Essere genitori non è un diritto né un dovere. Essere genitori è il più grande privilegio destinato all’uomo..e questo, in particolare, è legato alla presenza d’amore e volontà, di forza e tenacia, un pizzico di follia e spirito di sacrificio, ma sicuramente essere genitori prescinde dalla sessualità di una persona.
“Family day”
Una scritta, un niente che porta con sé immensità di implicazioni.
Avrei voluto crescere con la famiglia perfetta, dove la mattina di Natale si corre sotto l’albero, dove i genitori si guardano complici, dove un abbraccio viene sempre prima di ogni cosa, dove l’amore si respira nell’aria.
Non è forse questa l’idea alla base di questa giornata?
La famiglia perfetta, quella della pubblicità della Mulino bianco.
Beh, volete la verità? Di famiglie così ce ne sono poche, troppo poche purtroppo, ma, come ribadisco sempre, l’apparenza conta molto di più della verità, in questa società.
Sono imposizioni implicite…tutti devono apparire sereni, felici, nessuno dovrà mai capire che le espressioni indossate mascherano realtà atroci.
Si è “costretti” a vergognarsi dei soprusi subiti, a vergognarsi della propria realtà…mi sono state rivolte tante accuse, nel momento esatto in cui ho deciso di non acconsentire e liberarmi da quella gabbia di bugie e odio, qualcuno mi disse di dover tacere, altri non mi hanno creduta, perché i loro sorrisi sono sempre stati più facili da accettare.
Ho iniziato a vergognarmi d’aver avuto il coraggio, la forza, di essermi asciugata le lacrime da sola….
Con gli anni ho compreso che la famiglia non è necessariamente e obbligatoriamente il nucleo parentale in cui si nasce.
Un legame sanguigno non potrà mai vincolare le persone ad amarsi, per quanto tale verità possa turbare la mente di chi ha vedute troppo ristrette per accettare che non tutto ciò che si scorge è rappresentativo della realtà dei fatti.
Mi hanno sempre insegnato a dire che la mia famiglia era meravigliosa, che eravamo felici, ma solo noi sapevamo cosa accadeva la notte.
Solo io so cosa voglia dire trovarsi soli, perché i propri genitori hanno deciso che quelle mura, che hanno costituito una galera, fossero l’unico vero collante tra noi.
La famiglia è una scelta.
Io la mia scelta l’ho compiuta, quando ho compreso che coloro che mi hanno concepita non erano, nel vero senso della parola e non in quello che riporta un dizionario, i miei genitori.
Una donna a me molto cara mi ha sempre ribadito come i genitori non potessero scegliere i figli, ma come la situazione fosse analoga dall’altra parte.
La famiglia, la casa, sono sentimenti…sono quelle sensazioni che liberano le tensioni quando le braccia di chi ami ti stringono, sono quelle lacrime asciugate amorevolmente malgrado gli errori, sono là segnaletica che ti indica la retta via senza presunzione, sono la condivisione di ogni lato del proprio sé, senza paure né riserve.
La mia famiglia l’ho trovata negli amici di sempre, che malgrado i litigi sono qua con me, in ogni istante…la mia famiglia l’ho scoperta in due signori incontrati in spiaggia per caso che mi hanno protetta e accolta, dandomi gli strumenti per comprendermi ed amarmi…la mia famiglia si presenta davanti la porta ogni volta che giro nella toppa le chiavi e vedo un cumulo di pelo che scodinzola e mi guarda con un amore infinito…amore lo sento accanto a coloro che scelgono di stare accanto a me, perché la vita insieme è più bella…amore che non ho mai potuto scorgere negli occhi dei miei genitori.
L’amore non può essere standardizzato da una serie di stereotipi che la storicità e la propria società impongono.
Lo ammetto, io avrei voluto una famiglia da sempre, sulla quale contare in ogni istante…ma una famiglia normale, per me, per coloro che non hanno avuto il privilegio immenso di averla, non significa avere la presenza di una mamma e di un papà necessariamente.
Avrei preferito mille volte due mamme, due papà, piuttosto che non sentire mai sulla pelle nemmeno un sospiro d’amore.
Avrei desiderato mille volte mangiare con due mamme o due papà, ma non auguro a nessuno di non poter cenare con il proprio padre per 20 anni “perché lui non ha voglia di sedersi a tavola” e predilige a te una serie TV guardata in soggiorno mangiando col vassoio.
Avrei voluto…avrei desiderato mille cose…vorrei, adesso, che la famiglia fosse considerata un luogo dove dei bambini possano sentirsi amati, sempre, e non additati come l’errore che incatena due persone.
La vera famiglia non ha bisogno di una giornata, è l’amore quotidiano che rende possibile festeggiare ed essere grati.
Vorrei che qualcuno lo spiegasse a queste persone, quanto fa male sentirsi esclusi da un insieme così importante, unicamente perché per noi TRADIZIONALE non vuol dire NORMALE.
Nicole Della Pietà