In un’epoca in cui tutti possono dire la loro opinione grazie al Web, la distinzione tra critica ragionata e una banale osservazione della realtà con relativo commento, si è annullata sempre di più. Ha ancora senso allora continuare a fare della critica al giorno d’oggi? Abbiamo provato a rispondere a questa domanda cruciale.
recensioni
Agatha Christie – Assassinio allo specchio
“Viviamo in un mondo malvagio, e quando un individuo intelligente decide di dedicarsi al crimine, è davvero la cosa peggiore”.
Arthur Conan Doyle
Nel piccolo paesino di St. Mary Mead c’è un gran fermento: Marina Gregg, famosa diva di Hollywood, ha deciso di organizzare una festa per il suo ritorno sul grande schermo, invitando l’intera cittadina. Una festa dove regnano fama e spensieratezza, dove regna lo “stare bene comune”, dove l’etichetta fa da padrona, dove ogni equilibrio, in un solo attimo, viene tragicamente rotto.
Il cristallo del bicchiere incontra il pavimento, il rumore echeggia nel prestigioso salone della villa. Una donna, esce da quella serenità putrefatta: Heather Badcock muore avvelenata. Lo sgomento dei presenti, il terrore scuote gli animi più spavaldi e invade quelli più fragili; più di tutti quello di Marina Gregg, a cui era originariamente destinato il bicchiere. A seguito di un casuale urto, Miss Badcock aveva rovesciato il suo cocktail: proprio Marina era stata così gentile da cederle il suo. Un cocktail mortale, passato da una mano all’altra con un gesto gentile. Ma chi avrebbe potuto voler uccidere l’insignificante Miss Badcock? Certamente quel bicchiere di Marina le era costato la vita, ma era quest’ultima ad essere davvero in pericolo. Troppe persone avrebbero voluto sbarazzarsi di lei: attrici rivali, uomini del passato, ma più di tutto l’invidia della gente. Una donna amata e invidiata da tutti: un bersaglio così esposto, eppure così irraggiungibile. Read more
Il Conte di Montecristo
Il commissario di polizia batté col martello tre colpi. La porta si aprì, i due gendarmi spinsero il prigioniero che esitava; Dantès oltrepassò il limitare terribile, e la porta si richiuse subito con fracasso dietro a lui. Egli respirava un’altra aria, un’aria mefitica e pesante; era l’aria della prigione.
Edmond Dantès, prossimo alle nozze e ad una carriera brillante, vede la sua vita fermarsi in un secondo. Senza aver commesso alcun reato, viene condannato a trascorrere anni di prigionia in una cella del Castello d’If. Senza poter vivere, senza riuscire a godersi ciò che il futuro gli aveva riservato, ma soprattutto senza sapere perché e per mano di chi.
Chi aveva desiderato così ardentemente una condanna completamente ingiusta? Perché era stato sbattuto in una cella senza poterne nemmeno conoscere il motivo?
Per dieci minuti (Chiara Gamberale)
Lentamente muore chi diventa schiavo dell’abitudine,
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marca o colore dei vestiti,
chi non rischia,
chi non parla a chi non conosce.
Lentamente muore chi evita una passione,
chi vuole solo nero su bianco e i puntini sulle i
piuttosto che un insieme di emozioni;
emozioni che fanno brillare gli occchio,
quelle che fanno di uno sbaglio un sorriso,
quelle che fanno battere il cuore
davanti agli errori e ai sentimenti.
Così recita la meravigliosa “Lentamente muore” di Pablo Neruda. Read more