Segno, dove vai?

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Segno, dove vai? è il nome del laboratorio de La valigia del filosofo1 pensato per i bambini dai tre ai cinque anni, che ha per tema la scoperta del segno e della forma. Il percorso didattico, progettato a partire dagli assunti teorici fondamentali della pedagogia di Bruno Munari, si prefigge come obiettivo principale quello di incrementare nei bambini la capacità di interpretare criticamente, per poi elaborare in modo personale, codici espressivi di natura visiva. Il laboratorio si articola in una serie di ‘esercizi mobili’, che possono essere integrati e adattati in base alle esigenze creative dei bambini. Così assume la forma di un allenamento, in cui il gioco con segni e forme curvi, spezzati o misti, disegnati o ritagliati su cartoncino colorato, si concretizza in elaborati grafico-materici.

Nel momento in cui i bambini, di fronte a un pezzo di carta strappato in modo casuale, si divertono nel dire: “è a forma di…!”, il gioco offre lo spunto per una riflessione sulla differenza concettuale tra segni e forme che rappresentano qualcosa di concreto, come una torta di compleanno o un cespuglio ingarbugliato, e segni e forme puri, il cui significato non emerge in modo già determinato da loro stessi. È proprio l’interazione con elementi visivi che rappresentano solo se stessi a stimolare maggiormente la creatività: senza un riferimento univoco alla realtà concreta, i bambini sono coinvolti in un processo di ricerca di senso più profondo, che rende necessario il dialogo e il confronto reciproco per stabilire interpretazioni condivisibili. Nell’elaborazione di codici espressivi a partire da
stimoli visivi privi di un riferimento stabile alla realtà concreta, la riflessione coinvolge il più delle volte la sfera emotiva e dello stare insieme.

Segno, dove vai? presenta, in forma propedeutica, molti elementi di continuità rispetto ai laboratori rivolti ai bambini più grandi, in particolare rispetto al laboratorio di logica e filosofia Officina Frullapensieri. Per questo, ci sembra interessante confrontare due attività che fanno parte dei due percorsi didattici.

Uno degli esercizi che proponiamo in Segno, dove vai?, consiste nel tracciare un segno da un lato di un cartoncino colorato al suo lato opposto non con la matita o con il pennarello, ma con le forbici. Il cartoncino viene così diviso in due parti e sovrapposto a un cartoncino di colore diverso. Se i due margini del cartoncino tagliato vengono tenuti vicini, come per ricomporne l’unità iniziale, ciò che il bambino vede è un segno fine, quasi impercettibile. Possiamo renderlo più marcato distanziando di qualche millimetro i due pezzi tagliati: il segno è più spesso, sembra fatto con un pennarello a punta grossa. Allontanando ancora un po’ i margini… “Sembra un fiume con tanta acqua tra le
montagne!”. E ora che è più largo che lungo, possiamo ancora dire che sia un segno? Certamente no! “Ora è a forma di animale!”. Ma quando è avvenuto il passaggio dal segno alla forma, se è stato così graduale?

Una delle attività dell’Officina Frullapensieri prevede l’interazione dei bambini con un oggetto concreto un po’ ingombrante, di polistirolo e cartoncino: si tratta di una fedele riproduzione della credenza della nonna di Achille, dai cassetti grandi, dipinti con colori vivaci. Achille è un bambino un po’ sbadato e spesso capita che, mentre gioca a pallone a casa della nonna, prenda male la mira e rompa un cassetto. La sua storia e quella della credenza, ogni volta restaurata da un precisissimo falegname, introduce la riflessione sul tema dell’identità e della persistenza nel tempo. Ogni volta che un cassetto si rompe, viene sostituito da uno nuovo, perfettamente uguale all’originale. Una volta che tutti i cassetti originali sono stati sostituiti da cassetti nuovi, la credenza è sempre la stessa, oppure no? E se, dopo i cassetti, anche il resto del mobile originale viene sostituito con una pezzo nuovo? La maggior parte dei bambini, nella fase finale dell’attività, tende a rispondere che no, la credenza non è più la stessa, “perché non è fatta dello stesso legno del mobile vecchio!” Ma la storia e il gioco in cui i bambini staccano e attaccano i cassetti sulla credenza di polistirolo, hanno generato, intanto, un dibattito acceso, perché, nel cercare una risposta, sono emersi nuovi punti di vista. Quand’è che la credenza ha smesso di essere quella originale e si è trasformata in quella nuova, se è stato sostituito un pezzo alla volta?

Le due attività brevemente descritte, pur svolgendosi attraverso modalità e linguaggi diversi, hanno in comune l’elemento concettuale della progressività graduale. Nella prima, questo elemento ha la funzione di introdurre i processi di astrazione e di definizione dei concetti; nella seconda, quella di rendere più profonda la riflessione sul
concetto di identità. In entrambi i casi, attraverso la creazione di un processo graduale, i bambini sperimentano in modo diretto gli aspetti problematici interni alla riflessione. Secondo noi, proprio la capacità e il desiderio di soffermarsi nella problematicità, contribuiscono a rendere tale la meraviglia di una scoperta filosofica.

 

La valigia del filosofo

 

NOTE
1. La valigia del filosofo è un progetto di logica e filosofia per bambini e ragazzi nato nel 2015, a cura di Elisa Dalla Battista e Francesca Lurci.

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Dalla percezione al ragionamento

Chi vorrà aprire La valigia del filosofo1 da oggi troverà, insieme alle grandi carte da gioco, alla macchina della verità, alle sagome di lettere per comporre parole, insieme a ciò che c’era già, alcuni oggetti meno bizzarri, di cui non sarà così facile individuare subito un uso determinato e preciso: tanti fogli colorati di cartoncino non ancora disegnati, non ancora tagliati, e altri materiali neutri. Accuratamente divisi per tipo, in scatole tutte uguali: pezzetti di legno, cubetti di gommapiuma di varia morbidezza, semi di girasole, carta vetrata, fili di lana, sottili fogli di alluminio. Come mai proprio questi oggetti sono appena entrati in valigia, forse a prima vista così poco utili al lavoro di un vero filosofo?

A partire dall’anno scolastico che è appena iniziato La valigia del filosofo si è aperta alla progettazione e alla conduzione di laboratori rivolti ai più piccoli, di età compresa tra i tre e i cinque anni. A partire da qui, dunque, l’esigenza di trovare linguaggi adeguati all’età e di costruire il nuovo percorso didattico con attività volte ad ampliare la conoscenza del bambino di ciò che lo circonda, attraverso l’esperienza concreta e la sperimentazione diretta. Nella pedagogia di Bruno Munari abbiamo trovato i punti fermi teorici più convincenti e naturali, e da lì ci siamo mosse per pensare i giochi creativi che compongono il percorso di scoperta del segno e della forma. Emerge in modo evidente, in particolare dallo studio dei laboratori tattili di Bruno Munari dei primi anni ’80, la necessità di strutturare la comunicazione con il bambino non solo attraverso i consueti canali verbale e visivo. Se teniamo presente che “la conoscenza del mondo, per un bambino, è di tipo plurisensoriale”2, possiamo privilegiare modalità di apprendimento basate sull’uso della comunicazione tattile, olfattiva e uditiva in senso ampio. Giochi di “allenamento” della percezione, durante i quali i bambini siano liberi di sperimentare una grande quantità di contrasti, come pure di minime differenze tattili od olfattive, arricchiscono la loro esperienza. Nel momento in cui, poi, i bambini riflettono ed esprimono un pensiero in merito, stabiliscono relazioni tra le percezioni, le nominano e le raggruppano per somiglianza, il gioco diventa capace di stimolare la loro capacità critica. Ed è già propedeutico a un pensiero filosofico che in età più avanzata può attingere con agilità direttamente ai concetti. Se un bambino, di fronte a una serie di pezzetti di carta vetrata messi in ordine dal più liscio al più ruvido, cerca di immaginare un grado di ruvidezza intermedio tra quelli di due pezzetti realmente esistenti, sta già attivando un’operazione di astrazione. Sperimentando in modo diretto una scala di gradazioni, con le sue sfumature concrete, presto farà suo il concetto di gradualità e quello di successione.

C’è poi un secondo snodo teorico che riteniamo particolarmente interessante e funzionale al discorso di introduzione al ragionamento logico: la funzione delle regole nell’esercizio della creatività. Nella didattica di Bruno Munari la riflessione sul ruolo delle regole da inserire nell’esperienza laboratoriale si concentra spesso sulle modalità di intervento dell’adulto durante l’elaborazione di composizioni grafiche o materiche, che devono essere pensate per abituare il bambino a sentirsi il più possibile autonomo. L’adulto può indicare regole d’uso dei materiali, che ne evidenzino le caratteristiche tecniche e che diano la possibilità al bambino di dare forma in modo efficace a ciò che ha in mente. L’operatore o l’insegnante può “aiutare a fare, ma mai dare idee già fatte”3. L’introduzione di determinate regole nel gioco creativo rivela la sua importanza fondamentale quando si risolve in un metodo di lavoro e quando il bambino, rispettandole, scopre di agire e pensare liberamente a partire da alcuni punti fermi. La stabilità delle regole, oltre a dare sicurezza, abitua a familiarizzare con la presenza, in ogni composizione creativa, di una sua struttura interna. Lo sviluppo della capacità di individuare regole che strutturano la comunicazione verbale, visiva o tattile, introduce le basi per il ragionamento logico, al quale viene dedicato uno spazio specifico nei percorsi didattici della valigia rivolti ai bambini più grandi.

In uno degli incontri finali del laboratorio dedicato alla scoperta del segno e della forma, proponiamo ai bambini di comporre partiture, in un esercizio di avvicinamento alla scrittura. Al posto delle lettere e delle parole, per ora, ci sono i colori. Una striscia di biadesivo è il rigo sul quale “scrivere”, incollando frammenti di cartoncino blu, rosso e giallo. Le regole del gioco, poche e ben definite, consistono nel coprire tutta la striscia adesiva, senza lasciare spazi vuoti, e nel seguire il verso da sinistra a destra: lasciano grande libertà di espressione e corrispondono ad alcuni elementi costitutivi della scrittura, che vengono così assimilati giocando.

 

La valigia del filosofo

NOTE:
1. La valigia del filosofo è un progetto di logica e filosofia per bambini e ragazzi nato nel 2015, a cura di Elisa Dalla Battista e Francesca Lurci.
2. B. Munari, I laboratori tattili, collana Giocare con l’arte, Zanichelli, 1985.
3. B. Munari, I laboratori tattili, collana Giocare con l’arte, Zanichelli, 1985.

 

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Bologna Children’s Book Fair: una lente per le immagini dell’infanzia

Anche quest’anno Bologna è stata la protagonista della Bologna Children’s Book Fair, fiera del libro per ragazzi nata negli anni Sessanta con lo scopo di creare un luogo di incontro, dialogo e scambio non solo per gli editori, ma per tutti coloro che sono interessati al settore della lettura e che vedono nell’infanzia un momento importante per la crescita e lo sviluppo dei lettori di domani.

Oltre 20 mila metri quadrati e 1300 espositori provenienti da oltre 75 Paesi del mondo per condividere e riflettere sulle ultime tendenze editoriali e partecipare alle conferenze e ai workshop proposti dalla manifestazione.

Un’edizione che ha visto la partecipazione di nuovi paesi come Albania, Andorra, Ecuador, Islanda, Costa d’Avorio, Myanmar, Nepal, Pakistan e Perù.

Le diverse declinazioni e sfumature di questa 54esima edizione sono state raccontate da un’immagine: la chimera, creata da Daniele Catellano, illustratore emergente, e dallo studio di design Chialab. Artista selezionato per la mostra Illustratori 2016, Castellano ha dato vita a “The natural habitat for children’s content”, un racconto che descrive i luoghi protagonisti della manifestazione bolognese nella loro multiformità. Un animale che nasce dall’immaginazione e che abita un mondo fantastico, fatto di storie e racconti che tra i padiglioni della Bologna Children’s Book Fair prendono vita, una guida simbolica che ha permesso al visitatore di destreggiarsi attraverso la ricchezza delle narrazioni e dei paesaggi immaginari.

Una manifestazione che ha evidenziato ancora una volta l’importanza dell’editoria per l’infanzia, dal momento che mai come oggi si sente la necessità di sottolineare come al centro della crescita del bambino non ci siano solo universi di parole, ma soprattutto quelle immagini che, lontano da stereotipi, riescano a riprodurre in modi sempre nuovi un infinito di significati ed emozioni. Secondo i dati dell’Associazione Italiana Editori, nel 2016 il 63,3% dei bambini dai 2 ai 5 anni ha letto, colorato o sfogliato almeno un libro non scolastico, ma la percentulale scende al 44,2% nella fascia 6-10 e a 51,1% in quella 11-14.

Gli ospiti d’onore di questa edizione sono stati La Catalogna e le Baleari, Paesi che vantano una lunga storia nel settore della letteratura per bambini e ragazzi che risale al Quattrocento con le Publicaciones de l’Abadia de Montserrat, la casa editrice più antica d’Europa. Un programma di attività e di esposizioni che ha posto l’accento innanzitutto sul futuro. Come ha sottolineato Manuel Forcano, direttore dell’Instut ramon Llull: «La letteratura per ragazzi è il futuro della letteratura: senza nuovi lettori, la letteratura non ha futuro». Un futuro che necessita di condivisione, ecco perché la Bologna Children’s Book Fair anche quest’anno ha puntato all’internazionalità, coinvolgendo una moltitudine di realtà geograficamente lontane. Molti gli ospiti nazionali e internazionali che hanno animato questa edizione della Fiera del libro, da Rutraut Susanne Berner, illustratrice tedesca vincitrice dell’H.C. Andersen Award 2016, ad Ana Garralón, docente di letteratura per l’infanzia, critica e blogger spagnola.

Punta di diamante della Fiera è stata la Mostra degli Illustratori, nata nel 1967 e che nel 2016 ha compiuto 50 anni. Molti i talenti che, provenienti da 26 diversi Paesi, sono riusciti a rappresentare attraverso tratti e colori, le culture, gli stili e le sensibilità che contraddistinguono l’umanità nella sua diversità.

L’editoria per l’infanzia rappresenta oggi una delle possibilità che l’uomo ha per incrementare la curiosità del bambino, la voglia di fare esperienze e la necessità di creare nuove realtà e possibilità a partire dall’immaginazione. Non sappiamo cosa ci riserverà il futuro a tal proposito, ma una cosa è chiara: é necessario andare oltre gli stereotipi e per farlo le parole forse non bastano più. Solo attraverso le immagini e sempre più attraverso l’uso di tutti i cinque sensi si può far breccia sul bambino. Non limitiamoci allora a leggere storie, ma creiamole insieme a loro attraverso la scoperta, accompagnandoli verso una realtà che può e deve essere migliore perché come diceva Bruno Munari «un bambino creativo è un bambino felice».

Greta Esposito

[Immagine tratta da Google Immagini]

Musei formato famiglia: 10 mostre da vedere durante le vacanze

Questo articolo è dedicato ai veri protagonisti delle feste natalizie: i bambini.
Non dimentichiamoci – sopraffatti dal vortice affannoso dell’ansia da regali – che i bimbi sono in primo luogo esseri curiosi e affamati di nuove esperienze, e che il dono più prezioso che possiamo far loro è un po’ del nostro tempo.
Accompagniamoli in punta dei piedi alla scoperta dell’arte, della letteratura, della scienza, perché sono proprio queste esperienze condivise che restano nel ricordo una volta cresciuti, più di ogni altro giocattolo o regalo materiale.

Di seguito propongo quindi una breve selezione di mostre a livello nazionale con un’offerta didattica interessante, per il piacere di grandi e piccini.

the-art-of-the-brick_la-chiave-di-sophiaThe art of the brick
Milano. Fabbrica del Vapore. Fino al 29 gennaio 2017.

L’artista statunitense Nathan Sawaya – con le sue 85 opere realizzate con oltre un milione di mattoncini LEGO® – stimola a progettare, costruire, inventare nuove forme e soprattutto a credere nelle proprie capacità creative.   Una mostra che incanta bambini e adulti: dal dinosauro lungo oltre sei metri alla riproduzione della Sfinge e della Gioconda. L’associazione AdArtem propone attività per famiglie con bambini di 4-5 anni (Mattoncino su mattoncino viene su…un grande artista!), di 6-10 anni (L’arte non ha regole!) e per famiglie con adolescenti (Talenti in corso).
Per informazioni e prenotazioni sulle attività: www.adartem.it
Per informazioni sulla mostra: www.artofthebrick.it.

museo-storia-naturale-milano_la-chiave-di-sophiaOrigini, storie e segreti dei movimenti della Terra
Milano. Museo di Storia Naturale. Fino al 30 aprile 2017.

Per scoprire il nostro pianeta e cercare di capire gli eventi naturali che lo caratterizzano, ma è anche un’ottima occasione per riflettere insieme ai bambini sulla recente tragedia che ha colpito il Centro Italia.
La mostra offre un percorso ben strutturato tra immagini spettacolari, fotografie satellitari provenienti dalla NASA, diorami, simulazioni di tsunami, sismografi e strumentazioni antiche e moderne. Inoltre l’Associazione Didattica Museale organizza attività e visite guidate per famiglie, tra cui Quando la terra trema, per famiglie con bambini di 6-11 anni. Per informazioni e prenotazioni: www.assodidatticamuseale.it

mostra-basquiat-milano_la-chiave-di-sophiaJean-Michel Basquiat
Milano. Mudec – Museo delle Culture. Fino al 26 febbraio 2017.

Per confrontarsi con un grande protagonista dell’arte contemporanea e riflettere su temi delicati come quelli del razzismo e delle differenze culturali.
La mostra attraversa la breve ma intensa carriera di Basquiat, conclusasi con la sua morte prematura all’età di soli ventisette anni. Un artista che viene rapidamente assimilato dai bambini per il suo stile semplice e infantile, e per la derivazione dei suoi disegni dai cartoni animati, la cultura pop e i graffiti urbani.
Attività per famiglie a cura dell’Associazione AdArtem. Per informazioni e prenotazioni sulle attività: www.adartem.it.
Per informazioni sulla mostra: www.mudec.it/ita/jean-michel-basquiat.

escher-mostra-milano_la-chiave-di-sophiaEscher
Milano. Palazzo Reale. Fino al 22 gennaio 2017. 

Per divertirsi a scoprire la geometria e imparare che anche l’occhio può trarre in inganno.
La mostra accompagna lo spettatore in un viaggio all’interno dello sviluppo creativo dell’artista, a partire dalle radici stilistiche liberty, per poi soffermarsi sul suo amore per l’Italia e individuare nel viaggio a L’Alhambra e a Cordova l’origine di un’ossessione per le forme geometriche che Escher esprime attraverso le sue tassellature e creazioni di oggetti impossibili.
Attività didattiche a cura dell’associazione AdMaiora (www.admaiora.education/it/mostre-ed-eventi/escher). Per informazioni e prenotazioni: www.mostraescher.it

mostra-muba_la-chiave-di-sophiaVietato non toccare
Milano. MUBA – Museo dei Bambini. Fino al 26 marzo 2017.

Una grande mostra-gioco per bambini dai 2 ai 6 anni. Sula scia delle geniali intuizioni del lavoro di Bruno Munari, designer sempre attento ai bisogni dei più piccoli, la mostra si sviluppa secondo un percorso di gioco impostato sulla scoperta, la meraviglia, l’esperienza tattile e visiva, la sperimentazione e il fare. Si approfondiscono così quattro momenti di esperienza: Le Scatole della Meraviglia, Toccare con gli occhi e vedere con le mani, il gioco Più e Meno, il Prato dei Prelibri. La mostra prevede anche laboratori settimanali per i bambini più grandi (6-13 anni) e proposte formative dedicate agli adulti. Per informazioni: www.muba.it

dinosauri-mostra-padova_la-chiave-di-sophiaDinosauri. Giganti dall’Argentina
Padova. Centro Culturale San Gaetano. Fino al 26 febbraio 2017. 

Tutti i bambini vorrebbero un dinosauro in salotto: se per Natale non fate in tempo a procurarvene uno, ecco l’occasione ideale per avvicinare i più piccoli all’universo di queste incredibili creature. Si tratta di una delle più importanti mostre su territorio nazionale sull’evoluzione dei dinosauri, con reperti unici, provenienti da un territorio paleontologicamente ricco come l´Argentina. Tra le attività per famiglie con bambini: Buenas Noches Dino (caccia al tesoro tra i reperti in mostra) il sabato alle 20 e Bingo Dino (coi numeri sostituiti da immagini relative alla mostra) la domenica alle 16. Per informazioni: www.dinosauripadova.it

immagini-della-fantasia-sarmede_la-chiave-di-sophiaLe immagini della fantasia 34
Sarmede (TV). Casa della fantasia. Fino al 29 gennaio 2017.

Finalmente una mostra che saranno gli stessi bambini a spiegarvi, e che quindi consiglio a tutti gli adulti. Per ridare una lucidata al muscolo dell’immaginazione che, come si sa, con il tempo tende a diventare pigro.
Questa edizione accoglie una sezione speciale dedicata alle figure dal Cile, mentre l’ospite d’onore è Guido Scarabottolo, grafico e illustratore italiano le cui creazioni sono apparse in diverse mostre nazionali ed estere. Il corpus centrale della rassegna è Panorama, la sezione che raccoglie oltre 30 illustratori e libri dal mondo. E nella sezione Planetarium la bellezza della scultura neoclassica viene raccontata ai bambini attraverso le favole di Antonio Canova. Nei weekend laboratori e letture animate attendono le famiglie. Per informazioni: www.sarmedemostra.it

ariosto_mostra_ferrara_la-chiave-di-sophiaOrlando Furioso. 500 anni. Cosa vedeva Ariosto quando chiudeva gli occhi
Ferrara. Palazzo dei Diamanti. Fino al 29 gennaio.

L’immaginario dell’Ariosto, ricco di illusioni, dame, cavalieri e animali fantastici non può che incantare la mente dei bambini. È possibile partecipare ai laboratori didattici dove i bambini sono portati ad interagire con le tematiche proposte nell’esposizione, sollecitando alla partecipazione attiva e alla rielaborazione creativa. In occasione della mostra è stato inoltre presentato il libro di Luigi dal Cin e Pia Valentinis: Orlando Pazzo nel Magico Palazzo (Ferrara Arte Editore). Il racconto evoca con ironia l’universo cavalleresco esplorato nel Furioso riproponendo, in modo semplice e chiaro, il ritmo che caratterizza il poema e la preziosità stilistica delle ottave ariostesche. Accompagnano il testo le bellissime tavole di Pia Valentinis che, di volta in volta, interpretano i toni della narrazione con vivace originalità.

pinocchio-mostra-cinecitta_la-chiave-di-sophiaPinocchio a Cinecittà: Natale nel paese dei balocchi
Roma. Cinecittà. Fino all’8 gennaio 2016.

Ogni bambino prima o poi si identifica con Pinocchio. Per avventurarsi alla scoperta del mondo del celebre burattino, nato nel 1881 dalla mente creativa di Carlo Collodi, gli spazi espositivi di Cinecittà e l’area verde del Play Garden ospitano un ricco calendario di iniziative, esposizioni, proiezioni e laboratori.
Per informazioni: www.cinecittasimostra.it

sensi-unici-mostra-roma_la-chiave-di-sophiaSensi unici
Roma. Palazzo delle Esposizioni. Fino al 26 febbraio 2017.

Una mostra di libri e opere tattili per educare, risvegliare i sensi e imparare a percepire la realtà con occhi e mani nuove. Libri nazionali e internazionali, tavole materiche e operative, coinvolgono direttamente il pubblico grande e piccino nella lettura tattile dell’opera, per scoprire le potenzialità espressive e comunicative dei materiali. E’ previsto un ricco programma di laboratori per famiglie e bambini da 3 a 6 anni la domenica dalle 11 alle 13.
Per prenotazioni (consigliate): tel. +39 06 39967500. Per informazioni sulla mostra: www.palazzoesposizioni.it/categorie/mostra-sensi-unici

Claudia Carbonari

[Immagini tratte da Google Immagini]