Un piccione seduto su un ramo riflette sull’esistenza. Cosa sono la vita e la morte?

Il film Un piccione seduto su un ramo riflette sull’esistenza è uscito nel 2014, aggiudicandosi il Leone d’Oro al Festival del Cinema di Venezia. È diretto dal regista svedese Roy Andersson, che con questo lungometraggio conclude una peculiare trilogia (composta dai suoi due precedenti lavori Songs from the Second Floor del 2000 e You, the Living del 2007).

Andersson è un regista del quale non si sente molto parlare in Italia – se non fra i critici.  

Ammettiamolo: questo lunghissimo titolo fa pensare a quei film d’essai che spesso si fatica a capire (o a digerire!). Se è vero che la pellicola è un’elucubrazione mentale di matrice certamente filosofica, è anche vero che non si tratta affatto di un film eccessivamente cerebrale o pretenzioso. Direi che si rivela, piuttosto, una gradita e dolce-amara sorpresa. Ma avverto: bisogna armarsi di pazienza. Tante sono le scene mute, esclusivamente e pittoricamente visive, e occorre fare molta attenzione ai particolari.

I titoli di testa ci annunciano che il lungometraggio è la «parte finale di una trilogia sull’essere un essere umano». Il nucleo tematico del film è dunque la fin de la vie, il momento del trapasso – infatti ci vengono mostrati tre incontri con la morte.

Andersson mette subito in scena il suo grottesco umorismo: il primo incontro riguarda un decesso che passa inosservato, quello di un uomo colto da infarto senza che la moglie canterina, impegnata in cucina, si accorga di nulla. Seconda inquadratura: un uomo si reca in ospedale al capezzale della madre morente, dove ritrova i suoi fratelli. La moribonda stringe tra le mani una borsa contenente gioielli e soldi. I fratelli spiegano che la donna vuole portare con sé in paradiso tutti i suoi preziosi averi. Segue un tragicomico tentativo, da parte dei fratelli, di strappare la borsa dalle mani della madre mentre lei si lamenta e il suo letto d’ospedale si sposta accentuando il ridicolo di tutta la situazione. Terzo incontro col sonno eterno: un uomo muore improvvisamente a bordo di un traghetto, proprio dopo aver pagato un pasto e una bibita che, ovviamente, non ha fatto in tempo a consumare. «Non si può certo pagare due volte una consumazione, meglio offrirla a qualcuno» dicono i presenti.

Tanti altri personaggi si avvicendano nel corso del film, che è un susseguirsi di inquadrature frontali – è la prospettiva che avrebbe un piccione appollaiato su un ramo. Pennuto che viene citato a un certo punto della storia: una bambina impacciata sale sul palco durante un saggio scolastico intenzionata a recitare una poesia su questo uccello che «si riposava e pensava, pensava che non aveva soldi e poi volava a casa sua». Come non pensare che il regista ci abbia voluto suggerire che la vita in fondo è questo: riflessione (alla quale Andersson dona enorme importanza), ma anche osservazione, nonché – scadendo nella materialità così come fanno i figli che cercano di scippare la madre morente – soldi e casa.

Che tutto ruoti attorno al denaro lo sanno anche i due venditori di scherzi che paiono mortalmente seri. Uomini bizzarri che vanno in giro con valigette contenti denti da vampiro, sacchetti che riproducono risate e un’inquietante maschera. I due cercano di concludere (senza riuscirci) grandi affari, scontrandosi con la loro vita grigia, arida, miserabile. Vivono in una specie di pensionato che ricorda una prigione, litigano ma si riappacificano perché al mondo non hanno nessun altro. Ci ricordano che la vita non è che uno scherzo grottesco e tragicomico, uno scherzo serio, per usare un calzante ossimoro.

Ma la vita è anche la pulsione sessuale rappresentata dall’insegnante di danza vecchiotta e in carne che incalza il suo bello e giovane allievo. Vita è lo scorcio visivo e sonoro che mostra un bimbo in carrozzina che ride gioioso. Vita è l’energia dei soldati di re Carlo XII di Svezia (che fa una stravagante comparsata in un bar dei giorni nostri) pronti a combattere – ma anche a morire – sul campo di battaglia.

Questo e molto altro ancora è ciò che possiamo trovare in questo film iper filosofico che propone e ripropone alcune silenziose domande: vogliamo essere osservatori come il piccione del titolo oppure soggetti agenti? Vogliamo concentrarci sugli aspetti materiali della vita o sugli affetti (la casa)?

Nel suo tetrafarmaco, Epicuro ci rassicura spiegandoci che non ha senso temere la morte: quando ci siamo noi, lei non c’è e viceversa. Ma il tutto è davvero così semplicistico?

Concludo con una citazione dal film: «Aveva un sasso nella scarpa, è stato bello quando se l’è tolto».

Forse, per sentirci più liberi prima che giunga la fine – risata finta e stonata che incombe sulla vita, riso argentino e genuino – sarebbe meglio togliere qualcosa.

 

Francesca Plesnizer

 

[immagine tratta da Google immagini]

 

banner-pubblicitario-03

Selezionati per voi: Febbraio 2015

LIBRI

Che l’amore sia qualcosa per cui vale la pena di vivere non sarà San

Valentino a ricordarcelo. Non sarà certamente una festa che è ormai molto consumismo e poco amore vero. Eppure, il vero segreto della vita sarebbe quello di innamorarsi ogni giorno. Di un paio d’occhi, di parole rubate, di un bacio. Oppure di una professione, di un’arte, di un sogno che abbiamo nel cassetto. Perché tutti siamo capaci di innamorarci di qualcosa o di qualcuno, tutti siamo in grado di sentir battere il nostro cuore in un’occasione piuttosto che in un’altra.
Oggi non vi consiglio le novità del mese, oggi vi consiglio le novità dell’amore.

Per chi ci ha creduto troppo, per chi ci crede fermamente e per chi non ci ha ancora mai creduto.

index

Niente è per caso – Maria Venturi

Chi di noi non l’ha mai incontrato? Quell’amore per cui non si è pronti, quell’amore che potrebbe essere potenzialmente la sola cosa di cui si ha bisogno, ma che lasciamo cadere. Marta e Billy  si incontrano un’estate in Versilia: così diversi eppure entrambi poco accostati alla parola futuro. Lei, sognatrice e amante dei libri, troppo forte per essere la donna giusta. Lui, che già punta alla sua carriera, che nell’età più giovane é già ambizioso, che vuole raggiungere le cose prima e meglio degli altri, che lei giudica quasi noioso, quasi ridicolo. Malgrado l’amore travolgente, quell’amore per cui un po’ ci si ama e quasi un po’ di più ci si odia, si lasceranno, continuando rispettivamente le loro vite. Vite che nel tempo sapranno intrecciarsi ancora, all’infinit

o. Vite che li porteranno ad una guerra e ad un amore “sbagliato” con cui convivere.
Perché ognuno di noi lo sa: è quell’amore talmente sbagliato che ogni volta che lo si avverte è l’unico in grado di far mancare il respiro e sentir volare le farfalle nello stomaco. E’ quell’amore del cui dolore – nonostante tutto – non vorresti mai fare a meno.

Momento di una coppia – Nelly Alard

“Dire ti amo (…) è inserirsi nel tempo, non è come dire ho voglia di te o sto bene con te. Dire ti amo (…) è un giuramento, include il tempo e la globalità, amo tutto ciò che sei, ti amerò per sempre o comunque per molto tempo. Non si può dire ti amo poi cinque minuti dopo non ti amo più, ma quindici anni dopo sì, qual è la durata implicita della parola ti amo?”.

Usciamo un po’ dall’amore e le farfalle. Entriamo nell’amore di ogni giorno, quello che rischia di diventare noioso con una frequenza più alta delle offerte al supermercato. Quello che se non alimentato si spegne. Quello corroso, quello che non si potrebbe più nemmeno chiamare amore. Amare per quanto tempo ci è concesso? Qual è il limite a cui prefiggersi di non rinunciare all’altro?
Sapersi raccontare, sapersi comprendere, saper accettare gli errori di “noi” e non di sè. Perché nulla rimane come quando inizia, e nulla arriva ad essere sempre come ci potremmo aspettare.

“Ma tra la partenza e il traguardo nel mezzo c’è tutto il resto, e tutto il resto è giorno dopo giorno, e giorno dopo giorno è silenziosamente costruire, e costruire è potere e sapere rinunciare alla perfezione,ma il finale è di certo più teatrale così di ogni storia ricordi solo la sua conclusione”. Niccolò Fabi

Il tuo meraviglioso silenzio – Katja Millay

“Restiamo un mistero l’uno per l’altra. Forse se riuscissi a risolvere lui e lui me, potremmo spiegarci a vicenda. Forse è quello di cui ho bisogno. Che qualcuno mi spieghi a me stessa”.

Nastya e Josh, nonostante la giovane età, hanno già potuto constatare che la vita non sia facile, che non ci sia un manuale di istruzioni per affrontarla e che tutti i tuoi programmi siano fatti apposta per essere sconvolti. Entrambi non rappresentano soltanto una passione reciproca, ma raccontano i loro sogni, raccontano come ci si possa innamorare di ciò che si fa. Passione che fa vivere, che se manca ci rende ben poco vivi. Dove inizia la vita e finisce una passione? Non c’è limite, non c’è confine. Finché respiri ciò che ami, vivi di quello. Come possono, due persone distrutte della loro passione, ritrovarsi a condividere la loro tragica sofferenza?

“Ho bisogno di sapere che c’è modo per la gente come noi di uscirne. Ho bisogno di convincermi che è davvero possibile stare bene, e magari non solo bene, ma benissimo; che esiste il modo, anche se non l’abbiamo ancora trovato. Dev’esserci per forza un finale migliore di questo. Una storia più felice. Perché ce lo meritiamo”.

Cecilia Coletta

FILM

Febbraio è il mese dell’anno che tutti gli appassionati di cinema aspettano con ansia. Non solo per l’attesissima notte degli Oscar (il 22/02), ma anche perché questo è il periodo dell’anno in cui si concerta la più alta quantità di ottimi titoli da andare a vedere al cinema. Per passare una bella serata di svago, abbiamo scelto per voi tre film che vi potrebbero conquistare, oltre ad essere tutti possibili candidati al titolo di miglior film del 2015. A voi lasciamo solo l’imbarazzo della scelta. Buona visione!
Poster-Leoni

Leoni

Una produzione tutta nostrana per divertirsi con una commedia ambientata nella splendida Treviso. La crisi è ormai assodata anche in Veneto, dove si era abituati a vivere in ben altro modo. E’ così anche per Gualtiero Cecchin (Neri Marcorè), pigro figlio papà costretto a inventarsi una nuova vita per sopravvivere agli improvvisi problemi finanziari della sua famiglia. Risate leggere e senza troppo impegno per passare una serata piacevole. USCITA PREVISTA: 5 FEBBRAIO

Un piccione seduto sul ramo riflette sull’esistenza

Esce al cinema il vincitore dell’ultimo Festival di Venezia. Una splendida pellicola surrealista che porta la firma di Roy Andersson. Un percorso fatto di incontri e situazioni inaspettate, che diventano uno strumento per offrire un punto di vista originale sulla società attuale. Un film per veri intenditori. USCITA PREVISTA: 19 FEBBRAIO

Vizio di forma

L’atteso ritorno di Paul Thomas Anderson alla regia avviene sotto il segno di un magnetico thriller ambientato nelle fosche atmosfere degli Anni Settanta. Personaggi incredibili, costumi ricercati e una colonna sonora trascinante sono solo alcuni elementi di contorno a uno dei migliori film di questa stagione. Se vi piace il genere “American Hustle”, questa pellicola diventerà presto una delle vostre preferite. USCITA PREVISTA 26 FEBBRAIO

Alvise Wollner

[immagini tratte da Google Immagini]