Gli invisibili: tra eccellenza ed inesistenza

Ormai il mantra collettivo è quello dell’homo homini lupus. Il mondo è dei forti, dei furbi, dei più adatti, come dicono le rimasticazioni perverse del neodarwinismo. Dalla scuola, al mondo del lavoro, alla strada, le leggi dominanti sembrano essere quelle del bullismo, del mobbing, delle aggressioni. Guai ai deboli, ai sensibili, ai diversi di ogni specie! La legge del branco non ammette deroghe. O ti sottometti al più forte e stai nella sua ombra, o non hai scampo — in un modo o nell’altro prima o poi riusciranno a cancellarti dal loro orizzonte. La cortesia, la gentilezza, il sorriso, l’attenzione benevola che, per sua natura, l’essere umano è sempre stato in grado di offrire ai suoi simili, sono stati spazzati via in un paio di generazioni, lasciando al loro posto dei ghigni vuoti, che di umano hanno davvero poco.

Questo è solo parte dell’ampio discorso di Susanna Tamaro durante una Lectio Magistralis tenutasi all’apertura del Salone del Libro a Torino e tesa a riportare l’attenzione sul concetto di bene.

Perché sono stato così colpito dalle sue parole?

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