Suo malgrado Mark Zuckerberg nella palude della post verità, della disinformazione e delle fake news, ci si trova con entrambi i piedi. Facebook da un po’ di tempo a questa parte è accusato della circolazione e soprattutto della proliferazione delle bufale sulle bacheche di mezzo mondo. In realtà la questione delle cosiddette fake news (ma è vero che sono solo notizie false e non notizie non vere ma verosimili?) interessa tutto l’internet, oltre che il mondo di chi le notizie dovrebbe darle, ovvero il giornalismo. Da qui l’importanza per gli addetti dell’informazione di scovare, quasi in tempo reale, le notizie fasulle e smentirle. Non è facile, ma si può e si deve fare e la voglia c’è a giudicare dal numero di associazioni, siti e campagne di fact checkers (controllori di fatti testualmente) neonate.
Questo succede da una parte della barricata: la resistenza delle persone fisiche o al massimo delle categorie. Dall’altra però, che è la parte di chi i servizi e le infrastrutture per operare in rete le fornisce (e sono veramente poche persone, ahi noi!) fino a poco tempo fa c’era solo silenzio. Dopo l’elezione di Donald Trump e le successive critiche al social network di Zuckerberg, reo secondo alcuni di aver spostato molti voti a favore del tycoon non eliminando le bufale che varie pagine facevano circolare, il Ceo finalmente è sceso in campo. Zuckerberg ha scritto un post (eh sì la comunicazione istituzionale ormai si fa così, bando alla nostalgia) in cui rifiutava le critiche più accese, e essere sostanzialmente una della cause della vittoria di Trump, ammettendo però che le notizie false sono un problema, sebbene Facebook non sia un media editor e che quindi in generale ognuno di noi è per lo più responsabile di ciò che vede in bacheca a causa delle sue connessione. Il problema c’è, è reale,e noi possiamo migliorarci, ammette in soldoni Zuck.
Ad oggi qualcosa si sta muovendo. Come aveva annunciato a ottobre, Google a inizio aprile ha lanciato il servizio di news verificate, sia su Google News che sul motore di ricerca. In pratica consiste in un’etichetta in calce alle notizie che sono state verificate, rimandando alla fonte. Sul versante Facebook, negli stessi giorni, la novità è stata invece la pubblicazione di un decalogo di regole per aiutare gli utenti a riconoscere una notizia non vera quando ne incontrano una. Eccole qui:
1. Non ti fidare dei titoli: le notizie false spesso hanno titoli altisonanti scritti tutti in maiuscolo e con ampio uso di punti esclamativi. Se le affermazioni contenute in un titolo ti sembrano esagerate, probabilmente sono false.
2. Guarda bene l’URL: un URL fasullo o molto simile a quello di una fonte attendibile potrebbe indicare che la notizia è falsa. Molti siti di notizie false si fingono siti autentici effettuando cambiamenti minimi agli URL di questi siti. Puoi accedere al sito per confrontare l’URL con quello della forma attendibile.
3. Fai ricerche sulla fonte: assicurati che la notizia sia scritta da una fonte di cui ti fidi e che ha la reputazione di essere attendibile. Se la notizia proviene da un’organizzazione che non conosci, controlla la sezione “Informazioni” della sua Pagina per scoprire di più.
4. Fai attenzione alla formattazione: su molti siti di notizie false, l’impaginazione è strana o il testo contiene errori di battitura. Se vedi che ha queste caratteristiche, leggi la notizia con prudenza.
5. Fai attenzione alle foto: le notizie false spesso contengono immagini e video ritoccati. A volte le immagini potrebbero essere autentiche, ma prese fuori contesto. Puoi fare una ricerca dell’immagine o della foto per verificarne l’origine.
6. Controlla le date: le date degli avvenimenti contenuti nelle notizie false potrebbero essere errate e la loro cronologia potrebbe non avere senso.
7. Verifica le testimonianze: controlla le fonti dell’autore per assicurarti che siano attendibili. La mancanza di prove o il riferimento a esperti di cui non viene fatto il nome potrebbe indicare che la notizia è falsa.
8. Controlla se le altre fonti hanno riportato la stessa notizia: se gli stessi avvenimenti non vengono riportati da nessun’altra fonte, la notizia potrebbe essere falsa. Se la notizia viene proposta da fonti che ritieni attendibili, è più probabile che sia vera.
9. La notizia potrebbe essere uno scherzo: a volte può essere difficile distinguere le notizie false da quelle satiriche o scritte per divertire. Controlla se la fonte è nota per le sue parodie e se i dettagli e il tono della notizia ne rilevano lo scopo umoristico.
10. Alcune notizie sono intenzionalmente false: usa le tue capacità critiche quando leggi le notizie online e condividile solo se non hai dubbi sulla loro veridicità.
Facebook ha anche fatto capire che questo è un primo passo e che quindi presumibilmente le iniziative e gli strumenti per ripulire le bacheche dalle news fasulle si moltiplicheranno nei prossimi mesi. Ma intanto cosa si può dire delle dieci regole di Zuckerberg? Che non sono regole in primo luogo, ma consigli per individuare se una notizia “puzza” di bufala o no. Sembrerebbe quindi che il social voglia dare una metodologia a ogni utente, invitandolo a porsi delle domande quando un post di notizie gli appare davanti. Giusto porsi delle domande, tutti d’accordo, ma dopodiché scattano i problemi.
Innanzitutto parlano dei contenitori e non dei contenuti. Invitano cioè a concentrarsi sulla veste grafica della notizia. Controllare l’URL (fattoquotidaino.it invece di fattoquotidiano.it per esempio), verificare data e cercare tramite ricerca inversa di immagini se queste sono reali o meno. Tutte cose giuste ma che da un lato, come dice il blog Valigia Blu (attento a fake news e debunking), sono fatte di solito da chi maneggia gli strumenti dell’informazione e ha una buona conoscenza media di internet. Per non parlare del fatto che l’URL non è propriamente messo in risalto in un post su Facebook. Dall’altro sono comunque semplicistiche − fare caso a macro errori o titolazioni esagerate ecc − proprie di un tipo di bufale che ormai si sta sempre più aggiornando e perfezionando. Oltretutto un altro problema è che questa guida non tiene conto delle opinioni o delle notizie non fasulle ma tendenziose.
Proprio Valigia Blu spiegando e criticando le linee guida di Facebook cita un esperto e propone una controguida che come principio generale invita ad arrivare al cuore della notizia servendosi dei metodi di internet. Si consiglia quindi di verificare se la notizia sia già stata verificata (calembour voluto), per esempio andando su uno dei vari siti di factchecking, risalire direttamente alla fonte per valutarne l’attendibilità e leggere altri articoli a riguardo, per controllare l’autorevolezza. Se ci si perde ricominciare da capo.
Detto questo, in poche parole i consigli del social network sono se non dannosi poco utili in un contesto sempre più complicato e per bufale più studiate e raffinate. Pur sempre un inizio, penserà qualcuno. Mi fido anch’io, ma Zuck, puoi fare di più (e lo possiamo fare tutti nel nostro piccolo).
Tommaso Meo
[Immagine tratta da Google Immagini]