Non è da stimare né chi s’abbandona con facilità all’amicizia né chi vi esita. È necessario correre rischi per amore dell’amicizia.
Epicuro
Si dice che esistano vari tipi di amici. Ma non credo si possa dire altrettanto dell’amicizia. L’amicizia è una. E di sicuro non ha molto a che fare con le notifiche. O con i “sei bellissima” a commento dell’ennesima foto profilo finto naturale. Non inizia con “ha confermato la tua richiesta di amicizia”. E non finisce se ci si cancella da Facebook.
I messaggi “Per te ci sono sempre”, accompagnati da una dozzina di cuori, non sono niente se poi non ci sei mai.
I messaggi “Dobbiamo vederci” sono solo parole una dietro l’altra se poi nessuno decide dove e a che ora.
I messaggi “Scusa se non mi sono fatta sentire in questo periodo” sono il titolo di un film di Moccia se poi il periodo diventa un’ era.
I messaggi “ Ti voglio bene” hanno lo stesso valore di “Coste frastagliate ed impianti siderurgici” se poi il bene non viene effettivamente dimostrato.
Perché essere amico è proprio e solo questo: voler bene. Un concetto di una semplicità disarmante.
Un amico è una persona, non un cellulare. E men che mai un trionfo di emoticon.
È una persona conosciuta da tre giorni, un cugino, quello che era il tuo compagno di banco, il tuo fidanzato, tuo marito, tua madre.
Essere amico è bere una birra assieme, senza neanche bisogno di specificare ora e luogo, perché è quello, da sempre. È uscire senza una meta, perché il resto è solo un contorno. È raccontarsi tutto, ma proprio tutto, senza dover aggiungere “questa cosa non la sa nessuno”. Perché è scontato. È andare a scegliere l’abito da sposa assieme ed essere autenticamente felici per lei, dimenticandoti per un attimo di avere il cuore sanguinante. E la sua emozione ed il suo sorriso diventano subito tintura di iodio sul tuo cuore. È vedere assieme “Vacanze di Natale” sul divano ripetendo le battute a memoria. E risvegliarsi il giorno dopo assieme su quel divano. Portarti la Tachipirina quando hai 40 di febbre. E quando stai per guarire portarti il Cebion senza zucchero e una scatola enorme di cioccolatini. E’ ridere assieme del mondo fino alle lacrime. E’ il buongiorno ogni giorno. E’ la discrezione dell’attesa dei tempi dell’altro. Ma è anche lo sfondare la porta quando serve. E’ il ritrovarsi dopo anni. E’ il trovarsi dopo 48 ore. E’ il non perdersi mai. E’ usare WhatsApp, ma ancora di più usare direttamente il citofono.
Facebook ti aiuta a connetterti e rimanere in contatto con le persone della tua vita.”
Mentre sul web la parola d’ordine è interazione, al di fuori dello schermo, il rischio è quello di appoggiarsi sempre di più ai social, vivendo i rapporti in maniera passiva,col minimo sforzo. Spettatori di una homepage in cui vediamo le vite altrui scorrere status dopo status, foto dopo foto, mettiamo qualche mi piace, scriviamo un paio di “Miss U” e crediamo sia abbastanza. E notifica dopo notifica non riusciamo più a fare differenze tra l’amicizia e le amicizie.
Chi è amico di tutti, non è amico di nessuno.
Andrebbe specificato questo nelle avvertenze dell’utilizzo dei social.
Donatella Di Lieto
Ps: l’ amico è anche il depositario di tutti gli screenshot delle tue conversazioni di WhatsApp. Per piangerci assieme. Per riderci assieme. Per violare la privacy altrui assieme.
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[Immagini tratte da Google Immagini]