Addio alla ragazza imprecisabile

 

Volate alto, metteteci fantasia, se non avete una storia d’amore inventatevela!

Riuscire a mixare cultura, lussi, frivolezze ed emozioni forti non è da tutti; o meglio tutti riusciremmo ma non con il giusto equilibrio.

Marta Marzotto, invece, riusciva perfettamente a calibrare ogni cosa senza mai cadere nell’eccesso.

Regina della moda ma anche della vita, ragazza ribelle che da umili origini è riuscita a costruire un impero, ci ha lasciato ieri, a 85 anni.

Definita la “ragazza imprecisabile” da Guido Piovene, perché Marta era mille cose anche opposte tra loro, era anticonformista ma conformista, era ribelle ma conservatrice, era colta ma semplice e la sua vita l’ha sempre vissuta in corsa, tra amori folli, 5 figli, gioie e dolori della vita, come la morte della figlia a soli 32 per fibrosi cistica.

Una donna forte che non si è mai arresa, generosa e sorridente fino all’ultimo momento della sua vita perché l’ottimismo era sempre stata la sua carta vincente; l’ottimismo di andare avanti nonostante le difficoltà e di ripartire sempre dai propri errori. Dopotutto la sua vita tra infanzia e adolescenza era stata dura, trascorsa tra le risaie della Lomellina come la madre e dopo come apprendista sarta e modella a Milano.

Una gavetta che l’ha fatta crescere in fretta e le ha dato la possibilità di toccare il fondo per poter risalire nel corso degli anni e affermarsi come donna, come madre e come artista, trasformando la sua moda in una griffe apprezzata in tutto il mondo.

Marta la vorrei ricordare col suo sorriso contagioso, la sua esuberanza vestita di caftani preziosi, la sua energia e la capacità di essere vera nel mondo fittizio del lusso, perché, come diceva lei

se hai sofferto la fame e hai raccolto il riso, impari a tenere stretto qualcosa di bello prima che scappi.

Valeria Genova

Chi? Maddalena Sperotto, la moda è mamma!

“Chi, loro?” vuole dare voce ai giovani di oggi, non solo attraverso le mie parole ma anche per mezzo dei loro stessi racconti.

Voci multiple e completamente diverse tra loro che compongono un unico coro cantando l’inno della realizzazione, dell’impegno e della passione.

Oggi vi presento Maddalena Sperotto, classe 1987, mamma e stilista della sua linea personale Corallo Bambù.

– Maddalena, ragazza under 30, mamma e stilista: come è iniziato il tuo percorso nel mondo della moda?

La moda è sempre stata una mia passione, fin da bambina amavo giocare con i vestiti delle bambole e sognavo di fare la stilista. Il mio percorso in questo mondo é iniziato quando mi sono iscritta all’Istituto Marangoni di Milano, dove ho conseguito il titolo di “Fashion Designer” e la soddisfazione di vedere gli outfit creati per la sfilata finale pubblicati su Vogue.it . Questa esperienza mi ha, inoltre, dato la possibilità di trovare lavoro come stilista, prima alla Replay per uno stage di sei mesi e poi da Basile a Milano dove ho lavorato per due anni, prima di decidere di lanciarmi nell’avventura di Corallo Bambù.

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– Corallo Bambù, così si chiama la tua linea di abiti sartoriali: perché questo nome e come descriveresti la tua linea?

Il corallo bambù è una reale qualita di corallo, ho dato questo nome alla mia linea perché mi piace utilizzare pietre dure e applicazioni ricercate per impreziosire i mie abiti ed inoltre le due parole vicine mi davano un sensa di raffinata freschezza. Posso descrivere il mio stile come molto femminile ed elegante, ogni abito é creato con attenzione sartoriale per mescolare con perfetto equilibrio silhouhettes moderne e tessuti ricercati.

– Essere giovane ed essere stilista: secondo te, nel nostro Paese, è un vantaggio nel tuo campo essere giovani o si rischia di sparire prima ancora di iniziare?

Credo che ogni fase della vita abbia i suoi pro e i suoi contro. La giovane età porta con sé molta energia, positività e quel pizzico di incoscienza che mi ha spinto a mettermi in gioco senza paura. Per quanto riguarda lo sparire ancora prima di iniziare, tema che non ci si possa ritenere immuni a nessuna età. 

– La moda è arte, è espressione artistica. Concordi con questa affermazione? Perché?

Certo concordo con questa affermazione. La moda è arte in quanto forma di espressione umana, penso che al pari della pittura e delle scrittura possa essere un tramite tra le nostre emozioni ed il mondo esterno.

– Molti considerano la moda qualcosa di superfluo se non frivolo. Cos’è, secondo te, che non arriva agli occhi di queste persone e quali passi in più dovrebbe fare la moda per convincerli a ricredersi?

Credo che ciascuno possa percepire la moda in modo diverso, anche non interessarsene é un’espressione del proprio essere e come tale va rispettata. Per questo non credo che si debba fare nulla per far ricredere queste persone, anche se sono sicura che nel vestirsi ogni giorno, fanno delle scelte basate su uno stile che, per quanto personale, é in qualche misura influenzato dalla moda.

– La moda come libertà espressiva parte da una riflessione dello stilista stesso: nel tuo caso, come nasce un nuovo modello?

I miei modelli ancora prima che da una riflessione, partono dall’istinto, da un’idea un po’ confusa che si materializza piano piano quando metto la matita sul foglio.

– Quale riflessione ti spinge a creare?

Come ti dicevo sono molto istintiva nella creazione dei miei modelli, mi influenzano sicuramente le tendenze del momento e i colori della stagione, ma, soprattutto, nelle forme e nei tessuti seguo molto il mio gusto personale.

– In un’intervista il regista Vanzina ha detto che ormai nessuno sa più cosa vogliano i giovani di oggi perché nessuno li racconta. Secondo te nessuno li racconta o nessun giovane ha il coraggio di esporsi? Perché?

Io direi che i giovani, non abbiano bisogno di essere raccontati, credo che siano perfettamente in grado di esprimere cosa vogliono con forza e senza timori.

– A tuo avviso, cosa vuole oggi un giovane della tua età?

Credo che i giovani della mia età abbiano tanta voglia di realizzarsi, e non solo in ambito lavorativo, ma anche negli affetti. Posso garantire che oltre agli sforzi per farsi una carriera, vedo molti miei coetanei ambire a farsi una famiglia.

– Cosa pensi della tua vita? Quali traguardi vuoi ancora raggiungere?

Non ti nascondo che sono molto contenta, sono da poco mamma ed é in assoluto l’esperienza più bella, un’avventura che ti obbliga a ridefinire la parola amore. Come traguardo, oltre a continuare con Corallo Bambù con ancora più impegno, voglio solo che la mia famiglia sia felice.

– Una domanda per il nostro sito: cosa pensi della Filosofia nei nostri giorni?

Penso che la filosofia, intesa come “amore per la conoscenza” in quanto tale, sia oggi un po’ sottovalutata, la conoscenza e lo studio sono sempre più spesso utilizzati come tramite per trovare un lavoro e la sete di sapere svilita dalla facilità con cui si possono reperire le informazioni. Ritengo pero’ che il pensiero filosofico sia ancora vivo, in quanto insito nella natura dell’essere umano. Insomma chi più chi meno, siamo tutti portati, in qualche momento della vita, a sederci a riflettere e porci quesiti esistenziali!

Maddalena è una dei tanti giovani che oltre ad essere immersa nel mondo del lavoro con entusiasmo e competenze, ha la capacità di conciliare carriera e famiglia, dimostrando quanto la volontà sia la migliore arma per arrivare al soddisfacimento dei propri obiettivi.

In bocca al lupo Maddalena!

 

Per gli interessati:

Questo il sito di Corallo Bambù

Questa la pagina FB

 

Valeria Genova

[Immagini di proprietà di Maddalena Sperotto]

Gli 8 grandi perché della moda. (Roba che Obama non ci dorme la notte)

 

 

 

Floreale? In primavera? Avanguardia pura.

 

1) Perché le fashion blogger hanno sempre la faccia seria come se stessero risolvendo il teorema di Fermat? 1bis) E perché si fanno fotografare coi piedi storti?

2) Perché le commesse di negozi di marche di lusso ti trattano come se per decidere di comprare una borsa da 2000 euro fosse increscioso impiegarci più di 1 minuto, mettendoti un certo disagio, una discreta ansia da prestazione e facendoti sentire una tirchia,  quando loro 2000 euro non le vedono neanche in tre mesi di lavoro?

3) Perché il caschetto “magari ecco, se me lo fai giusto un po’ più lungo” ora si chiama  LONG BOB, che vallo a spiegare che non è una disciplina delle olimpiadi invernali? O a Giggino, il parrucchiere unisex taglio e piega euro 20 nel vicolo sotto casa che ha anche la seduta Little Italy anni’40 col cavalluccio per tagliare i capelli ai bambini?

4) Perché a quella tonalità di biondo che piace a me cambiate nome ogni 6 mesi?

5) Perché Carrie l’abbiamo ritenuta un’icona di moda anche quando gli sceneggiatori pretendevano di farla sposare con un piccione punk imbalsamato in testa?

6) Perché più ti avvicini ad assomigliare ad una contadina dell’entroterra estone e più sei cool?

7) Perché quando giri da Zara vedi solo facce schifate nei confronti del prossimo, naso all’insù e falcata a ritmo di una musica dal genere indecifrabile ogni tanto intervallata da “Samantha in cassa niGNo” quando sei, se il senso dell’orientamento e della realtà non mi ingannano, in un grande magazzino a ravanare tra pezze made in Bangladesh e non a scegliere diamanti neri in una gioelleria dell’Upper East Side?

7) Perché Charlotte Casiraghi se mette una t- shirt bianca e pantaloncini deformi altrettanto bianchi  è di una eleganza divina e noi sembriamo delle massaggiatrici o, nella migliore delle ipotesi, l’equipaggio dello yacht di Charlotte Casiraghi?

8) E perché in inglese non sapete dire “book”, ma sapete dire OUTFIT?

La frase “la vera bellezza è quella interiore” fa troppo Suor Cristina di The Voice.
La frase “la moda rimane lo stile passa” mi pare l’abbia già detta una tale Coco Chanel.
Io posso solo aggiungere che quel qualcosa in più non si compra da nessuna parte. Che nel vostro OUTFIT l’unico accessorio che non deve mai mancare è il sorriso. Vero. Che quando ci si sente in passerella, basta un attimo e si inciampa proprio in quella scarpa da 1000 euro. Che l’importante è rialzarsi, appoggiarsi a chi con noi di questa caduta piangerà dalle risate, e magari comprare delle converse.Che siamo belle lo stesso. Che siamo brutte lo stesso. Di cadute ne faremo tante. Che almeno non siano di stile.

Donatella Di Lieto

Ps: ora scappo che devo andarmi a fare un long bob con riflessi sun kissed ed il mio sunday outfit non è ancora abbastanza  cromaticamente insensato.

[Le opinioni espresse sono a carattere strettamente personale/ Views are my own]

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[Immagini tratte da Google Immagini]