Non c’è mai una seconda occasione per fare una buona prima impressione.
Secondo l’articolo “How Many Seconds to a First Impression” dell’Association for Psychological Science Impression, ci vuole solo 1/10 di secondo perché qualcuno possa prendere una decisione su di te.
Provate a chiudere gli occhi. Riapriteli. 1/10 di secondo è già passato da 3 secondi.
A differenza di altri social network, Linkedin merita un’attenzione ed una cura particolari. Vi state vendendo. E qui l’abito e la vetrina fanno drammaticamente il monaco.
Vediamo come farlo al meglio, partendo da regole semplici e di base.
1) Inserite una foto che sia professionale e coerente con il vostro settore lavorativo. Bandite foto con la birra in mano a meno che non siate il CEO dell’Heineken o in costume a meno che non siate Kate Moss. Se fate i copywriters io eviterei la posa da avvocato d’affari anni ’90 con braccia conserte, e se fate l’avvocato d’affari anni ’90 io eviterei l’autoritratto multicolor in stile Andy Warhol.
2) Scrivete una headline impattante. Occhio a non inventare posizioni in inglese. Come lo spagnolo non si parla aggiungendo la “s” finale ad ogni parola, così il disoccupato da 10 anni non si chiama “Senior Future Hunter Specialist”.
3) Aggiornate continuamente le vostre esperienze: ho contatti che sono diventati dirigenti nell’azienda B, ma il cui profilo è rimasto fermo a stagista, portacaffè e zerbino umano nell’azienda A, fallita, ovviamente.
4) Inserite la vostra formazione. Sarà pure un mondo crudele, ma chi viene da Harvard si dice abbia una preparazione diversa da chi viene dall’ Università telematica “Tarallucci e vino”. Ma pare sia solo una leggenda metropolitana ed un ingiusto pregiudizio discriminatorio. Il buon senso vi porterà a fare una cernita degli step del vostro percorso formativo. Di errori nella vita ne abbiamo fatti tutti. Alcuni vanno semplicemente ed elegantemente omessi.
5) Inserite le vostre competenze. Non inventate. Meglio 3 competenze vere e riconosciute da altri collegamenti che 26 senza alcuna conferma. Il “voglio fare l’austronauta ” ha fatto il suo tempo.
6) Incrementate il vostro network. Non rimanete con 15 collegamenti per 6 mesi. A meno che non siate sociopatici. E sociopatici in un social network è una contraddizione in termini. Oppure la vostra qualifica lavorativa è “Asceta Specialist”. E questo è un altro discorso che affrontare adesso mi sembra alquanto pretenzioso.
7) Anche se affetti dalla sindrome della crisi del settimo giorno, mese, anno di matrimonio, anche se farvi l’amante è di vitale importanza per il vostro squilibrio psicofisico, anche se Linkedin è l’unico social network in cui potete comparire ufficialmente in quanto giustificato agli occhi della vostra compagna da “esigenze lavorative”, il mio ultimo consiglio è: non flirtate. Non potete neanche immaginare da donna i brividi di squallore che percorrono tutta la colonna vertebrale quando ci arriva un messaggio privato del tipo “E quindi oltre che bella sei anche brava”. E lo stesso vale per voi, donne. Anni di femminismo buttati via in un “invio” al primo playmobil impomatato con cravatta regimental. Per queste cose qui utilizzate i vostri finti profili facebook o twitter, tipo “Primula nera” o “Passero solitario”.
In conclusione, starà a voi creare una vetrina coerente con ciò che vendete. Anche se non siete esperti di social network, il buon senso vi guiderà. Lo stesso buon senso che vi porterà a non includere tra i premi e riconoscimenti il primo posto vinto nella scuola di sci di Ovindoli a 5 anni.
Insomma, Linkedin non è un Facebook per adulti. E’ una roba seria.
E come in tutte le robe serie, meglio non esserci che esserci male.
Donatella Di Lieto
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