La sofferenza è un mistero intrinseco nell’uomo, può essere considerata come un dolore fisico o morale per l’essere umano; quando si parla di sofferenza morale si intende una profonda afflizione interiore non oggettiva perché legata all’esperienza del soggetto. È proprio questo genere di dolore che scaturisce dalla consapevolezza di avere più o meno tempo per vivere, in seguito ad una diagnosi negativa, o alla incoscienza di poter avere tutto sotto controllo. Questa sofferenza è quella più difficilmente gestibile anche dal soggetto stesso che ne è sottomesso, perché coinvolge la sfera più intima della persona umana e può nascere e crescere inconsapevolmente fino a consumare l’individuo, ma soprattutto perché da una visione completamente distorta del proprio tempo. Infatti, fino a quando l’essere umano non è colpito da un evento tragico, il tempo scorre tranquillo, lineare, proiettato verso un futuro ricco di progetti; non appena, però, qualcosa lo colpisce da vicino, la superficialità lo abbandona e viene sopraffatto dagli eventi, il tempo lo travolge ed entra in crisi.
Valeria Genova, Il tempo nella sofferenza
Giulia, soltanto ventun anni.
Non è una ragazza qualunque, è molto di più. Giulia conosce il cancro, anzi, per l’esattezza conosce il linfoma di Hodgkin, un tumore di stadio avanzato da cui è stata colpita circa un anno fa.
Nessuna preoccupazione leggera per Giulia, da quel momento. Niente ansia da interrogazioni, niente preparazioni per i primi appuntamenti o per le serate con le amiche, niente normalità.
Tutto, inesorabilmente, più difficile.
Il suo intestino, il midollo, l’inguine: intaccati, colpiti, non risparmiati.
Diciannove anni, la vita davanti, gli esami di maturità di lì a poco: Giulia e la Sua forza. Sì, perché Giulia è una vera forza.
Un male che toglie la vita, una ragazzina – già Donna – che lo affronta. Con le unghie, con i denti, con le mani che affondano nel dolore, per scacciarlo lontano. Per tornare alla spensieratezza, per non sentirsi più soltanto debole.
Una biopsia midollare. Cicli di chemioterapia. Cicli di radioterapia.
Cure che, per quanto siano studiate e sottoposte per aiutare il paziente ad uscire della malattia, sembrano distruggerlo giorno per giorno. Un attimo prima pensare al professore che non sopporti, un attimo dopo un evento che cambia tutto quello che chiamavi, fino a prima, vita.
Le cose cambiano; la paura ti assale, puoi non resistere, puoi non farcela.
“Non pensavo alla parola guarigione”, dice Giulia. Non la pensava, ma lottava per arrivarci.
Ogni giorno, le si avvicinava sempre di più. Una speranza che fa diventare realtà, con la sua stessa tenacia.
Le nausee continue, i dolori provocati dalle terapie, la perdita di capelli: Giulia sceglie di non usare nessuna parrucca, sceglie di mostrare la sua nuca spoglia come simbolo della sua voglia di rinascere. Una famiglia si stringe intorno a questa creatura così straordinaria, un fidanzato che riesce a farla sentire perfetta e come una normale ragazza di vent’anni.
Un anno passa. Contro ogni aspettativa, Giulia guarisce. Si tratta di forza, si tratta di aver vinto una delle battaglie più dure che una persona possa affrontare.
Vive di nuovo, Giulia, anche se in realtà non ha smesso nemmeno un secondo. Ha vissuto intensamente ogni momento di speranza, ha vissuto intensamente ogni debolezza.
E, proprio grazie al suo estremo amore per la vita, è stata una guerriera senza precedenti.
Gennaio è stato il mese della guarigione, ma Giulia ha deciso di sfidare la sua stessa forza ancora una volta. Ha deciso di conseguire la maturità, cercando di recuperare appunti e il tempo che non aveva avuto da dedicare alla scuola. Ha studiato, ha corso senza paura verso un nuovo risultato, scegliendo di raccontare, all’orale, proprio la sua storia.
L’autobiografia della sua, fin troppo matura, esperienza; penso non ci sia un’età in cui si è pronti a certe difficoltà, ma, davanti ad una ragazza così giovane, sento il dovere e l’istinto di inchinarmi due volte. La prima per come è riuscita ad affrontare il tutto, la seconda per essere stata un vero esempio.
Non ha paura, Giulia, dei suoi esami di maturità. Non c’è ansia, ma soltanto contentezza di avere l’opportunità di affrontarli. Esserci, studiare, viverli, come ha sempre fatto con ogni avvenimento.
Ha combattuto un male invasivo come è il cancro; l’ha abbattuto. Ha voluto affrontare la maturità, come ogni ragazza della sua età.
E Giulia ha vinto. Ha vinto sul cancro, ha vinto su se stessa scommettendoci.
Umana ed inesauribile. Umana e amante della vita. Un concentrato di forza e di caratteristiche che rendono inevitabile la stima che si può provare per questa giovane Donna.
Che, dal suo banco di scuola, sorride come una sua coetanea qualsiasi. Sorride, alla sua tanto amata, vita.
Cecilia Coletta
[Immagini tratte da Google Immagini]