27 agosto 2014 Sara Roggi

Il mito dell’eterna giovinezza

Pelli morbide come la seta, a qualsiasi età. Labbra carnose rivestite di un colore luminoso che va dal rosso passione al fucsia e il rosa tenue. Ciglia lunghe, ben definite, forse troppo definite, tanto da sembrare innaturali e di plastica. Guance rosee, che nascondono i segni del passare degli anni. Unghie impeccabilmente rifinite e curate come piccoli trofei da portare sempre con sé.

L’Oreal, perché voi valete. 

E’ davvero così?Valiamo perché appariamo in una certa maniera, indossando dei vestiti firmati piuttosto di quelli comprati in un grande magazzino, perché il nostro volto non lascia intravvedere quelle fossette e quelle rughe che dovrebbero invece segnarlo, perché insomma vogliamo dimostrare agli altri di essere diverse da ciò che siamo in realtà?E se fosse il nostro vero essere e il nostro modo di esprimerci come persone autentiche e che si apprezzano nella propria complessità ad interessare chi ci circonda?

Perché dopotutto, c’è una bella differenza tra l’amore e la cura verso il proprio corpo e l’esagerazione, consolidata anche mediante la chirurgia estetica.

L’Oreal, perché voi valete.

Ma valiamo davvero nascondendoci e conformandoci ad uno standard estetico sempre più diffuso che ci priva del nostro essere unici?

Ogni giorno, presi dalla routine che ci imprigiona nella ripetizione del quotidiano, cerchiamo a tutti i costi di controllare ogni singola dimensione della vita: famiglia, lavoro, relazioni, emozioni e quell’immagine che il mondo attorno a noi ha della nostra persona e le cui aspettative ci impediscono di vivere liberamente, esprimendo ciò che siamo.

Così, ci si convince che ricorrere a tutti quei trattamenti anti-age sia la soluzione migliore, malgrado questi mezzi, con l’accettazione di sé, non abbiano davvero niente a che vedere. Si fa uso della chirurgia estetica perché servizi televisivi e riviste ci bombardano con l’idea di una donna che riesce ad affermarsi sconfiggendo il naturale passare dei giorni, dei mesi e degli anni.

Perché abbiamo così paura di invecchiare, considerandoci vittime passive dello scorrere del tempo, piuttosto che costruttori attivi di una storia che dovrebbe lasciare traccia delle nostre vittorie e sconfitte sul corpo?Perché rincorriamo un ideale di bellezza impossibile?

Quando sono a contatto con una persona anziana e le accarezzo il viso, un viso che non nasconde i sacrifici della vita né la sofferenza attraversata in passato, mi attraversa una sensazione piacevole che profuma di vita e che quasi la rende palpabile.

Portare indietro le lancette del tempo, come se il nostro corpo non avesse vissuto e sentito su di sé l’effetto dello scorrere degli anni passati. Questo è l’obiettivo che ci si è prefissati di rispettare, credendo fedelmente al mito irrealizzabile dell’eterna giovinezza.

L’Italia è al terzo posto tra i paesi che fanno maggiormente uso della medicina estetica: nel nostro paese, l’8 per cento delle donne dai quarant’anni in su ne fa uso, ottenendo risultati soddisfacenti.

La ragione?Un estremo bisogno di sentirsi meglio con sé stessi.

Pare che ad incrementare l’insicurezza in se stessi e ad abbassare il livello di autostima siano anche i social network:l’immagine diffusa di attori ed attrici, modelle e personaggi dello spettacolo assolutamente perfetti, fa in modo che donne e uomini, superata una certa soglia d’età e sentendosi inadeguati rispetto a certi standard vigenti, scelgano la chirurgia come soluzione a tutte le loro paranoie. Più ci si avvicina alla perfezione e a quell’ideale a cui i più si conformano, più potrebbe essere veloce e facile il successo.

Ci si toglie dei vecchi vestiti, per indossarne di nuovi. Nuove maschere sul proprio volto.

Come se il tempo si fosse fermato, come se nulla fosse mai accaduto.

Pronti a recitare una parte al fine di essere accolti dal benvolere altrui.

Tutto a scapito della nostra unicità. Tutto malgrado la nostra storia e ciò che siamo veramente.

Sara Roggi


[Immagini tratte da Google Immagini]

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