Del titolismo e della lingua di plastica

Ho appena finito di leggere un libro di Luca Sofri, giornalista e peraltro direttore del Post, dal titolo Notizie che non lo erano. Il libro è molto interessante e parla di giornali e giornalismo, tramite le notizie, inesatte o proprio false, date dalla macchina dell’informazione. È una lettura piacevole oltre che molto indicata per chiunque faccia o voglia fare informazione, oltre che a tutti coloro che vogliano imparare di più sul funzionamento delle notizie virali e fasulle. In generale è anche una critica all’informazione odierna e a quella italiana in particolare, di carta o online poco cambia. In parole povere la tesi principale di Sofri (il libro è del 2015 ma attualissimo) è che le maggiori fake news di cui tanto si parla siano prodotte dai grandi media (generalisti si diceva una volta), o creandole, o male interpretando o fidandosi troppo di siti o comunicati stampa inaffidabili. Non facendo cioè il proprio lavoro di filtro, giudizio e selezione. Queste notizie scorrette subiscono poi l’amplificazione che la rete ai giorni nostri dà, diventando virali e venendo quindi riprese nuovamente dai grandi media (“La notizia che fa il giro del web… non ci crederete mai! Clicca qui!”).

Ci sono tanti temi rilevanti nel libro e magari ne sviscererò di più in un altro momento, intanto mi occuperò brevemente di due a mio avviso tanto banali quanto importanti, e così consolidati nella prassi giornalistica italiana tanto che è difficile e importante insieme trattarne. Sto parlando dei titoli dei giornali e del linguaggio improprio, scandalistico e manipolativo che li caratterizza. In realtà è un grande tema unico che si ricollega a un discorso molto più ampio sulla mancanza di accuratezza e sulla tendenza sensazionalistica di molti giornali al giorno d’oggi.

Riassumo così: i giornali sono in crisi e hanno bisogno di vendite e di click per attirare inserzionisti, questo si traduce in maggiore velocità delle news, che comporta più trascuratezza, e in molti casi in veri e propri clickbaits online (letteralmente “ami per i click”, notizie a volte false, a volte esagerate per ottenere più contatti). Tradotto: il linguaggio che si usa nei titoli se non è solamente sciatto, banale o semplicemente stupido, è anche degno dei migliori (o peggiori a seconda dei gusti) tabloids o giornali scandalistici, da cui le grandi testate, consapevolmente o meno, stanno traendo spunto per aumentare i fatturati. Questo tema dei titoli (il “titolismo”) è particolarmente importante perché, come è confermato da diversi studi, i titoli sono in molti casi l’unico approccio che abbiamo con la notizia; gli articoli che leggiamo per intero sono cioè una minima parte rispetto ai titoli che ci capitano sotto gli occhi. Gran parte della nostra idea di realtà ci è quindi fornita da una, massimo due righe, più occhiello ed eventuale sommario.

La mia idea è che ci voglia molta attenzione quando si fa un titolo, molta precisione, un lessico preciso e non banale, oltre a una buona dose di originalità. Invece sembra che la maggioranza dei giornali, online e non, siano affetti da una sindrome volta a rendere nei titoli tutto più pauroso, scandaloso, scioccante, e magari piccante, oltre che confuso. Allora, e qui subentra il problema della lingua, una mostra interessante e dal contenuto impegnato diventa choc, le critiche diventano bufera, qualsiasi cosa difficile da comprendere subito è un giallo, e così via di caos, bagarre, in tilt, fumata nera e simili. Queste parole diventano in qualche modo le prime a essere usate anche quando non ce ne sarebbe bisogno (non ci sarebbe mai bisogno in realtà di parole come choc), arrivando a formare un gergo giornalistico, fisso, insipido e piatto, una lingua di plastica.

Il tutto è esasperato anche da una questione puramente spaziale: la lunghezza dei titoli degli articoli. Da quanto ho letto e anche sperimentato in uno stage in un giornale locale è una prassi molto italiana quella che obbliga chi scrive i titoli a usare meno spazio possibile e in genere non superare le due righe. Nei giornali anglosassoni non funziona così: per notizie complicate può darsi che serva un titolo più lungo, anch’esso complicato e che spieghi meglio la questione, e se serve le tre righe sono ben accette. So che questa può sembrare una strana elucubrazione un po’ nerd e fine a se stessa, ma vi garantisco che spesso non è così. I giornali e soprattutto i loro titoli, come dicevamo, hanno un’influenza ben precisa sulle persone e sul clima generale dell’opinione pubblica. E Dio solo sa quanto abbiamo bisogno di una popolazione informata in modo corretto.

E qui parlo a chi fa o vorrebbe fare informazione, a me e noi lettori tutti: lo stile è sostanza, il lessico è sostanza oltre che sostanziale e curare la scrittura, non cadere cioè nella sciatteria della lingua di plastica, può risultare una formula riconoscibile e vincente. Come esempio, senza scomodare il New York Times o il Guardian, cito ancora il Post, che fa informazione solo online e da sette anni ormai è sinonimo di qualità e originalità, a partire dai titoli e dalla lingua usata. I lettori devono pretendere un’informazione di qualità, verificata, attenta e precisa, e i primi indicatori stanno proprio nei titoli e nel linguaggio.

 

Tommaso Meo

 

NOTE
Luca Sofri, Notizie che non lo erano, Milano, Rizzoli, 2015.
La lingua di plastica.
Come scrivere il titolo di un articolo del New York Times.

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Selezionati per voi: novembre 2016!

Novembre è un collage che si compone sotto i nostri occhi, una ricetta dagli ingredienti variegati e dai dosaggi imperfetti: una manciata di foglie secche, pioggia quanto basta, una spolverata di luci intermittenti, sentore di legna, arancia e terra bagnata, mescolati con un buio ovattato che ammanta ogni cosa. I colori caldi dell’autunno che si mischiano con quelli freddi dell’inverno, dando vita ad una tavolozza dalle sfumature insolite. Nei libri che vi consiglieremo ritroverete le stesse tinte contrastanti e malinconiche che colorano questo mese.
Se invece siete dei grandi appassionati di cinema, saprete anche che novembre è senza dubbio il miglior mese dell’anno per soddisfare la vostra passione cinefila. I migliori titoli della stagione cinematografica si concentrano proprio in questi 30 giorni freddi e umidi, invitandoci a entrare nei cinema più vicini a noi. Per non perdere la bussola in questo mare magnum di nuove uscite, abbiamo quindi selezionato per voi i tre titoli imperdibili di questo mese. Come sempre fatene buon uso e godetevi lo spettacolo!

LIBRI

GraziaVerasani_LetteraADina_La chiave di SophiaGrazia Verasani − Lettera a Dina

Una lunga lettera, scritta ad un’amica del passato. Un legame totalizzante, come solo le amicizie adolescenziali sanno essere, quelle appartenenti all’età in cui le sfumature non esistono e tutto è un assoluto bianco o nero. Poi la vita che divide, cambia, corrode. L’una presa dalla voglia di affermarsi nella sua individualità, di staccarsi dai condizionamenti morbosi dell’amica; l’altra in caduta libera verso un vortice senza via d’uscita, fatto di depressione, droga e solitudine. Sullo sfondo la Bologna di fine anni ’70, che ci passa davanti in fotogrammi color seppia. Una lettura intima e malinconica. Un flusso di coscienza che sa trascinare e coinvolgere.

AgathaChristie_DieciPiccoliIndiani_LaChiaveDiSophiaAgatha Christie − Dieci piccoli indiani

Dieci individui che non si sono mai visti prima, si trovano a condividere un’esperienza insolita: un soggiorno presso una bellissima villa di Nigger Island. Non conoscono il mittente dell’invito e non ci sarà nessuno ad attenderli sull’isola, solo la maestosa dimora e un’inquietante filastrocca incorniciata sul camino.
Forse l’opera più riuscita di Agatha Christie che, seguendo lo schema tipico del giallo in ambiente chiuso, riesce a dar vita ad un piccolo capolavoro, dove follia e freddo raziocinio percorrono gli stessi binari senza mai scontrarsi. Un racconto tessuto sul filo della tensione, con un finale geniale che vi lascerà senza fiato.

GigiPaoli_IlRumoreDellaPioggia_LaChiaveDiSophiaGigi Paoli − Il rumore della pioggia

Carlo Alberto Marchi scrive di cronaca giudiziaria sul Nuovo Giornale di Firenze. La sua vita si divide tra la casa in cui vive con la figlia di dieci anni, Donata, la sede del giornale per cui lavora e il Palazzo di Giustizia, ribattezzato “Gotham City” per le sue forme cupe e spigolose.
In una piovosa giornata di novembre, il commesso di un prestigioso negozio di articoli sacri situato in via Maggio, viene ritrovato morto. I locali del negozio sono di proprietà della Curia e proprio al piano di sopra ha sede l’Economato. Il giornalista cercherà di estorcere notizie interessanti ai magistrati e nel frattempo intraprenderà una personale indagine che lo porterà a scoprire il lato più ignoto ed oscuro della sua città. Una storia ben congegnata, realistica e dall’ambientazione semplicemente perfetta, per un noir che supera a pieni voti la prova dell’esordio.

Stefania Mangiardi

JUNIOR

Sepúlveda, Storia di un gatto e del topo che diventò suo amico - La chiave di SophiaLuis Sepúlveda − Storia di un gatto e del topo che diventò suo amico
Età di lettura: dagli 8 anni.

Un racconto di una straordinaria amicizia tra due animaletti così diversi tra loro. Qui il gatto di turno non vuole papparsi nessun topo, così come il topolino non vuole scappare da nessun feroce felino. Non appena faranno conoscenza l’uno dell’altro, i due stringeranno infatti un autentico legame, facendosi reciprocamente compagnia, supportandosi con costanza e condividendo i momenti della quotidianità che altrimenti sarebbe piatta e senza gioie. Un racconto dolce e veloce da leggere, adatto tanto ai più piccoli, se letto loro dai genitori, quanto ai più grandicelli.

Federica Bonisiol

FILM

Genius_film_La chiave di SophiaGenius − Michael Grandage

Il 2016 è stato senza dubbio l’anno del grande ritorno sulle scene di Jude Law. Dopo il grande successo della serie televisiva The Young Pope gli spettatori italiani potranno ritrovare l’attore britannico in un altro ruolo molto riuscito: quello dello scrittore Tom Wolfe nel film Genius. L’opera racconta il grande rapporto di amicizia tra Wolfe e il suo editore Max Perkins in una storia, a tratti, davvero molto toccante. Presentato in anteprima all’ultima Festa del Cinema di Roma l’opera ha subito riscosso ottimi consensi di pubblico e critica grazie a uno splendido cast (ottime le prove di Colin Firth e Nicole Kidman), una fedele ricostruzione storica e una trama molto appassionante. USCITA PREVISTA: 9 NOVEMBRE 2016.

Animali notturni_film-La chiave di SophiaAnimali Notturni − Tom Ford

Quando parlavo di migliori film dell’anno, facevo riferimento proprio al secondo, straordinario, lungometraggio dello stilista Tom Ford che, a sette anni di distanza da A single man, è tornato dietro la macchina da presa per adattare il meraviglioso romanzo di Austin Wright intitolato Tony & Susan. Cambiando ambientazione ed epoca ma restando fedele all’intreccio narrativo letterario, Ford costruisce una splendida doppia storia di odio e vendetta, sotto cui si nasconde una struggente relazione d’amore. Presentato all’ultima Mostra del cinema di Venezia, si è aggiudicato il prestigioso Gran Premio della Giuria. Un film semplicemente imperdibile. USCITA PREVISTA: 17 NOVEMBRE 2016.

3Generations_film_La chiave di Sophia3 Generations: Una famiglia quasi perfetta − Gaby Dellal

Oltre al britannico Jude Law, il 2016 dovrebbe essere ricordato anche come l’anno che ha consacrato lo straordinario talento di Elle Fanning, giovanissima attrice americana che si è saputa imporre sulle scene prima grazie al disturbante ruolo protagonista in The Neon Demon di Refn, e ora grazie a un’altra difficilissima parte in questa commedia tutta al femminile presentata in anteprima alla Festa del cinema di Roma. Elle Fanning interpreta Ray, una ragazza adolescente che sente il desiderio di diventare un ragazzo e si dovrà relazionare con sua mamma, abbandonata dal marito e sua una nonna lesbica ma conservatrice allo stesso tempo. Una commedia leggera, che riesce però a regalare numerosi spunti di riflessione su temi importanti e attuali. USCITA PREVISTA: 24 NOVEMBRE 2016.

Alvise Wollner

[Immagini tratte da Google Immagini]