15 ottobre 2014 lachiavedisophia

Semplicemente donne

Sembra facile elogiare la figura femminile; è banale e forse scontato affermare quanto ogni donna sia carica di forza, volontà e determinazione. Io credo, invece, che sia opportuno andare oltre e dedicare uno spazio per tutte noi, noi Donne.

Siamo un concentrato di pregi, emozioni e sensibilità che molto spesso vengono confusi, in maniera riduttiva, per insignificanti debolezze: un errore commesso indifferentemente da uomini e dalle donne stesse che conduce ad una situazione in cui, per dimostrare il nostro valore, dobbiamo essere disposte a dare in misura maggiore di un uomo, sacrificando aspetti del nostro carattere e della nostra vita.

Ingenue coloro che pensano che la causa di tale misfatto si limiti ad essere il genere maschile; la furbizia degli uomini sta nell’accettare la poca consapevolezza che molte donne hanno nelle proprie capacità. Non li definirei “stronzi”, ma semplicemente astuti.

Conosco molti tipi di donne e ognuna di queste la considero meravigliosa; tutte sono capaci di creare attorno a loro – in modalità e ambiti differenti – “meraviglia”.

Eppure, non ho potuto fare a meno di notare come molte di noi non si preoccupino di esaltare e coltivare le loro doti, riducendo i loro meriti a scontate capacità.

Ma qual è il vero motivo per cui questo succede?

Il punto focale della faccenda è qualcosa di complesso, un aspetto che è insito in noi da quando nasciamo: la nostra femminilità.

Significa passione spinta dall’intelligenza, arte mescolata a creatività, determinazione accompagnata da una buona dose di pazienza, bravura conservata nella sfera della lealtà, perseveranza per una sana competizione, sensibilità sostenuta da forza, sensualità per trasmettere dolcezza. Il tutto – però – lo definirei condito da quelle nostre immancabili compagne, che talvolta ci tradiscono: le emozioni. E’ da ammettere; la nostra lucidità non è sempre pari a quella dell’uomo.

Amiamo qualcuno sentendo le farfalle nello stomaco, rendendoci conto che le nostre mani sudano, alla meno peggio avvertendo un lieve rossore che colora le nostre guance o improvvisandoci in un’ostentata spigliatezza. Nasciamo figlie e, pur lamentandoci, per i genitori faremmo di tutto; diventiamo madri e i nostri figli diventano la parte più importante di noi. Ci immergiamo nel nostro lavoro con carica emotiva allo stato puro: un esame andato male è una sconfitta, un lavoro perso è una riorganizzazione totale della nostra dimensione. Siamo amiche per esserci nei momenti sì, ma soprattutto in quelli difficili; offriamo una spalla su cui piangere e un sorriso per incoraggiare le persone a cui teniamo. Ci coloriamo la vita con un hobby o uno sport che ci piace praticare; trasformiamo il bianco e il nero della routine in un’esplosione di concretezza e idee.

Noi Donne riusciamo a sognare ed essere realiste allo stesso tempo, grazie alle nostre idee brillanti e all’essere all’altezza di ogni situazione: non è rilevante che sia la più difficile o lontana dalla nostra prospettiva, saremo sempre in grado di renderla alla nostra portata. Riconosco la nostra forza, tanto quanto quella degli uomini. La sola differenza? Spesso – anche inconsapevolmente – non la accettiamo o non la qualifichiamo come tale.

Maria Callas, soprannominata la “Divina”, artista e Donna senza tempo, si definiva troppo sensibile; riprendendo le sue parole sosteneva di essere nata “troppo fiera ma troppo fragile”. Apprezzata nell’intero panorama musicale e artistico, non riuscì mai a convivere con la sua emotività: una carriera sfolgorante che non fu mai sufficiente a colmare ogni sua insicurezza. Nella Tosca di Puccini, intonava “Vissi d’arte, vissi d’amore..”: non è un caso che Tosca fosse il personaggio che preferiva interpretare. Una donna passionale incapace di domare la propria gelosia e le proprie emozioni; la Callas visse con Onassis un amore travolgente e malato proprio come quello tra Tosca e Cavaradossi, amori per i quali la donna è disposta a rinunciare ad ogni parte di sé e del suo carattere. Donne che donano tutte se stesse, Donne che amano senza sconti. Eppure, l’amore della Divina la portò ad una triste clausura alla fine della sua carriera: non fu capace di non annullarsi, rinunciò al suo potentissimo talento dimenticando di avere il gran dono di saper regalare le emozioni che racchiudeva in sé. Travolgeva il palcoscenico, era capace di fare suoi i ruoli che interpretava fino ad assimilarne lati positivi e negativi. Incapacità di amarsi quando scendeva dalle scene; l’amore per la vita le diede soddisfazione e fin troppo dolore.

Coco Chanel nacque figlia di un semplice venditore ambulante e rimase orfana a soli dodici anni. Icona di stile ed eleganza, fu in grado di credere nelle sue capacità e di sviluppare la sua passione. “The elegance is when the inside is as beautiful as the outside”; la bellezza interiore di noi Donne è capace di influenzare anche il nostro aspetto esteriore. La Donna che creò l’eleganza visse per realizzare i suoi obiettivi: dalla creazione di cappelli in Boulevard Malesherbes, alla boutique al 21 di Rue Cambon. Il suo grande amore, Boy Capel, fu anche il suo finanziatore; l’unico a credere in lei fin dall’inizio, le rese facile il successo, garantendole le risorse economiche necessarie e molte occasioni per sviluppare il suo talento. Coco non sposò mai Boy; un po’ per la grande diversità delle classi sociali a cui appartenevano, ma soprattutto perché lui la mise di fronte ad una scelta limitante: la prospettiva di una famiglia con lui oppure il suo lavoro. Gabrielle scelse, quasi senza rendersene conto, il suo lavoro. Senza che le pesasse, non riusciva a concepire la vita senza le sue creazioni, la sua arte, la sua maggiore fonte di femminilità. Quando Boy morì a soli trentotto anni, per Chanel fu un grande dolore: nonostante questo, il modo di concepirlo fu quello di rinnovarsi ancora, continuando a riempire il suo percorso di successi, per fare di sé la prima fonte di orgoglio. Avrebbe voluto condividere quell’amore appieno, ma non fu mai disposta a rinunciare a quell’aspetto della sua vita che le dava forza e consapevolezza delle proprie capacità.

Carmela Rosalia Iuculano, nota moglie del boss di Cosa Nostra Pino Rizzo, si sposò a soli diciannove anni per sfuggire alla sua realtà familiare, credendo di poter cambiare la propria vita. Presto si rese conto di aver sposato un uomo crudele, che non solo non le portava rispetto, ma, rapito da un gretto maschilismo, la umiliava e costringeva a subire ripetute violenze. Carmela iniziò ad odiare quella vita e soprattutto se stessa; non si amava più e non si piaceva, diventò anoressica e venne spogliata della sua dignità. Con l’arresto del marito venne coinvolta nella realtà del clan mafioso: tutti i boss ammiravano la sua bellezza e intelligenza e ben presto impararono a sfruttare le sue doti per i loro interessi. Quando venne arrestata, una volta ottenuti i domiciliari, tornò a casa e subì il rifiuto dei suoi tre figli: si vergognavano di lei, non erano più capaci di attribuirle la figura di madre.

Nel 2004 Carmela ha iniziato a collaborare con la giustizia, affiancata dall’avvocatessa Monica Genovese ha conquistato la sua libertà. Contribuendo all’arresto di moltissimi mafiosi, ha riaperto il suo capitolo di Donna. Quanto coraggio, quanta forza. Le sue paure hanno lasciato spazio al suo amore per i figli e per la vita: ne è uscita da Donna Libera, ne è uscita migliore di prima. Cresciuta nella sua libertà, ha ridato vita al suo coraggio di Donna.

Donne che si sono dimenticate o che non si sono rese conto del loro valore. Donne che si sono lasciate morire o sono state in grado di ricostruirsi; Donne che grazie alle loro emozioni hanno realizzato grandi obiettivi molto spesso senza rendersene conto.

Vivere ricordandoci quanto valiamo, amandoci, valorizzando noi e quella nostra tanto odiata emotività.

Perché – vi dirò un segreto – un bacio non è un bacio senza batticuore, la rabbia non è tale senza un urlo, un progetto portato a termine non vale se non sono state versate lacrime per realizzarlo.

Per cui, ascoltate di più quel cuore, urlate più forte e piangete senza vergognarvi: siate Donne senza dimenticare che la nostra femminilità è il miglior pregio che ci potesse capitare.

Cecilia Coletta

immagini tratte da Google Immagini ]

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