16 febbraio 2015 lachiavedisophia

L’impatto con Doha

La prima volta che sono arrivata a Doha non è stato per restarci. Era una semplice visita a mio marito. Una breve vacanza di qualche giorno che tuttavia mi ha permesso di studiare la città in attesa del grande trasferimento.

Quali sono stati gli aspetti che mi hanno colpito di più? Ho provato a stilare un elenco di cose che mi hanno stupito/scioccata/attonita durante il mio primo impatto con il Qatar.

            1. Il clima.

Basta un passo fuori dall’aereo che il caldo ti si avventa addosso come uno schiaffo violento sul viso.

Non ci sono parole per descrivere l’infernale clima di Doha dei mesi estivi (ma anche primaverili e un pò autunnali!)

Se si è fortunati e si sceglie di trascorrere qualche giorno in questa città durante i brevissimi mesi invernali (diciamo da dicembre a febbraio) allora si puà stare tranquilli e mettere anche una giacca ed un golfino in valigia.

            2. La gente.

In aereoporto il benvenuto viene dato dalle centinaia di Indiani, Pakistani, Bengalesi che per lo più svolgono servizi di taxi.

A queste persone si mischiano poi gli Europei, gli Americani, i Russi e tantissimi Filippini. Per non dimenticare gli Egiziani. Solo in un secondo momento si riesce a scrutare qualche locale, i Qatarini.

Doha è una città cosmopolita. La più cosmopolita che io abbia mai visto.

             3. Il traffico.

Essere una città che cresce alla velocità della luce comporta anche qualche aspetto negativo. Il traffico è impossibile qui a Doha. Le distanze non vengono indicate coi km, ma coi minuti necessari a percorrere la tratta (che non sono mai pochi). Percorrere 10 km potrebbe richiedere anche un’ora di tempo.

Le strade sono piene di enormi suv (un vantaggio del basso costo della benzina), purtroppo la maggior parte dei quail guidati da persone che ancora non capisco come possano avere la patente. Esistono limiti di velocità e multe molto, ma molto, severe. Tuttavia assistere a scene quali slalom tra una corsia e l’altra, gare di velocità, sorpassi azzardati è all’ordine del giorno. Le strade sono la giungla di Doha.

Doha Traffic

             4. I grattacieli in mezzo al deserto.

Il contrasto in perfetta armonia tra il downtown di Doha (il quartiere di West Bay) e il deserto circostante è di una bellezza estasiante. C’è la nuova Doha, la moderna Doha. E c’è la vecchia Doha, quella che fino a poco meno di cent’anni fa era fatta di accampamenti sparsi qua e la tra le dune del deserto.

             5.  Centri commerciali.

La vita qui in Qatar (come del resto nella maggior parte degli stati del Golfo) si svolge prevalenetemente al chiuso per ovvie ragioni climatiche. La città è piena di grandi mall che racchiudono ogni possible facility. Dal supermercato, alla lavanderia, al ristorante, ai negozi fino ad arrivare a veri e propri parchi di divertimento o piste di pattinaggio sul ghiaccio (!).

Passeggiare per le “vie dello shopping” tuttavia spiazza tantissimo. Sotto questo aspetto non manca quasi nulla. Le catene di abbigliamento più famose o i grandi marchi di lusso sono quasi tutte presenti a Doha. Con le stesse collezioni che si trovano in Europa e nel resto del mondo. Quindi vestitini, canotte, minigonne, jeans aderenti. I manichini indossano questi e altri capi “all’ultima moda”.

Ma come, non esiste un codice comportamentale a Doha, a rispetto delle regole musulmane? Si, esiste. Non si può andare in giro troppo scoperti.

Eppure i manichini sfoggiano gambe e braccia “nude”.

            6. Le ore della preghiera.

I musulmani devono pregare cinque volte al giorno. I tempi in cui farlo sono scanditi dal canto del Muezzin. Credo che questo sia uno dei primi grandi impatti con la cultura araba/musulmana. I canti dei Muezzin si diffondono da una moschea all’altra, rimbalzando per tutta la città.

Personalmente, ancora oggi ne sono affascinata. Sarà per via della lingua, saranno le note musicali, ma ogni volta mi sembra di essere catapultata nella magia de “Le mille e una notte”. Alla maggior parte delle persone non musulmane risultano invece alquanto fastidiose dato che si ripetono anche durante la notte.

            7. I marciapiedi.

Ovvero la quasi totale assenza dei marciapiedi, di spazi dove camminare all’aperto, di centri storici dove ritrovarsi per un caffè.

Sotto questo aspetto, il Qatar è molto più simile agli Stati Uniti.

Ecco, direi che questi punti riassumono perfettamente ciò che a primo impatto mi ha colpito di questa città, le differenze che ho visto tra la mia città natale e questa nuova che mi ha adottato.

Certo, poi più si vive Doha, più questa città ti offre spunti di riflessione o motivi di stupore (per non dire shock). Ad esempio le mamme che qui si chiamano nanny. Non lo sapevate? Si qui la mamma in realtà è la nanny, quella che noi chiamiamo tata in italiano. Ma se dovessi iniziare a parlare di questo adesso vi riempirei la testa con altre mille parole. Per cui credo di aver appena trovato il topic del mio prossimo post!

 Chiara Amodeo

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[immagini tratte da Google Immagini]

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