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Buon compleanno Italia!

Il 25 aprile 2015 ricorre il settantesimo della Liberazione. Una festa che ricorda a tutti i cittadini italiani ed europei che in quel giorno è finita la Resistenza.

Non è mia intenzione fare una lezione di storia su ciò che fu la Resistenza, ma cercherei di coglierne il senso profondo.

Negli anni ’40 del Novecento, in Europa stava avvenendo qualcosa di molto grave: la seconda guerra mondiale. Verso la fine della guerra, in Italia, un gruppo di partigiani, soprattutto antifascisti, combatteva una vera e propria battaglia contro il nemico . Ma chi fu il nemico in quel frangente?

In quegli anni, è evidente a tutti, il vero problema era il fascismo tedesco e italiano che stava lacerando profondamente non solo l’Unità italiana, ma bensì anche quella europea tramite le persecuzioni e le torture o i rastrellamenti.

Si comprende, allora, la grandezza di uomini e di donne che hanno saputo mettere in gioco la propria vita per liberare la nostra amata Italia dalla deriva autoritaria di Mussolini e Hitler. È grazie ai loro sacrifici che si può parlare di democrazia (dal greco δῆμος (démos): popolo e κράτος (cràtos): potere), di libertà di parola e di pensiero, che rientrano nella nostra Costituzione.

A mio avviso, stiamo vivendo, in un periodo storico di un smarrimento diffuso di identità : non sappiamo quale sia la nostra storia, chi siamo, e non abbiamo un’ idea di futuro. Sostanzialmente stiamo toccando il fondo, ma non stiamo reagendo positivamente. Stiamo perdendo la speranza e contemporaneamente ci stiamo chiudendo a riccio verso ciò che è diverso da noi stessi. Insomma, stiamo attraversando un periodo di “trasformazione sociale”, ma non abbiamo il coraggio di vedere e quindi eliminare i pericoli a cui stiamo andando incontro.

I giovani che lasciano il nostro Paese sono sempre di più, aumentano ogni giorno e contemporaneamente sbarcano sulle nostre coste centinaia di migranti. Evoluzioni sociali che fanno parte della storia, a cui noi possiamo solo assistere inermi. In tutto questo, però, è facile perdere frammenti del nostro passato.

Nasce, quindi, l’esigenza di ritrovare un senso ad un bene comune che i nostri nonni ci hanno lasciato in eredità: l’Italia libera. Con questo, non intendo sostenere i nazional-fascisti dell’ultima ora, tuttavia, credo, sia importante dimostrare un pò di orgoglio per il semplice fatto di appartenenza ad un popolo che ha saputo alzare la testa nei momenti di difficoltà.

C’è oggi, come allora (nel 1945) un bisogno di un’iniziativa di solidarietà tra i cittadini di uno stesso Paese e dell’Europa intera, perché solo attraverso una collaborazione di questo tipo può ricrearsi un clima di maggior serenità.

Ecco qual è il senso profondo del 25 aprile: liberarci dalle varie forme di male che affliggono il nostro Paese.

Un Paese in cui dilaga la corruzione, dove la mafia è una presenza costante, dove la disoccupazione aumenta ogni giorno, il giorno della Liberazione deve essere festeggiato.

Abbiamo il dovere di ricordare chi è morto per la nostra libertà.

 

 

Davide Tonon

[immagini prese da Google Immagini]

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