Il nuovo anno apre le sue porte ai buoni propositi e ai nuovi inizi; in essi riponiamo le nostre speranze e i nostri desideri, fiduciosi di ricevere gratificazioni e soddisfazioni. È forse il momento per lasciare al passato i brutti ricordi, le delusioni e ciò che più ci ha fatto star male, e con grinta e grande entusiasmo ripartire con ciò ci aspetterà per questo 2017.
Tra i buoni propositi non può mancare la curiosità, il desiderio e bisogno di partecipare alla Cultura del nostro Paese, con spirito di partecipazione e collaborazione.
Anche per questo mese vogliamo segnalarvi alcuni appuntamenti a nostro avviso meritevoli della nostra attenzione.
VENETO | Ascari e Schiavoni. Il razzismo coloniale e Venezia – Venezia
VENETO | La mia arma contro l’atomica è un filo d’erba. Tancredi. Una retrospettiva – Peggy Guggenheim Collection, Venezia
Fino al 13 marzo. A cura di Luca Massimo Barbero
La fondazione Peggy Guggenheim ospita un’interessante retrospettiva che sancisce il grande ritorno a Venezia di Tancredi Parmeggiani (Feltre 1927 – Roma 1964), tra gli interpreti più originali e intensi della scena artistica italiana della seconda metà del Novecento.
Un artista dal percorso geniale, sregolato, complesso, e dalla grande capacità di rielaborazione estetica delle emozioni, in un tono sempre equilibrato e armonico.
La sua arte sembra scolpita dalla luce soffusa di un risveglio, anche se la realtà su cui apriamo gli occhi spesso è violenta e cruda. Un’opera quella di Tancredi che quindi mantiene un profondo legame con il mondo attuale.
Il titolo di questa retrospettiva riprende la frase del pittore in risposta agli innumerevoli conflitti degli anni Sessanta: dal Vietnam alla guerra in Algeria, alla tensione tra Stati Uniti e Unione Sovietica, un periodo anche di crisi e di revisione della propria opera da parte dell’artista. Il percorso espositivo tuttavia comprende anche un’esaustiva selezione della prima produzione degli anni Cinquanta, caratterizzata da una ricerca prettamente astratta e di frammentazione del segno.
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FRIULI VENEZIA GIULIA | Lorenzo Mattotti – Sconfini – Codroipo
Fino al 17 marzo. Villa Manin, a cura di David Rosenberg
Tonalità accese, sature e acide sono le protagoniste assolute dell’opera di Lorenzo Mattotti, mentre la linea si fa fluida e contorta, quasi sfuggente, scivola in secondo piano, a rappresentare la mutevolezza e la fragilità dell’animo umano.
Mattotti ci comunica un’immaginazione difficilmente contenibile, espressa dall’esplosione del colore e dalle linee morbide: emerge la versatilità della mente in tutte le sue sfumature attraverso emozioni, archetipi, sogni e incubi.
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LAZIO | Mente e macchina – CNR p.zza A. Moro – h 16.30
Conferenza con il filosofo Remo Bodei che affronterà nello specifico il problema dell’origine delle calcolatrici meccaniche e dei ‘pensieri ciechi’ – che rappresentano una premessa alla nascita dell’informatica nel più ampio quadro dell’idea di macchina e della sua storia.
In origine il termine mechané significa “astuzia”, “inganno”, “artificio”. Soltanto più tardi viene a designare le macchine semplici (leva, carrucola, cuneo, piano inclinato, vite), le macchine da guerra e gli automi, ma perché la macchina eredita i significati dell’astuzia e dell’inganno, di ciò che è “contro natura”. Perché per lungo tempo, non si riesce a spiegare il ‘miracolo’ del suo funzionamento, ad esempio il fatto che la leva, con piccolo sforzo, permette di sollevare grandi pesi?
Solo con Galileo ci si comincia a rendere conto che per padroneggiare la natura bisogna invece servirla, piegarsi alle sue leggi e alle sue ingiunzioni, traendo profitto dalla loro conoscenza. La meccanica diventa una scienza esatta, “razionale”, perché si scoprono le leggi precise che descrivono i suoi fenomeni. Per la prima volta le macchine possono essere progettate attraverso calcoli esatti mentre l’uomo si serve delle energie naturali (vento, acqua, vapore, elettricità, atomo) per i suoi scopi.
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Elena Casagrande & Claudia Carbonari
[Immagini tratte da Google Immagini]