Elon Musk, il demiurgo

Il dizionario Treccani per il termine demiurgo, dal latino demiurgus “artefice, ordinatore” ha varie voci: il demiurgo propriamente come libero artigiano o come magistrato che curava le questioni di interesse pubblico, ma anche la famosa divinità platonica creatrice del mondo. Nel senso più ampio e figurato infine il Treccani recita: «Personaggio di grande importanza storica, dotato di forti capacità creative e organizzative che gli consentono di dominare il suo tempo e dare vita a nuove realtà».

È proprio questa la definizione che mi viene in mente da qualche tempo a questa parte quando leggo o sento parlare di Elon Musk. Chi è costui? Diciamo che ragionevoli indizi portano a pensare che sarà (se non lo è già) una delle cinque o dieci persone più influenti al mondo per i prossimi decenni. Anche solo per il fatto che la missione dichiarata, non tanto sottovoce, di questo quarantacinquenne di origini sudafricane è quella di cambiare il mondo, in meglio, ovvio.

Riavvolgiamo il nastro della sua vita un attimo. Studia economia e fisica negli Stati Uniti, ma la svolta arriva appena dopo l’università quando crea il sito Zip2 che gli frutta alla vendita più di 300 milioni di dollari. A 28 anni co-fonda un servizio di pagamenti online che confluirà in PayPal. Venduto il quale può iniziare la fase importante della sua vita, quella in cui prova a salvare la Terra. A 31 è fondatore e CEO di SpaceX, la sua compagnia aerospaziale, a 32 è CEO di Tesla Motors e a 35 di SolarCity. E di tutte è il maggiore azionista.
Il bello però è come queste aziende, che da sole avrebbero di per sé una portata rivoluzionaria, siano interconnesse e dipendenti, scambiandosi consulenze e conoscenze prima di tutto.
Ricapitolando, la base del progetto di Musk passa per TeslaMotors, azienda che produce auto totalmente elettriche. Tesla ha iniziato producendo un modello di macchina sportiva, poi un Suv e una berlina compatta e con questi ricavi ha da poco messo in commercio una vettura più economica (Model 3), una citycar, che dovrebbe riempire una fetta più grande di mercato. In questo modo in un paio di decenni risolveremo il problema dei combustibili fossili se sempre un maggior numero di persone guiderà una macchina elettrica, pensa Musk.

Poi c’è Solar City che, come suggerisce il nome, mette un altro tassello nella conversione alle energie rinnovabili, occupandosi appunto di pannelli fotovoltaici. Ma non finisce qui perché la novità sarà poter immagazzinare l’energia solare catturata in delle grandi batterie casalinghe (Powerwall) da poco presentate al pubblico, in modo da ovviare al fabbisogno di un’abitazione, che diventerà quindi veramente green, per usare un termine da reclame.

Il fiore all’occhiello dell’impero di Musk, al 101° posto tra gli uomini più ricchi del mondo con un patrimonio stimato in 12 miliardi di dollari, è pero SpaceX, che sta per Space Exploration Technologies Corporation. Anche qui il nome è presagio: il termine tecnologie vicino a esplorazione spaziale dice molto.
La prima missione di SpaceX è stata infatti creare da sé tecnologie come lanciatori (completamente riutilizzabili) e capsule costruite in modo da abbattere i costi enormi di un lancio spaziale. Ci sta riuscendo e non è un caso che la Nasa e gli Usa siano tra i finanziatori dell’azienda di Musk. SpaceX ha ottenuto vari traguardi importanti tra i quali essere la prima azienda aerospaziale privata (privata!) a raggiungere con una navicella la Stazione Spaziale Internazionale.

Sono molti altri inoltre i progetti, che potremmo chiamare genericamente e semplicisticamente futuristici, che Elon Musk, o chi per lui, finanzia da anni. Tra questi è da citare Hyperloop, progetto che consiste semplicemente nel creare un treno da più di 1000 Km orari, e in pratica inventare un nuovo modo di viaggiare.

Tanti dei progetti del tycoon sudafricano iniziati circa un decennio fa sono oggi realtà, ma quando si ha il futuro in testa, non ci si ferma mai. Ecco allora che qualche giorno fa il CEO di Tesla ha pubblicato il nuovo piano maestro (Master Plan, part deux) delle sue aziende per i prossimi dieci anni, se basteranno. Musk stesso riassume così gli obiettivi che pone e si pone: creare a energia solare integrati, espandere il mercato dei veicoli elettrici, implementare la tecnologia delle auto a guida automatica, dieci volte più sicura di quella manuale, condividere i mezzi di trasporto come le macchine e in questo modo guadagnare soldi mentre noi non le usiamo.
Insomma energia solare e auto elettriche su grande scale, insieme alle self-driving car (oltre a camion e altri mezzi) e a un’economia della condivisione sono le prossime sfide. Tutto questo per garantire un pianeta meno inquinato e più sicuro. Vi sembra poco?
Se le sue aziende dovessero raggiungere davvero questi traguardi allora non credo sarebbe peregrino dire che Elon Musk stia creando il futuro, tanto quanto il demiurgo filosofico creasse e ordinasse il mondo.

Il personaggio e uomo Musk, genio, miliardario, imprenditore e filantropo, per quanto si può leggere in alcuni stralci della sua più attendibile biografia, ha anche molti lati oscuri: vive per il suo lavoro, e lavora per la perfezione, e così sono obbligati a fare dal primo all’ultimo i suoi sottoposti, pena sfuriate incontrollate o licenziamenti in tronco. Parrebbe provare pochi sentimenti, o almeno non come li proviamo noi. Il tutto è accompagnato da una timidezza quasi imbarazzante e da una serie abbastanza lunga di nevrosi. Non si ferma mai, dorme sul posto di lavoro e pochissimo. Come dice la sua ex-moglie: «questo è il mondo di Elon e noi ci viviamo dentro».

In un’intervista durante un talk show, il conduttore lo punzecchia chiedendogli conto della contraddizione tra la sua volontà di salvare il mondo e il fatto di essere un classico esemplare di miliardario del neo capitalismo. In pratica gli domanda se sia l’eroe (hero) o il super cattivo (villain). Lui ridacchia nervosamente e risponde che sì, quello che vuole è «fare delle cose che facciano bene al pianeta»; più o meno come quasi tutti scrivevamo candidamente nei temini di terza elementare. Solo che Elon Musk sembra crederci sul serio e prova a realizzare tutte le sue (e nostre) utopie.
C’è altro? Sì, il gran finale si lascia sempre alla fine. Come se non bastasse infatti c’è un’utopia nell’utopia, o meglio una mission nella mission. Una volta migliorato un po’ il mondo e la vita di tutti noi, Elon Musk ha come obiettivo a lungo termine una cosa come la conquista di Marte. Eh si, se no quale sarebbe il fine ultimo dei razzi di SpaceX?
Più che conquista Musk, che non fa certo segreto di questa idea, parla di colonizzazione. Prima trasportando materiali sul pianeta rosso, poi uomini, che inizino a renderlo vivibile, per infine creare una colonia umana sul pianeta, e forse gettare le basi per una più estesa colonizzazione della galassia. Già solo il fatto che un uomo sia in grado di pensare e cercare di realizzare questo ci dice chi abbiamo di fronte. Un ragazzotto geniale e un po’ impacciato che sta plasmando il futuro dell’umanità. Buon divertimento nel mondo di Elon.

Tommaso Meo

[Immagine tratta da Google Immagini]