13 marzo 2017 Alessandro Basso

Confusione e Anarchia: due nazioni difficili da governare

<p>immagine tratta da google</p>

Dicevano di vederle sempre assieme: «Si accompagnavano non meno di tre lune fa, lo posso giurare», proprio così dicevano; «Sono amanti nascoste, abitano nella stessa casa – affermava la vecchia acquaiola – certe cose le so per esperienza!». E così il fabbro del borgo, il mastro birraio, la lavandaia, il perdigiorno di professione, persino il cieco ed il frate irriverente; anche le pecore se il buon Dio avesse dato loro la parola avrebbero cantilenato: «Non una volta, nemmeno per errore, che abbiano imboccato due diverse direzioni, ci possiamo giocare all’azzardo tutta la nostra lana».
Così erano Confusione e Anarchia, amiche, sorelle, parenti alla lontana… nessuno in cuor suo lo sapeva con certezza. Se fossero state gemelle forse un’impercettibile differenza nell’ultima ciglia dell’occhio sinistro, un passo breve come tra un carminio e un pompeiano. Il re di tanto in tanto diceva ai suoi uomini migliori: «Sarebbero nazioni dai confini indefiniti, un disastro doverle governare!».
Pochi, pochissimi sapevano andare oltre le semplici apparenze ed erano anche gli unici a non cadere nel tranello delle banalità: è vero, abitavano nella stessa casa, ma ognuna aveva le proprie stanze, ed un muro spesso un braccio tracciava confini ben definiti tagliando persino l’aria; non sempre andavano d’accordo, forse una sottile cortesia di circostanza tra un “buongiorno” e un “buonasera”, ma mai un più dolce “buonanotte”.
E le origini? Anche quelle erano diverse. Confusione nacque da Caos e Disordine, mentre Anarchia era figlia di uomini che un giorno si alzarono in piedi e decisero di non avere padroni o capi a cui rendere per obbligo parte del frutto del loro lavoro, uomini capaci di vivere assieme ad altri uomini in un tacito rispetto di confini molto più netti di quel che si possa immaginare.
È gente che sogna quella che ama Anarchia… un amore di vetro, facile da incrinare se degenerasse in oblio; ecco allora che subitamente si vedrebbe Confusione, regina senza re, bella e di facili costumi.
Ed ecco servito il rovello più cocente, quello che nessuno è riuscito a districare: vivrebbero Anarchia e Confusione l’una senza l’altra? Nel mondo degli astratti, dove tutto è fine a se stesso probabilmente ognuna basterebbe a se stessa… ma noi abitiamo solo il mondo dei normali, dove hanno ragione un po’ tutti e dove tutto è tessuto pazientemente all’insegna di un’infinita ballata di imperfezioni.

Alessandro Basso

Articolo scritto in occasione del secondo incontro ‘Confusione/anarchia’ della rassegna ‘Tra realtà e illusione’ promosso dall’Associazione Zona Franca

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