Dopo Alchimia di Jackson Pollock. Viaggio all’interno della materia torna un altro appuntamento con lo stesso artista e sempre alla Collezione Peggy Guggenheim di Venezia, dal 23 aprile al 9 novembre 2015. In anteprima assoluta europea verrà presentata la mostra Jackson Pollock, Murale. Energia resa visibile, a cura di David Anfam, Senior Consulting Curator del Clyfford Still Museum di Denver e Direttore del Research Center, tra i massimi esperti dell’Espressionismo astratto.
Si tratta di un’esposizione itinerante dedicata al monumentale Murale (1943, University of Iowa Museum of Art, Iowa City) che Jackson Pollock realizzò per l’appartamento newyorkese di Peggy Guggenheim, committente dell’opera, tra l’estate e l’autunno del 1943. L’opera è oggi considerata, da una parte della critica, il dipinto americano più importante del XX secolo e forse la prima opera caratterizzata da quel modus laborandi che quattro anni dopo sarebbe sfociato nella tecnica del dripping: un lungo e unico tempo di esecuzione dal quale l’autore era totalmente assorbito, come fosse lui stesso “parte integrante del quadro”. Murale arriva per la prima volta in Italia. David Anfam ha costruito intorno all’enorme opera un’esposizione che, con un’attenta selezione di una ventina di lavori che includono anche artisti come David Smith, Clyfford Still e Barbara Morgan, intende leggere il dipinto sia nell’ambito della carriera di Pollock che della più ampia storia dell’evoluzione della pittura murale americana nella New York degli anni ‘40.
Per chi, invece, preferisce la pittura del ‘400-‘500 la mostra di Palazzo Sarcinelli a Conegliano è più appropriata: l’ultimo sorprendente Carpaccio e la “scoperta” del figlio Benedetto, Carpaccio. Vittore e Benedetto da Venezia all’Istria. La mostra insegue Vittore nei suoi spostamenti tra i confini settentrionali della Repubblica e il vivace territorio istriano, alla ricerca di un codice artistico. Dopo la morte, il lavoro del grande maestro verrà continuato dalla bottega, con opere che si ispirano o costituiscono vere e proprie elaborazioni dei dipinti di Vittore, fino all’affermazione del figlio Benedetto, che diverrà artista a pieno titolo istriano.
La mostra Carpaccio. Vittore e Benedetto da Venezia all’Istria segna la seconda tappa di un percorso iniziato con la mostra Un Cinquecento inquieto, da Cima da Conegliano e il rogo di Riccardo Perucolo, proseguendone le linee di metodo e continuando a tessere la sempre più fitta trama di rapporti tra le opere d’arte in mostra e lo straordinario repertorio di materiali e segni d’arte distribuiti sul territorio.
Ilaria Berto
[Immagini tratte da Google Immagini]