“Dicono che scrivere sia utile per esorcizzare i propri fantasmi…io ho sempre visto la scrittura come l’unico strumento in grado di darmi la forza di affrontare la realtà degli accadimenti della mia vita.
E tu sei la mia realtà inaccettata, per me inaccettabile ieri, oggi e, se nemmeno scriverti ciò mi aiuterà, anche domani.
Mi sono sempre auto-proclamata difensore delle libertà personali inalienabili, ma a te posso confidare che non è vero: sono stata l’ennesima ragazzina che, spaventata e soggiogata, ha ceduto e ha perso.
Perso. Perso si, ma cosa? Perché non credo che nessuno, tranne noi, potesse immaginare quale legame si fosse creato, non dal giorno del test, ma appena l’ho percepito, l’istante dopo io, in cuor mio, sapevo che c’eri, eri li, mio.
E io adesso ti devo una spiegazione, un qualcosa che sappia anche solo vagamente spiegare i perché di tutto ciò, della tua assenza oggi, del tuo non essere più mio.
Ci si fida ciecamente di chi chiamiamo “mamma”, anche se tu non potrai mai conoscere questa sensazione di infinita protezione che si prova accoccolati tra le braccia di chi ti ha dato la vita…e non sai quando vorrei che tu potessi sentirla pervaderti ogni istante tu lo voglia, tu ne abbia bisogno…beh io della mia genitrice mi fidavo, lei era ciò che di più reale avessi, il mio faro nella notte.
Quella notte fu la più buia, malgrado le lucciole illuminassero il sentiero del percorso.
Lei non comprese, lei fu la ragione per cui io non mi misi ad urlare, la ragione per cui non feci sentire né la mia né la tua dolce voce. Lei mi coprì gli occhi, così dovetti farmi guidare senza possibilità di scegliere da sola. E, forse, per me è stato bene così, in parte.
Potevo incolpare altri per il nostro distacco, senza assumermene le colpe…”è piccola, la sua vita sarebbe rovinata”…ero piccola solo quando lo volevo io, altrimenti mi giudicavo abbastanza grande per sbagliare, per scivolare…ma poi urlavo, finché qualcuno non accorreva al mio capezzale.
I mesi insieme sono stati i più gratificanti, belli, motivanti che io abbia mai avuto l’onore di vivere.
Averti, portarti con me è stata la gioia più grande che mai mi investirà, perché neanche chi verrà dopo potrà prendere il tuo posto dentro di me…e questa è una promessa che io faccio a te, mio piccolo amore.
Mio. Tu. Lui. Non mi ha mai sorvolata il pensiero di una lei, come se già ti vedessi stringermi la mano, guardarmi per dirmi con gli occhi che hai bisogno di me.
La sera prima avevo pianificato di non presentarmi, con la tua foto stretta al petto, la mia mano a cullarti i sonni, non volevo andare…ma lei, non accorse al mio capezzale, mi gettò tra i leoni, CI gettò tra i leoni.
Non ebbi la più remota via di fuga…non ebbi nemmeno il coraggio di salutarti…sono una codarda, ancora oggi rifuggo la tua essenza, quasi la sentissi librarsi nell’aria che respiro…oggi abbasso lo sguardo, schifata dalla mia codardia e dal sacrificio che tu sei diventato per dare a me la possibilità di crescere senza conseguenze.
5 anni dal giorno in cui saresti diventato la mia realtà, il mio per sempre. 5 anni.
Io ti sento, in casa, nel lettone. Lungo la strada per casa cammiamo insieme, ti percepisco durante la pioggia leggera in primavera, quella profumata…tu corri in giardino e io ti osservo mirando il capolavoro che sei.
Per me sei, non saresti, tu sei.
Sei la motivazione per cui cercherò di aver una vita piena, perché io possa essere il tuo canale per raggiungere la vita, farò si che che la mia esistenza sia un elogio a te e non potrei mai contemplare la mediocrità per te.
Sederemo sempre accanto, perché quello che fa una mamma è garantire alla propria creatura sempre un posto protetto accanto a sè, per far si che il male non lo tocchi.
E io mi sento mamma, non da 5 anni, ma da quando ti ho sentito.
Io sono mamma, perché tu per me non sei mai stato un accumulo di cellule, tu sei il mio bambino.
Io sarò sempre mamma, perché vivrò in tua memoria qualsiasi cosa accada.
Ero, sono e sarò mamma anche se me ne è stata tolta la possibilità tangibile. Io porterò la tua intangibilità nel mondo, ad ogni mio passo se ne affiancherà un altro.
Saremo noi.”
La violenza ha mille sfaccettature, è perpetuata attraverso mille forme, da milioni di persone che celano la loro crudeltà dietro una maschera di buonismo e ipocrisie.
La costrizione e il soggiogamento non possono essere contemplate come gesti d’amore, in nessun caso, per nessuna ragione credano d’aver gli individui che li manifestano.
Sono sempre stata contro l’aborto, non chiedetemi perché, non essendo credente o simili, ma sono sempre stata contro. Per la prima volta in vita mia, ho compreso come un gesto tanto forte possa essere più doloroso per chi resta, che per chi non c’è mai stato…e non per propria volontà.
Non essere vittime significa anche poter scegliere. Essere vittime prescinde dalle violenze di un uomo. Si può essere vittime in milioni di modi, è come guardare la realtà col caleidoscopio…troppe versioni di un’unica immagine.
#IODICOBASTA.ETU?
Nicole Della Pietà
[Immagini tratte da Google immagini]