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Comprensione VS Empatia

La comprensione è il premio di consolazione.

Werner Erhard

Si abusa spesso del concetto COMPRENDERE.
Chi dice sono un incompreso.
Chi afferma nessuno che mi comprende.
Chi sentenzia non capisci nulla. –nel senso di comprendere-

Ma che cosa significa realmente questo verbo all`apparenza così banale?

In filosofia la comprensione è quell`attività che aiuta la mente a mettere insieme concetti simili tra loro arrivando ad uno unico, universale -Aristotele vedeva nel concetto l`estensione che rappresentava l`insieme dei concetti con la stessa qualità-.

Se scendiamo più in profondità, però, tralasciando la superficialità del significato che tutti conoscono, cioè capire, arriviamo ad una parola che prediligo, soprattutto parlando di rapporti umani: EMPATIA che è molto diverso dal compatire –cum-patire, soffrire insieme letteralmente, utilizzata da Schopenauer in senso positivo per l`umanità, perché soffrendo insieme si può fare proprio il dolore altrui…ma nel nostro quotidiano ha, invece, un`accezione quasi negativa-; l`empatia è, invece, quella capacità di mettersi nei panni altrui arrivando così ad una comprensione totale dello stato d`animo altrui. All`interno di questa parola, con sguardo attento, si può scorgere la parola pathos -sofferenza- che ci fa `capire` fino a dove può arrivare l`empatia: ad un totale coinvolgimento mentale, dell`animo nei confronti dell`altro soggetto.

Nell’amicizia ciò che conta non è la comprensione, ma, appunto, l’empatia che permette alle parole di chi ci sta accanto di superare il Super Io, vigile e attento, giungere all`Io cosciente e sfondare l`Inconscio, rimanendo dentro di noi, ferme e indelebili.

Chissà quanti nostri sogni, quante paure, quanta sofferenza non mostriamo perché la barriera della coscienza soffoca i nostri impulsi più ribelli.

Provare empatia verso l’Altro, l’Amico, porta ad accendere un interruttore che non si può spegnere ed è ciò che ti dà l`impulso di Vita che si deve scontrare costantemente con quello di Morte –Eros vs Thanatos-.

 Solenne lotta tra l`essere vivi e l`essere passivi.

Questo ci mantiene in vita, questo ci permette di relazionarci con il prossimo, senza bisogno di tante parole, gesti, sguardi, ma solo silenzi e quel filo trasparente che ci collega.

Chi non capisce questo modo di comprendere l’Altro, si perde tutto, non entra in comunione con la Persona e non riesce a cum-dividere.

Tra il clamore della folla ce ne stiamo io e te, felici di essere insieme, parlando senza dire nemmeno una parola.

Walt Whitman

Valeria Genova


[Immagini tratte da Google Immagini]

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