28 ottobre 2018 lachiavedisophia

L’esperienza del bello | La Chiave di Sophia #7 (Conegliano)

Presentazione inaugurale del nuovo numero della rivista La Chiave di Sophia

► Domenica 28 Ottobre
Dalle ore 18.00 – Tralerigheinlibreria – Conegliano (TV)

Ammessa la soggettività del bello e considerati i limiti linguistici di cui è preda tale categoria nel suo uso quotidiano, riscopriamo il mosaico di esperienze che la bellezza è in grado di generare. A presentare l’ultimo numero della rivista La Chiave di Sophia #7, rivista divulgativa di filosofia pratica, Elena Casagrande direttrice della rivista, Giacomo Dall’Ava autore e Sara Roggi, autrice.

La vera bellezza rende l’intenzione, l’azione, la creazione di un impegno nel progettare visioni di mondi possibili; essa è insaziabile generatrice di esperienze.

►INTERVENTI
■ Elena Casagrande, direttrice della rivista
■ Giacomo Dall’Ava – Filosofia del Valore Umano, autore
■ Sara Roggi, autrice

Obiettivo di ricerca per questo numero non è quello di affrontare il problema della bellezza verso una formulazione di una sua ontologia, ma è quello di portare l’attenzione della riflessione filosofica sull’esperienza che facciamo del bello, rimanendo entro i confini di una sua fenomenologia, di cogliere l’intenzione che vuole creare bellezza e di comprendere lo stile di cui si è realizzata tale intenzione. L’attenzione va posta sul dato esperienziale, sulla bellezza quale forma generativa, su ciò il bello genera nel nostro tempo e nella nostra esistenza.

La premessa alla nostra ricerca si costituisce dal ricondurre il concetto di bellezza a quello di estetica, o meglio di aisthesis, ovvero, secondo l’etimologia greca, di percezione: in questo modo, riprendendo una nota teoria filosofica quale la Critica del Giudizio di Immanuel Kant, vogliamo porre l’accento sul binomio tra bellezza ed esperienza. Se infatti è vero da un lato che, secondo la teoria kantiana, il principio soggettivo del giudizio del bello è valevole per ognuno, ovverosia riconducibile ad un universale, dall’altro il filosofo sottolinea come la nozione di bellezza indichi un’incidenza tra tale universale e la percezione esperienziale, soggettiva e dunque individuale e “a-posteriori” di ciò che viene indicato con tale concetto.

Scrive a questo proposito Maurizio Ferraris che «c’è qualcosa nel mondo che si stacca dalla nebulosa delle cose circostanti perché esprime qualcosa, e in particolare una promessa, quella di renderci felici»; su questo “renderci felici” (che può essere una traduzione delle “emozioni particolarmente piacevoli” di Kant) il filosofo insiste sottolineando come in realtà questa promessa possa essere mantenuta anche solo a metà o anche solo un poco. Pensiamo infatti alla malinconia e alla caducità cui si ricollegano la bellezza nel pensiero di Baudelaire, oppure al sentimento del sublime nel Romanticismo ovvero quell’ “orrendo che affascina” di Edmund Burke e così via. Ecco allora che “bello” assume infinite sfumature che dipendono dall’esperienza della persona.

Per informazioni: info@lachiavedisophia.com
www.nodoedizioni.it

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