Film selezionati per voi: marzo 2018!

Una proposta cinematografica ricca, quella di marzo. Date un’occhiata ai suggerimenti dei nostri esperti Rossella & Alvise! Vi propongono titoli che vi faranno riflettere su società, futuro, natura… Insomma non avete scuse per concedervi un’uscita al cinema. Buona visione!

 

FILM IN USCITA

dark_night la chiave di sophiaDark Night  Tim Sutton
Rischiava di non essere mai distribuito nel nostro Paese uno dei film più interessanti degli ultimi anni, presentato nel 2016 alla Mostra del cinema di Venezia e mai più uscito nelle sale italiane. A due anni di distanza dalla sua realizzazione, Dark Night rimane però un ritratto attualissimo della società americana e del drammatico problema legato all’utilizzo delle armi e alle stragi di innocenti nei luoghi pubblici. Liberamente ispirato al tragico caso del massacro avvenuto a Aurora nel cinema in cui stava venendo proiettato Il Cavaliere Oscuro di Christopher Nolan, Dark Night ritrae sei personaggi, compreso il giovane killer, nelle ore precedenti l’attentato criminale. Sei giovani protagonisti immortalati con uno stile sempre in bilico tra il genere documentario e quello del film d’autore in una pellicola che non vuol dare alcun tipo di risposte, ma far riflettere sulla gravità di un problema che, oggi più che mai, continua ad apparire insanabile. Un film necessario e imperdibile. USCITA PREVISTA: 1 MARZO 2018.

annientamento la chiave di sophiaAnnientamento – Alex Garland
Non vedrà mai il buio di una sala cinematografica, ma il nuovo film del regista di Ex machina si preannuncia già come uno degli eventi filmici più importanti dell’anno. Disponibile su Netflix a partire dal 12 marzo, Annientamento è la trasposizione del primo libro della trilogia letteraria dell’Area X di Jeff VanderMeer. Un viaggio in un futuro distopico e altamente fantascientifico che promette grandi sorprese grazie a un cast di tutto rispetto, capitanato da Natalie Portman. Se il regista Alex Garland riuscirà a ricreare le stesse sensazioni visive del suo lavoro precedente, Annientamento sarà un film per cui varrà la pena abbonarsi a Netflix. USCITA PREVISTA: 12 MARZO 2018.

wind-river la chiave di sophiaI segreti di Wind River – Taylor Sheridan
Uscita a scoppio ritardato anche per un altro grande film dopo Dark Night di Tim Sutton. I segreti di Wind River rappresenta la chiusura di un’ideale trilogia iniziata con Sicario nel 2015 e proseguita nel 2016 con Hell or high water (entrambi sceneggiati da Sheridan). La chiusura di questo ciclo avviene tra i freddi ghiacci del Wyoming e ha per protagonisti un solitario cacciatore interpretato da Jeremy Renner e una recluta dell’Fbi che sta indagando su un pericoloso assassino. Avvolti da un biancore accecante i due protagonisti scopriranno una verità agghiacciante. Girato con grande maestria e sostenuto da un cast di ottimi interpreti, I segreti di Wind River è un film di genere davvero ben fatto. Un lavoro quasi d’altri tempi che unisce all’azione del thriller numerosi spunti di riflessione per lo spettatore. USCITA PREVISTA: 29 MARZO 2018.

 

UN DOCUMENTARIO

visages-villages-chiave-di-sophiaVisages, villages – JR e Agnès Varda

Film a quattro mani, Visages, Villages è un viaggio attraverso la Francia rurale contemporanea, nato dall’amicizia tra Agnès Varda, autrice di Cléo e lo street photographer JR, autore indipendente di giganteschi collage posti nel cuore delle metropoli. Un passo a due attraverso la campagna che offre una grande varietà di paesaggi e un rapporto diretto con la natura, un ritorno alle origini per Agnès, patriarca inclassificabile della Nouvelle Vague, un territorio nuovo per l’artista urbano JR. Avanzando a bordo di un cinétrain che scatta foto enormi, Agnès e JR realizzano un film inventivo interrogandosi sul senso del loro lavoro e sul valore dell’immagine, sulla loro produzione e democratizzazione. Un film collage di giochi di parole e gesti artistici. USCITA PREVISTA: 15 MARZO 2018

 

UN FILM D’ANIMAZIONE

rudolf-alla-ricerca-della-felicita-la-chiave-di-sophiaRudolf alla ricerca della felicità – Mikinori Sahakibara

Basato sul romanzo per bambini più venduto in Giappone, Rudolf to Ippaiattena, il film racconta la storia di Rudolf, un gatto nero che viene improvvisamente separato dal suo amato padrone. Inaspettatamente si sveglia in un camion diretto verso Tokyo dove incontra Ippai, un grande gatto-capo temuto da tutti in città. Non potendo tornare a casa, Rudolf inizia una vita randagia al fianco di Ippai, non così cattivo come appare. USCITA PREVISTA: 15 MARZO 2018

 

UN CLASSICO

poster-film-nata-di-marzo-la-chiave-di-sophiaNata di Marzo – Antonio Pietrangeli

Commedia borghese e briosa, Nata di Marzo, ambientata a Milano, è la storia di un matrimonio anni ’50 tra Sandro, architetto e Francesca, frivola, capricciosa, viziata, instabile − caratteristiche dei nati di marzo, appunto − con una forte volontà di indipendenza e un disperato bisogno di parità. Una sophisticated comedy del regista della Nouvelle Vague italiana, datata 1958, costruita a episodi, segmentata da tre lunghi flashback e con un finale problematico, imposto dalla produzione per salvaguardare lieto fine e morale ma senza annullare il pensiero di Pietrangeli e le istanze indipendentiste e paritarie di Francesca.

 

Rossella Farnese, Alvise Wollner

 

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Blade Runner 2049: il pesante fardello del sequel

Uscito nel 1982, Blade Runner è diventato negli anni un film di assoluto culto, archetipo dei moderni film di fantascienza e capostipite del filone cyberpunk.
Ridley Scott dirige quello che è forse il suo capolavoro e il suo film più iconico, portando la regia ad un livello superiore, mescolando generi e ambientazioni creando un unicum senza eguali.
La caccia di Deckard ai replicanti si svolge in una Los Angeles distopica, soffocata dal fumo e dall’inquinamento, buia e opprimente. La magistrale scenografia fonde edifici immensi e futuristici con la storia architettonica della città, portando sullo schermo la Ennis House di Frank Lloyd Wright e il Bradbury Building. Due omaggi non solo a Los Angeles ma anche alla grande tradizione dei film noir, tradizionalmente ambientati nella più famosa città californiana.

La pioggia incessante, con il suo senso di prigionia, viene interrotta dai volti dei protagonisti continuamente illuminati da fasci di luce, in un’atmosfera di disagio, come a sottolineare un senso perenne di sorveglianza.
Più che un film di fantascienza Blade Runner sembra un noir ambientato qualche anno più avanti nel futuro; la sua “ambiguità” di generi risulta vincente, ne esce un film assolutamente unico e irripetibile che ha influenzato il cinema di fantascienza negli anni a venire. Fotografia e ambientazioni, la scelta delle luci, delle inquadrature, sono molto attuali, simboli di un film senza età, moderno e all’avanguardia.

Alla base del film c’è una raffinata analisi sul contrasto uomo/macchina, un rapporto conflittuale che qui viene portato all’estremo, facendo dubitare su cosa sia umano e cosa no, introducendo temi delicati come la clonazione e interrogandosi sulle possibilità offerte dall’eugenetica.

Quando un film di questa portata ha queste connotazioni risulta sempre difficile pensare ad un seguito. L’eredità che ha lasciato è immensa, non solo per gli appassionati ma per gli stessi addetti ai lavori; la sua influenza è tale che tocca moltissime corde del cinema di oggi.
Eppure a più di trent’anni di distanza lo stesso Ridley Scott, qui in veste di sceneggiatore e produttore, è protagonista del seguito, intitolato Blade Runner 2049, girato dal canadese Denis Villeneuve, regista interessante, già cimentatosi nel 2016, con successo, con la fantascienza, girando Arrival.
L’attesa per questo sequel è tanta, le prime immagini e scene circolate sembrano decisamente all’altezza. La scelta dei colori, delle inquadrature e delle luci appaiono come le esatte figlie del suo predecessore degli anni ’80, quasi a voler dare una continuità nella crescita e nello sviluppo di quel mondo distopico creato da Scott. L’impatto visivo e la scelta della colonna sonora sono potenti, richiamano ancora un senso di disagio e di apocalisse, descrivendo un’umanità ormai sull’orlo del baratro.

Trentacinque anni dopo Harrison Ford torna a vestire i panni di un vecchio Deckard, vissuto ai margini e dimenticato, ritrovato dal protagonista, l’agente K/Ryan Gosling.
Quello che attira di più di questo sequel sono le tante domande rimaste senza una risposta, la vera natura di Deckard e la sua identità.
Il tema del thriller psicologico e di un noir fantascientifico è ancora presente, un mistero da risolvere che mette in campo tante tematiche esistenziali senza dimenticare l’eterno duello tra uomo e macchina.

L’eredità di Blade Runner è stata raccolta, il suo lascito al cinema di fantascienza è immenso e la sfida di farne un sequel non è sicuramente delle più semplici ma gli elementi per un ottimo film ci sono tutti. Il fardello dell’essere il numero due è pesante, vedremo se 2049 sarà un altro spettacolo per gli occhi e l’intelletto.

Lorenzo Gardellin

 

[Immagine tratta da Google Immagini]

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Il gioco del male – Angela Marsons

Nell’anno appena concluso il genere crime/thriller si è confermato tra quelli più letti in Italia. I romanzi che regalano brividi e tensione sembrano infatti aver conquistato un’ampia fetta di pubblico italiano. Il segreto credo vada ricercato nella capacità di questo genere di trasmettere emozioni forti, di stuzzicare l’intuito e l’intelletto del lettore, di presentarsi come un enigma da risolvere.

La serie che vede come protagonista la detective Kim Stone, nata dalla penna di Angela Marsons, si è rivelata in Inghilterra un vero caso editoriale. Passando per l’autopubblicazione e per il successo del passaparola, il primo libro dell’autrice − Urla nel silenzio, pubblicato in Italia da Newton Compton nel 2016 − è arrivato a vendere oltre un milione e mezzo di copie nel mondo e ad essere tradotto in diciassette Paesi. Si tratta di thriller con approfondimento psicologico, la cui protagonista si è fatta spazio nel cuore di tanti lettori, dimostrandosi un personaggio vincente e credibile. I thriller sono ambientati in Inghilterra, precisamente nella Black Country, la stessa regione di provenienza dell’autrice. In Urla nel silenzio, la zona è scossa da una serie di omicidi, collegati da un invisibile fil rouge. La detective, supportata dalla sua squadra investigativa, indaga per rintracciare il nesso che lega le vittime e per scoprire l’identità dell’assassino.
Le sue indagini la porteranno ben presto nel luogo in cui anni prima sorgeva un orfanotrofio. Un posto che avrà molto da raccontarle e dal quale emergeranno storie agghiaccianti.
La protagonista, Kim Stone, è una donna diretta, dura, testarda e poco incline al contatto umano, guida la sua squadra senza esitazioni, proprio come conduce sull’asfalto la sua Ninja nera.
Dietro un’apparenza di chiusura e distacco, nasconde un passato dolorosissimo, che rischia di sopraffarla con il suo pesante bagaglio. Bagaglio di dolore che nella seconda avventura, Il gioco del male, pubblicato ad ottobre dello scorso anno, si rivelerà un fardello quasi fatale per Kim, a dimostrazione che alcune questioni irrisolte con il passato sono come mostri pronti a divorarci. Basta che qualcuno riesca ad incidere la nostra corazza abbastanza a fondo da permetterne la fuoriuscita. E chi meglio di un pericoloso sociopatico avvezzo alla manipolazione della mente umana può farlo?

«Sebbene definire il “perché” fosse di capitale importanza nell’indagine su un crimine, per Kim non era mai stato il tassello più importante del puzzle. Era l’unico elemento che non riceveva alcun supporto dagli ausili scientifici. Stabilire il perché era il suo lavoro, ma comprenderlo era l’ultima cosa di cui aveva bisogno. […]

Capire il perché di un’azione implicava la possibilità di empatia, comprensione e perfino perdono, per quanto il fatto commesso fosse orribile.

E, a giudicare dal suo passato, Kim non era una persona incline al perdono».

Andando a fondo nella psiche della protagonista, il lettore comprenderà lo spessore della sua personalità. Ciò che costituisce un ostacolo nel suo lavoro è anche quello che rende questa donna così speciale: le sue ferite, la sua infanzia in un quartiere degradato che non le ha impedito di diventare uno dei detective più validi e capaci, di sviluppare uno spiccato senso della giustizia, di sopravvivere al limbo di abiezione e sofferenza nel quale era stata condannata. Questo si cela dietro la maschera di freddezza e indifferenza dietro la quale la protagonista si trincera, e questa la base di profonda umanità che permette ai lettori di stabilire una sincera empatia con il personaggio.

Le tematiche affrontate sono forti: violenze, maltrattamenti e abusi, spesso trasferiti nella sfera dell’infanzia violata, casi che vengono filtrati dallo sguardo di una donna che sa bene cosa significhi subire quel dolore che scava nei bambini come fa un chiodo arrugginito nel tronco morbido di una pianta ancora giovane, che crescerà mantenendo quella profonda traccia. Una cicatrice che priva per sempre della spensieratezza, ma che permette a Kim Stone di vedere oltre, di sentire nel profondo ciò che le vittime provano.

La narrazione scivola veloce, coinvolgente, arricchita da dettagli e substrati psicologici, esposti con uno stile scorrevole e validi incastri temporali. Il lettore non può che sentirsi coinvolto, trascinato nelle indagini e nei pensieri di Kim Stone, subendo il fascino di personaggi tridimensionali e delle dinamiche che si rivelano centrali: i comportamenti umani, i processi mentali, la psicologia delle vittime e degli aguzzini, che la Marsons è così brava a rendere reali.

Una serie consigliata a chi è alla ricerca di una lettura coinvolgente. Mentre per chi fosse già in attesa del terzo volume, nel sito dell’autrice è possibile trovare curiosità sulla sua professione e interessanti consigli letterari.

Stefania Mangiardi

[Immagini tratte da Google Immagini]