fede, non cristiana, ma pur sempre attraverso una fede, per vocazione. Vi è comunque una profonda differenza che ne determina l’azione e la portata di tale vocazione, di tale spirito, ossia la mancanza di una struttura centralizzata nell’Islam: ma questo è un altro, interessante, punto di partenza per analizzare quanto e in che misura si possa condannare in toto tutti i credenti musulmani.

Isis, Al Qaeda, repubbliche islamiche e quant’altro sta venendo alla ribalta in questi periodi non sono altro che i primi sintomi del risveglio dello spirito di un nuovo (profondamente morale quindi intollerante e spietato con chi tenta di sbarrargli la strada) concetto di società che sta trovando nei mezzi, nelle tecnologie e nell’immoralità del suo nemico l’humus ideale per potersi espandere, farsi ideale in una massa e in uno Stato e vocazione in un singolo individuo.

Signori miei, rassegnamoci, rimbocchiamoci le maniche perché la storia ci descrive – tutti! Occidentali e non – come bambini che vedono per la prima volta una presa elettrica e per puro esperimento, ci mettono due dita.

Cosa abbiamo imparato dalle due grandi guerre? Che ci ritrovammo con una rivoluzione industriale, con nuove tecnologie, combustibili, colonie, un gran numero di soldati e dei risentimenti da sfruttare e così ci inventammo due grandi guerre: distruggemmo l’Europa, buona parte dell’Asia e ci avviammo verso il disincanto da qualunque etica e morale. Perché? Perché come bambini testammo tutto il nostro nascente potenziale.

Mentre oggi ci ritroviamo dentro un mondo volutamente senza frontiere e laddove ancora resistono è facile eluderne i controlli. Abbiamo sofisticati mezzi di comunicazione che vanno oltre lo spazio ed il tempo, un sistema economico molto più feroce e geloso di qualunque sistema statale e politico mai visto sulla terra e così, come dei bambini, ci stiamo ritrovando nuovi giocattoli per le mani e per indole innata ne facciamo esperimento con un terrorismo a macchia di leopardo. Noi occidentali non siamo esenti dal terrorismo e a tal proposito vorrei ricordare quando fornimmo armi ed equipaggiamenti ai mujaheddin afghani o il sostegno ai terroristi nicaraguensi contras o i finanziamenti al sindacato polacco Solidarność; senza scrupoli e senza alcuna prospettiva futura applicammo la Dottrina Reagan e sostenemmo individui e gruppi ambigui per arginare l’egemonia sovietica.

Dai primi del novecento sino ad oggi, si sta sistematicamente smantellando il senso puro e netto della rivoluzione francese, della libertà, del sogno di un’umanità senza confini, dell’uguaglianza, della ragione e dello spirito di fratellanza. Il mio augurio è che ognuno nel suo piccolo faccia del suo meglio per impedire questo nuovo sfacelo, che mantenga a freno la propria emotività di fronte a simili atti di terrorismo e che si comporti da adulto, senza andar incontro ad un odio gratuito, di stampo eurocentrico e liberticida: Pensiamo al futuro.

Umanità, resisti!

Salvatore Musumarra

 

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