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Misericordia a colazione

E’ possibile un recupero laico dei valori cristiani? Probabilmente alcuni valori sono legati a questioni dogmatiche, ma la morale cristiana porta in seno anche dei valori che possono essere utili nella vita di tutti i giorni e aiutarci a vivere meglio a prescindere dall’essere credenti o meno.

Vivere è l’infinita pazienza di ricominciare. E la misericordia offre, senza condizioni, senza stanchezza, senza limiti, esattamente la possibilità di ricominciare sempre, “settanta volte sette” proiettandoci verso il futuro, coltivando non rimorsi o rimpianti, ma le condizioni per rendere feconda ogni vita. Un’offerta, questa, un invito che profuma di eternità. Nel pensiero cristiano Dio è colui che presiede a ogni nascita, lo fa attraverso la sua misericordia, parola che nella lingua della Bibbia antica è detta rahamin, che è il plurale di utero, grembo, di madre, matrice, fonte di vita. Allora nel confronto con Dio le donne e gli uomini sanno di non essere una creatura che ogni giorno “lentamente muore”, ma figlie e figli che dolcemente e tenacemente nascono, si affacciano alla vita, crescono a libertà, a consapevolezza e amore.

«Con Dio si va di inizio in inizio attraverso inizi sempre nuovi» scrive Gregorio di Nissa. Nel mondo dello Spirito nessuno è mai finito per sempre. Dio non permette che ci arrendiamo, con lui c’è sempre un “dopo”: vede primavere nei nostri inverni, il sole che sorge nelle nostre albe così ricche di tenebre, profezia di spighe mature nel germoglio appena spuntato dalla terra. Alla peccatrice trascinata là, in mezzo a un universo maschile, per essere uccisa (Gv 8,1-11) Gesù dice: «Vai, e d’ora in avanti…». Quel “d’ora in avanti” è detto a ciascuno di noi, siamo tutti creature non ancora finite, non ancora fiorite e, proprio per questo, tenacemente in cammino. Siamo sempre nella preistoria di noi stessi, stiamo sempre nascendo, per questo possiamo dirci e ripeterci che l’uomo non è un essere “mortale” come spesso ripetiamo, ma è sempre “natale”, un incompiuto che si rinnova ogni singolo giorno. La filosofa Maria Zambrano diceva: «Noi nasciamo a metà. Tutta la vita ci serve a nascere del tutto». «La nostra vita non è arrivare o raccogliere, ma partire a ogni alba, seminare a ogni stagione» scrive Ernesto Oliviero.

Geremia offre una immagine molto suggestiva di Dio: «Sono sceso nella bottega del vasaio, ed ecco ogni volta che il vaso non gli riusciva, rimetteva l’argilla nel tornio e ricominciava a modellarla, come a lui pareva bene» (Ger 18,2-4). Possiamo recuperare tutto questo in chiave laica? Sì, nella misura in cui questo messaggio ci invita a non buttarci mai via, siamo sempre buoni per l’arte del vasaio. Per noi è una sciagura lavorare con vasi rotti, ma per la morale cristiana non è così, anzi è l’opposto. Quando le nostre vite sono spezzate siamo come anfore rotte, ma possiamo sempre rimetterci nel tornio e lavorare nuovamente su noi stessi con la pressione calda delle nostre mani. Quando la nostra anfora si incrina o spezza e non siamo più in grado di contenere l’acqua, proprio con quei cocci che a noi paiono inutili possiamo supporre che essi ci servano ancora, perché l’acqua sia libera di scorrere verso altre bocche e altre anfore, perché altre seti vengano estinte. «Dio può riprendere le minime cose di questo mondo senza romperle, meglio ancora, può riprendere ciò che è rotto e farne un canale» scrive Fabrice Hadjaji.

L’infinita pazienza di ricominciare è espressa nella Bibbia al motto “alzati e va’”. Ad Abramo, al popolo in Egitto, a re e profeti, a malati: “alzati”, stessa cosa vale per il dogma relativo alla resurrezione di Gesù, il motto resta sempre “alzati e va’”. L’invito è quello di mettersi in cammino, seguire i sentieri che si hanno nel cuore. A ogni caduta, a ogni stanchezza, a ogni tentazione di arrenderci o di adagiarci in ciò che abbiamo raggiunto, a ogni illusione di aver raggiunto definitivamente la nostra casa o il nostro nido, la figura della misericordia nella morale cristiana oppone quella della missione: tu puoi amare di più, puoi sempre migliorarti, essere più libero, essere più donna o uomo, con sempre meno paure e meno maschere, puoi far fiorire ancora di più la tua vita. La misericordia, anche intesa laicamente, è la custode dei sogni, sogni di futuro: sovranamente indifferente per il passato di colpe di ogni persona, è madre di futuro nuovo, di un domani migliore.

Tutto questo è un patrimonio tanto per il laico quanto per il credente? Penso proprio di sì.

 

Matteo Montagner

 

[Immagine tratta da Google Immagini]

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