Universale inganno e verità

 «Nel tempo dell’inganno universale dire la verità è un atto rivoluzionario»1.

Questa breve citazione tratta da la Fattoria degli Animali – capolavoro di George Orwell – può essere lo spunto per una riflessione che vada ad analizzare il rapporto che intercorre tra società contemporanea e ideologia. Non solo, ci permette anche di comprendere come il nostro cinismo nei confronti della realtà sia inconcludente.

Procediamo con ordine, partendo da ciò che apparentemente sembra scontato, cioè dal significato dell’espressione inganno universale. Con il termine inganno comunemente intendiamo una modificazione della realtà dei fatti, la scelta poi di definirlo universale ci fa capire come esso non si limiti ad un solo aspetto della nostra vita ma che al contrario permei la nostra esistenza in tutte le sue sfumature, anche delle più inaspettate. Ma ne siamo consapevoli?

È il filosofo sloveno Slavoj Žižek a fornirci un chiaro esempio di come costantemente il reale venga distorto. Ci presenta una situazione di cui spesso siamo spettatori passivi; ossia la visione di sketch pubblicitari che mostrano la sofferenza di alcuni bambini costretti a vivere in condizioni di miseria. Per migliorare il loro stato, siamo chiamati a versare del denaro a determinate associazioni e questa è la soluzione che le istituzioni ci presentano come definitiva: agisci e risolverai il problema. Proprio in questo, secondo Žižek, consiste l’inganno: non siamo spinti ad indagare sulle cause scatenanti il fenomeno ma veniamo convinti del fatto che la soluzione sia già stata trovata e consista in una nostra donazione di denaro, comportandoci secondo il mantra non pensare, agisci.

Se vogliamo un altro esempio che ci possa mostrare di quanto sia capillare l’inganno che viene tessuto attorno a noi, basta richiamare alla mente un qualsiasi slogan di una qualunque pubblicità; per esempio, quello attuale della Burger King recita A modo tuo. Se ci soffermiamo a riflettere, possiamo renderci conto – senza chissà quale sforzo intellettuale – di come queste affermazioni non poggino i loro piedi sul terreno del reale, e che se le spogliamo ci rendiamo conto che esse non nascondono un significato: sono proposizioni vuote.

A questo punto è interessante notare come il concetto di inganno universale sia affine a quello di ideologia. Questa viene definita da Marx nel Capitale attraverso una frase lapidaria: «Non sanno di far ciò, eppure lo fanno»2. Peter Sloterdijk nella sua Critica alla ragion cinica ha ripreso quest’affermazione e l’ha attualizzata, mostrando come oggigiorno siamo consapevoli dell’infondatezza delle nostre azioni − sappiamo benissimo che la nostra donazione non è la risoluzione al problema della povertà nel mondo, o che Burger King non preparerà dei panini a modo nostro − ma ci comportiamo come se lo ignorassimo ed assumiamo una posizione di indifferenza cinica. La definizione contemporanea di ideologia proposta da Sloterdijk rovescia in qualche modo la frase marxiana e la trasforma nella proposizione «Sanno quello che stanno facendo eppure continuano a farlo»3.

Torniamo ora all’affermazione di Orwell da cui siamo partiti. È impossibile negare di trovarci in una situazione di universale inganno, di essere imbrigliati nell’ideologia – particolarmente nella sua accezione contemporanea del termine –, perciò cosa significa, alla luce di ciò, dire la verità? Può continuare a significare fare un resoconto oggettivo dei eventi? A questo proposito Žižek scrive:

«La distanza cinica è solo uno dei modi di renderci ciechi di fronte al potere che struttura la fantasia ideologica: anche se non ci prendiamo sul serio, anche se manteniamo una distanza ironica da quel che facciamo, continuiamo pur sempre a farlo»4.

Ecco che in luce di ciò, la verità non può limitarsi ad un mero raccontare dei fatti o assumerli: comporta un rovesciamento della logica corrente. Credere che la mera consapevolezza di una situazione da sola sia in grado di cambiare una qualsiasi situazione, è una comodità che ci viene offerta in cui ci adagiamo. La verità è piuttosto in grado di attuare una rottura con i paradigmi che siamo soliti usare, è un volgere diversamente lo sguardo sulla realtà. Se infatti ci limitiamo ad una fredda esposizione dei fatti, non elimineremo l’inganno che nasconde il reale ma lo assumeremo e basta, lasciandolo continuare ad esistere.

Mi preme concludere usando le suggestive parole che Ugo Guarino ha impresso sui muri del Padiglione L dell’ex Opp di San Giovanni a Trieste e che vedo ogni volta in cui esco dalla palestra in cui mi alleno, ossia: «La verità è rivoluzionaria».

Lisa Bin

NOTE:
1. George Orwell, La fattoria degli animali, 1945.
2. Karl Marx, Il capitale, cit., vol. I, p.109.
3. Slavoj Žižek, L’oggetto sublime dell’ideologia, cit., p.53.
4. Slavoj Žižek, L’oggetto sublime dell’ideologia, cit, p. 57.

[Immagine tratta da Google Immagini]

 

banner2-pubblicita-rivista2_la-chiave-di-sophia