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Pordenonelegge 2016: festa del libro, festa della vita

PNLegge 1 - La chiave di SophiaHo scelto questo titolo un po’ retorico perché in realtà è stata proprio questa l’impressione generale che ho tratto da questo festival, che dal 14 al 18 settembre ha festeggiato la XVII edizione tingendo Pordenone di giallo. Un giallo solare e vitale – “acuto”, direbbe Kandinskij, punzecchia – che sventolava a festa su ogni strada, sopra le teste di tutti, ma anche il giallo negli occhi del gattone nero Proust che dalle vetrine dei negozi osservava sornione passanti curiosi ed organizzatori indaffarati.
Sì, la città tutta era attiva ed entusiasta: gli “angeli” volontari, i cittadini e gli ospiti affamati di eventi, la cameriera della locanda con il suo librone dove da anni colleziona le dediche degli autori di passaggio. E poi sì, anche gli autori, e tutto quello che ci hanno lasciato nella mente e nell’anima.

C’è vita nelle storie di suor Rosemary Nyiumbe, che con ago e filo ricorda alle donne d’Uganda sfuggite alle grinfie dei ribelli che una dignità l’hanno ancora e che è preziosa; la vita, secondo lo psichiatra Eugenio Borgna, va ricercata in parole silenziose e sguardi invisibili; c’è vitalità e amore nella musica di Francesco De Gregori e nel segno di Luigi Boille – perché nemmeno le mostre d’arte mancano in questa edizione del festival. C’è un mondo di spunti da scoprire nel racconto di vita di Dacia Maraini, c’è la vita dell’arte raccontata dal sociologo Alessandro Del Lago, e c’è l’architettura che dà la vita negli scenari di guerra, come quella dell’architetto Raul Pantaleo. Ci sono i valori della vita quotidiana che la cruda modernità sembra spingerci a dimenticare, come ci fa notare la filosofa Roberta De Monticelli, ed allo stesso PNLegge 3 - La chiave di Sophiamodo un altro filosofo, Leonardo Caffo, c’invita a ricordare la dignità degli animali e a dare più valore alle loro vite. Poi ci sono le storie dall’Arabia Saudita di Raja Alem con la sua piccola Khatem, una bambina divisa tra un corpo femminile ad una sessualità maschile, così come il cucciolo di tigre siberiana uscita dalla penna di Susanna Tamaro si ribella ad una vita che si declina entro schemi fissi e ripetitivi; la giornalista Concita De Gregorio dà voce alle ragazze, dai 5 ai 90 anni, ai loro pensieri più o meno inaspettati ma assolutamente autentici. Il giornalista Bruno Arpaia ci spalanca gli scenari di vita futura, quella durissima vita che ci toccherà se non prenderemo sul serio il cambiamento climatico, quella che stanno già subendo i migranti di cui ci parla anche la giornalista Lilli Gruber; cambiamenti di cui pure il meteorologo Luca Mercalli offre una prospettiva. Il letterato Nuccio Ordine ci ha ricordato come i classici della letteratura possono trovare vita e valore anche nella nostra quotidianità, un po’ come lo psicoanalista Massimo Recalcati ha elogiato la lettura come conoscenza del sé e degli altri, principio che vale per noi adulti così come per i bambini e i ragazzi: molti eventi erano dedicati proprio a loro, che sono infinite fonti di energia e creatività – e l’hanno dimostrato.

C’era anche, e giustamente, molta attualità: si è parlato di “caos geopolitico” causato dalle guerre e dalle migrazioni, calandole nel contesto attuale senza marginalizzare la memoria storica e senza dimenticare i cambiamenti che tutto questo provoca all’interno della nostra visione d’orizzonte, il modo in cui essi toccano il PNLegge 4 - La chiave di Sophianostro sentire, la nostra coscienza; ugualmente per il terrorismo, quel mondo islamico che comincia a farci paura e al quale invece dovremmo rapportarci con più coscienza, con forza di spirito e non fisica, viscerale. Non a caso il festival ha richiamato voci straniere (e voci italiane a parlare di cultura straniera), perché il confronto con l’altro possa aiutarci a convivere più serenamente su questo pianeta. La prospettiva mondiale poi è stata giustamente affiancata da quella locale, dunque sono state condivise storie legate al nostro territorio, il suo paesaggio, geografia, politica, gastronomia. Si è parlato molto anche di tecnologia e del modo inevitabile in cui ha modificato le nostre vite, perciò è stato spesso evidenziato il pericolo nel nostro modo di usarla ma anche quanto sia scorretto demonizzarla come strumento.

Ad intervenire sono stati davvero in tanti, fare una selezione è davvero complicato. Citerei però per concludere la docente della LUISS di Roma Francesca Corrao, che ci ha offerto un po’ di conoscenza dell’Islam citando in particolare Le mille e una notte, questa storia terribile di un re persiano che fa giustiziare le sue spose perché spaventato dal genere femminile, a lui estraneo – finché non arriva Shahrazad: con i suoi racconti, lei gli insegna che esiste anche un mondo bello e delle persone buone: il racconto, la condivisione e la conoscenza sbriciolano i muri della paura ed anche il re finisce per cambiare idea – in un certo senso, guarisce. Noi siamo quel re, e per sbriciolare la paura dobbiamo continuare a cercare storie.

Parlare di cultura è parlare di vita. E quando la cultura si raccoglie insieme, con tutte le sue innumerevoli sfumature e in un’atmosfera di festa, non puoi fare a meno di sentirti più vivo, ed anche più ricco.

Giorgia Favero

Giorgia Favero

plant lover, ambientalista, perennemente insoddisfatta

Vivo in provincia di Treviso insieme alle mie bellissime piante e mi nutro quotidianamente di ecologia, disillusioni e musical. Sono una pubblicista iscritta all’albo dei giornalisti del Veneto, lavoro nell’ambito dell’editoria e della comunicazione digitale tra social media management e ufficio stampa. Mi sono formata al Politecnico di Milano e all’Università Ca’ Foscari Venezia in […]

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