La scuola per il futuro

La scuola educa ed istruisce.

Educazione ed istruzione due parole spigolose da pronunciare sebbene dense di significato e che risultano, oramai, logorate dall’abuso che se ne fa.

Che significato ha, oggi, dire che la scuola deve educare ed istruire i giovani?

Ha ancora senso domandarselo?

Se la risposta è no, c’è da rimanere basiti.

Occorre porsi quella domanda per capire cosa sia la scuola oggi o, meglio, cosa dovrebbe essere.

Scontato dire che deve istruire, fornendo conoscenze, strumenti di pensiero e di logica; altrettanto palese vedere la scuola come sede di educazione extrafamiliare -ricordiamoci che la famiglia deve essere il primo punto di riferimento per questo-; manca qualcosa, però, a questa definizione, quel quid che renda la scuola ‘umana’, relazionale, confortevole.

Spesso ci si dimentica che la scuola è fondamentale nella vita di una persona e può determinarne successi ed insuccessi futuri, sia a livello personale che professionale.

Dimenticandosi di ciò si incorre nel rischio di trasformare la scuola in una struttura arida, eretta dalla mera burocrazia che serve a dividere gli “intelligenti” dagli “scemi”, abbandonando questi ultimi a loro stessi e segnandoli a vita.

La scuola deve, invece, essere un luogo di aggregazione, condivisione, relazione e fiducia.

AGGREGAZIONE: la scuola deve unire, non dividere. Il bambino ha la sua prima conoscenza di “società” nella scuola e proprio per questo deve conoscere l’importanza di sentirsi parte di un gruppo.

CONDIVISIONE: la scuola deve insegnare a “cum-dividere”, a spartire con l’Altro, dimostrando che anche la sconfitta, se condivisa, può essere meglio sopportata.

RELAZIONE: la scuola deve creare relazioni, tra gli insegnanti e gli allievi, tra gli insegnanti e le famiglie. Solo attraverso la relazione si può riconoscere l’Altro come Altro da sé e ci può essere uno scambio di messaggi diretto e sincero.

FIDUCIA: alla base della relazione che si instaura deve esserci la fiducia che permetta all’Altro di essere se stesso.

E Storia, Inglese, Geografia, Matematica ecc, chiederete, dove sono?

Ci sono, così come i compiti, le interrogazioni ed i voti.

Ma prima di questo ci devono essere le Persone, con i loro difetti, le loro capacità, il loro talento magari nascosto, le loro paure, le loro storie.

Il giudizio sulla Persona non deve derivare dal voto in Inglese, perché quest’ultimo può essere dettato da innumerevoli fattori a noi sconosciuti, ma da domande quali Chi ho di fronte? Perché ha preso 4? Cosa lo turba?

Per ogni domanda la scuola deve trovare una risposta prima di assegnare etichette che poi saranno difficili da togliere.

La scuola è come un allenatore, deve preparare il giovane per raggiungere un obiettivo posto a breve-media-lunga distanza; come tale lo deve osservare, comprendere le sue capacità e le sue lacune, escogitare un allenamento ad hoc che vada a rafforzare i punti deboli; l’allenatore-scuola deve capire il talento del giovane e coltivarlo. Tutto questo per la partita più importante della sua vita: quella con il Futuro.

Valeria Genova

[Immagini tratte da Google Immagini]